Fronteggiare un genitore depresso

Gentili signori,

Nella mia casa, la depressione è affare di famiglia. Ci soffro anche io come mio padre e la situazione si è notevolmente aggravata dalla morte di mia madre avvenuta sei anni fa a causa di un tumore al seno. Sono figlio di padre omosessuale, devo persino lottare con i dogmi della società, senza avere spazio per me stesso. Non riesco a trovare nessuno con cui parlare delle mie problematiche. Ultimamente mi sono fatto fidanzato e manco di casa per diverse ore al giorno. Mio padre è totalmente solo, vedovo e omosessuale. Tra l'altro abbiamo avuto grossi problemi con il patentato di mio padre per conflitti di interesse. La cattiveria ha sempre regnato sovrana in colui che avrebbe dovuto dare esempio di libertà e soprattutto intelligenza (mio nonno risposato in seconde nozze). Da parte di madre i parenti sono lontani. Quindi, ricapitolando: depressione, solitudine, problematiche legate alla sfera sessuale di mio padre. Tre elementi micidiali per lui e per me come forza riflessa. Ogni qualvolta cerco di vedere luce all'orizzonte mi vengono tagliate le gambe al sorgere della luce... cado in un tremendotremendo sconforto. Se facessi la mia vita, probabilmente rischierei di sentirmi anxora più solo poiché iinterverebbero ulteriori problemi con mio padre e si allargherebbe la forbice della solitudine da cui siamo perennemente afflitti. Mio padre non vive più o probabilmente non ha mai vissuto. Non esistono hobby, passatempi, affetti vicini. Esiste solo cucinare, lavare, stirare, fare piatti e tanto altro concernente le faccende domestiche. Mia madre era una tipa altrettanto apatica nei confronti del piacere dell'esistenza. Io da figlio, oggi, a 22 anni, pago il conto salatissimo di anni di non vita con una posta in gioco altissima. Se fosse solo depressione magari, sarebbe più semplice, ma tutto è aggravato dal suo essere omosessuale, con le problematiche annesse in questo mondo così difficile ed impervio, peggio dell'eterosessualita'. Cosa posso fare per dire finalmente, per la prima volta nella vita, "sono un uomo sereno, posso realizzare i miei sogni"? E se lo faccio, rischio di perdere mio padre strada facendo? Il suo è la guardia giurata, un lavoro che non ha mai accettato. Io, nel frattempo, mi sono ammalato di una patologia rara. È un casino... ci sono dentro fino al collo. Aspetto solo qualche suggerimento. Evitate se possibile, di rispondere semplicemente di rivolgermi a qualche vostro collega psicologo perché già l ho fatto diverse volte senza alcun genere di spunto. Grazie e attendo risposte.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Situazione difficile senz'altro, ma non capisco come mai i precedenti contatti con psicologi sono stati negativi. Magari ce ne parleresti meglio, in modo da rendere più chiara la situazione?

Se da una parte la situazione è difficile per tutte le ragioni che hai elencato, dall'altra la buona notizia è che hai solo 22 anni e quindi hai la grande opportunità di decidere e scegliere quale svolta dare alla tua vita. Il problema, però, è che adesso tu non riesci a vedere che ci sono diverse possibilità davanti a te, ma contempli solo quella della solitudine e dell'apatia, come se lo avessi appreso dai tuoi genitori.
Potremmo affermare che da questo punto di vista potresti partire svantaggiato, ma non è detto di certo. Infatti, hai già una buona consapevolezza di te e degli ostacoli che ti ritrovi davanti.
La chiave del cambiamento sei tu e io credo che se tu riuscissi a capire come fare per modificare alcuni tuoi comportamenti e atteggiamenti (es di chiusura verso gli altri), potresti cambiare completamente la tua vita.

Non ho capito se attualmente lavori...

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
La frase con cui concludi la tua richiesta di consulto mi ha fatto quasi subitaneamente pensare di non risponderti affatto.
Cosa vorresti da noi se non ricevere un caloroso invito a rivolgerti ad uno psicologo?
La situazione in cui vivi e' pesante sotto diversi punti di vista e l'unica chance possibile per te di fronteggiarla e' cercare dentro di te le risorse.
Questo invece forse tu non vuoi farlo. Vuoi una "ricetta" magari magica perche' tutto il difficile svanisca nel nulla.
Sinceramente ti consiglierei di affrontare tutto con piu' maturita' e facendo un esame di realta' piu' dettagliato e consapevole.
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente

Gentile Dottoressa Pileci,
Quando fa riferimento ai pensieri, parla
di quelli disfunzionali? La maggior parte delle cose che ha detto mi fanno comprendere come dovrei lavorare sodo su me stesso e fare una guerra per sentirmi più sollevato. Quando afferma che
"Il problema, però, è che adesso tu non riesci a vedere che ci sono diverse possibilità davanti a te, ma contempli solo quella della solitudine e dell'apatia, come se lo avessi appreso dai tuoi genitori.", è verissimo. Dai genitori, talvolta, si ereditano l'apprensione, l'apatia e modelli di vita che quando si diventa adulti, ci si rende consapevoli della loro fallacia. Per rispondere gentilmente anche alla Dottoressa Esposito, riferisco di avere provato più di due psicologi con metodo Gestalt senza trovare alcun beneficio. Mi si parlava di forme, colori, percezioni... tutti mondi non esplorati ma che nel momento stesso in cui gtentavo a farlo, mi sembravano delle nette stupidaggini. Non voglio offendere la professionalità di nessuno ne tantomeno di coloro che praticano Gestalt ma su di me non hanno avuto alcun effetto. Io sono più diretto verso il pensiero, il ragionamento, meditando sulle mie situazioni ed eventuali scelte. Non pretendo in alcun modo, inoltre, di avere formule magiche, anche perchè il tempo delle illusioni è già finito da diversi anni. Vorrei sapere cosa si intende quando si fa riferimento al concetto di "maturità". Forse non ho un grado di maturità buono, per cui non riesco a vedere luce, o più semplicemente, tutto il disagio è scaturito dai problemi del passato che ancora si ripercuotono sul presente? Vorrei inoltre sottolinearvi di avere scoperto nel mese di Novembre, una affezione rara che mi ha colpito che si chiama Nevralgia del Pudendo. Quindi, devo combattere anche con il non riconoscimento di questa patologia da parte del SSN e con i medici che mi prendono per folle se ho dei dolori molto forti, spesso e volentieri insopportabili a carico del perineo. Per quanto riguarda il fronte professionale: Non lavoro, ma sono ancora uno studente fuori corso dell'Università per ragioni di salute correlate alla depressione (si sospettava avessi la Sclerosi Multipla, sospetti smentiti attraverso visita neurologica ed esami strumentali, ricollegando i miei problemi alla psicosomatica). Vi ringrazio anticipatamente per le Vostre risposte e per la pazienza riservatami.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Mi rincresce che l'esperienza da Lei maturata con la psicoterapia Gestalt l'abbia delusa.
Come mai ha scelto questo approccio? Consigliato da qualcuno?
L'approccio a cui faccio riferimento io e' molto diverso, e' psicodinamico, non usa forme e colori, ma analizza la personalita' del paziente perche' elabori le cause dei suoi disturbi. E penso che sarebbe molto utile alle problematiche che Lei espone, anche alla nevralgia del pudendo che potrebbe avere una origine psicosomatica, considerando l'omosessualita' di Suo padre.
Per maturita' si intende la capcita' di vedere le cose in modo adulto, quindi completo, responsabile ed empatico.
Le auguro di trovare il modo per raggiungere tali capacita' ed essere felice nella sua futura vita.
I miei auguri per il nuovo anno e per la Sua famiglia.