Situazione da cui non esco...

Salve dottori, sono una ragazza di 23 anni... Provo a porgere il mio problema. 8 anni fa conobbi un ragazzo, ci fu qualcosa fra di noi ma io, essendo ancora parecchio piccola, lo allontanai da me, siccome lui sapeva cosa voleva ed era innamorato di me ed io invece ancora troppo confusa. Non ci siamo persi del tutto.. E io col tempo (anni) mi resi conto di amarlo. Nel 2012 ci ritroviamo casualmente, riprendiamo a girare nella stessa cerchia di amici e finiamo per avere una relazione nascosta prevalentemente sessuale (contornata da grandi chiacchiere e confidenze, sopratutto sue) e dura finché decido di mettere allo scoperto i miei veri sentimenti e smetterla di fingere che quel tipo di rapporto era tutto ciò che volevo. Ci allontaniamo, o meglio lo allontano, quando capisco che per lui non deve essere più lo stesso. Nel frattempo su fidanza e dopo non molto torna a cercarmi, vuole rivedermi ecc ecc... Resisto, so che è sbagliato, ora ha pure la ragazza mi dico... Ma dopo svariati mesi i miei sentimenti mi fanno cedere di nuovo e finisco per ritrovarmi la sua amante, confidente, amica, complice.... Tutto si (ri)chiude dopo mesi, visto che non reggendo più la situazione (ne soffrivo e quando chiedevo a lui sbiascicava, impallidiva solo a sentirmi fare discorsi come "dobbiamo chiudere", gli chiedevo di lasciarmi andare ma diceva che non riusciva...) decido di dirgli addio, mio malgrado. Ho passato quasi un anno essendo coerente con questa mia scelta, non rispondendogli, non cercandolo... Poi però è arrivato questo capodanno ed ho ceduto. Mi sono detta che gli auguri di un felice anno nuovo non potevo toglierglieli, non volevo... E così è finita che ha attaccato di nuovo bottone, siamo finiti col sentirci di nuovo e mi ha fatto ben capire che lui mi rivedrebbe oggi stesso! Ed ha aggiunto un'altra volta che io so benissimo che fra noi non è mai stato solo sesso.... Mah.... Intanto che io sappia lui è ancora fidanzato, convive anche da ciò che sapevo... Non so più cosa fare. O meglio forse so che uscirne una volta per tutte sarebbe la miglior cosa, la più salutare... Perché so che tutto questo sano non è... Ma dall'altra parte ho questi sentimenti così forti ed incondizionati per lui che se solo mi lasciassi guidare dall'istinto (e da loro) anch'io lo rivedrei oggi stesso. Vi prego, datemi un vostro parere, ditemi qualcosa, qualsiasi cosa... Sono una ragazza forte, ne passo tante nonostante i miei 23anni ma niente mi ha mai resa così vulnerabile come questi sentimenti per lui. Come faccio a rinunciarci? Ps: vorrei aggiungere che non sono una persona particolarmente ansiosa o paranoica, anzi... me la cavo bene in svariate situazione anche da sola... Questa è la mia prima vera difficoltà a livello emotivo.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
Si percepisce bene da quanto scrive che e' una ragazza forte e concreta, ma l'essere forte e concreta e' una dimensione che vive su un piano diverso da quello su cui vivono i sentimenti.
E quello che la lega a quel ragazzo sono sentimenti. Consolidati da anni di conoscenza e frequentazione sebbene non continuativa.
Ora la situazione sembra esserLe diventata opprimente ed e' questo cio' su cui la invito a riflettere: lei non e' a Suo agio. E' combattuta fra scappare e adattarsi.
Certo questo non e' lo stato d'animo ideale per una ragazza giovane e in gamba.
Consigli non e' mai il caso di darne specialmente quando si tratta di sentimenti. Ma la invito a pensare a cosa possa farsene di un legame del genere.
Risponda a tale domanda prima di tutto a se' stessa, poi cerchi di tesaurizzare la risposta.
E se vuole torni a scriverci!
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio dottoressa per la sua pronta e gentile risposta.
È vero, non sono a mio agio in questa situazione perché comprendo benissimo che non è giusta, per me innanzitutto e a seguire anche per quella che è la sua ragazza ma anche per lui. Non so se definirmi "all'antica", se non sono al passo con i tempi ma io il tradimento è qualcosa che non riesco a concepire. Nel senso, fossi io ad essere tradita non mi domanderei nemmeno su un ipotetico perdono, lascerei e basta. Io, a tradire una persona, non mi ci vedo affatto, non l'ho mai fatto e penso non lo farei mai, perché piuttosto di recar danno e sofferenza all'altro con un tradimento lo lascio libero. Ed, infine, io penso che se qualcuno arrivi ad un gesto simile è perché alla base della sua personalità, o alla base della coppia, ci sia qualcosa che non va, che vacilla. Poi magari sono idee mie e per giunta sbagliate, ma io resto della ferma convinzione che se qualcuno SUL SERIO ama non può tradire. E per tornare alla mia storia, lui l'ha fatto più volte, con me non è stato "lo sbaglio di una notte", ma una cosa ripetuta.
Sono una persona che tende a scrivere molto (nonostante i miei seri problemi agli occhi non so smettere), tutte le mie emozioni, i miei pensieri devono trovare posto su un foglio bianco e prendere forma. Lo faccio da sempre, anche per razionalizzare le cose, gli eventi. Inutile dire che a volte fallisco e non capisco molto uguale, se non ciò che provo io. Lei mi domanda dove possa portarmi un legame simile ed io, di getto, risponderei "non lo so... Da nessuna parte, deduco". Il punto è immaginarmi senza. E non parlo tanto del rapporto avuto finora, ma intendo piuttosto senza di lui, completamente. Ha 5 anni più di me e da quando ne aveva 20 è costantemente presente. Ho passato la mia adolescenza con lui fra i miei pensieri ed ora che sono cresciuta e direi anche cambiata sotto diversi aspetti le cose per lui restano invariate, anzi...sono più forti, più chiare e limpide. Lo definisco un sentimento incondizionato perché, in altre situazioni, io avrei già salutato definitivamente la persona in questione. Con lui non mi riesce, lo faccio con il cuore straziato e poi qualcosa, anche la più piccola e stupida, ci riporta di nuovo uno verso l'altra. È difficile....
Abbiamo un legame malato, malsano. Non normale. E va avanti da tanto tempo... Lui all'apparenza è una persona molto vivace, solare, vitale, sempre pronta a far ridere gli altri, ma quando sta male lui si chiude a riccio, non ne parla con nessuno, fa finta che tutto vada bene. Con me non l'ha mai fatto, in particolar modo negli ultimi anni sono diventata la sua unica confidente. Sua mamma ha passato un brutto periodo a causa di un grande male e i suoi (nostri) amici non ne sapevano nulla sino a pochi mesi fa. Io l'ho saputo da subito. Lui con me ha pianto, si è fatto vedere per come davvero stava, si è sfogato, aperto... E poi stava meglio.
Perché il punto è: io non sarò a mio agio in questa situazione, ma una cosa è certa, quando siamo io e lui stiamo benissimo entrambi. È il poi che è un caos....
Perché fa cosi? Perché dopo tutto questo tempo, dopo tutti questi anni, si dice ancora incapace di rinunciare a me, di perdermi? Io non riesco, stupidamente, perché LO AMO DAVVERO! Ma lui?!?
Non capisco più niente...

Ringraziando ancora per la sua risposta, le auguro una buona giornata.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signorina,
Purtroppo esistono gli uomini deboli, e molto. E spesso si appoggiano sulle donne forti come Lei.
Lui sa che per quanto male Le faccia Lei riuscira' a tollerarlo. A sostenerlo.
Questa e' la scelta che Lei dovrebbe affrontare: sostenero anche se La ferisce e la umilia o lasciarlo al suo destino o perlomeno a gestire il suo comportamento.
Quello che vorrei che Lei riuscisse a comprendere e' la Sua posizione profonda verso di lui. Se non la comprendera' rischia di continare ad agire il ruolo della "ragazza in gamba che pur soffrendo riesce a sostenere la debolezza di lui" e non è uscira' piu'.
Vorrei cosigliarLe qualche colloquio con uno psicoterapeuta dinamico per comprendere le Sue motivazioni profonde. Essere la "madre" accogliente che gli permette tutto? E se si' perche?
Che madre ha Lei? Si sente accettata da lei?
Credo che sia necessario elaborare questi temi per iniziare.
Mi faccia sapere!
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa, quello che più vorrei io è che lui riuscisse a guardarsi ed analizzarsi dentro. Io credo non sappia realmente ciò che voglia, credo sia molto confuso. Non tendo più a giustificarlo (una volta, ammetto, lo facevo), perché per quanto io mi sia impegnata e ancora mi impegni a capirlo non riesco più purtroppo. Secondo diverse conoscenze comuni, amici disinteressati alla cosa (anche perché ignari) lui non sta bene con questa ragazza, o almeno non è più il solito di sempre da quando ha lei. Ma io mi chiedo perché si continuano relazioni "ufficiali", serie (se così si può dire) quando poi non si sta bene, non ci si trova con l'altro/a o, peggio, si finisce per cercare altro altrove...? Perché io non riesco a concepire ciò?
Mi hanno anche detto che lui abbia trascorso un periodo dove "non era più lui" e agli occhi degli amici era irriconoscibile... Quel periodo coincideva con quello che credevo sarebbe stato il mio addio definitivo, un anno fa circa dunque...
Tendo a dire anche che sono una ragazza con svariati problemi di salute, come accennavo sopra, agli occhi e poi di tipo neurologico che mi inducono a passare molte delle mie giornate in ospedale. Lui si è sempre preoccupato per me, si interessava tanto alla mia salute, ha sempre voluto lo tenessi aggiornato... Insomma io credo che almeno dell'affetto nei miei confronti l'abbia sempre provato almeno quello.
Paradossalmente lei mi sostiene che mi umilia... Io non mi sento umiliata in realtà, non so perché... Mi sento ferita, quello si, sento che io meriterei qualcuno che mi voglia ed ami in egual misura a me... Non è egocentrismo o chissà che ma per come la ragiono io non vorrei essere seconda a nessuno, non in una relazione uomo/donna, sentimentale e/o sensuale. Non me lo merito, questo lo so. Nonostante tutta questa mia consapevolezza un po' mi odio perché non riesco a disprezzarlo, a provare odio o disgusto. Io lo amo, e basta. E so che le cose non starebbero così se questi sentimenti non ci fossero o per lo meno non fossero così tanto forti.
Non ho capito bene se mi sta interrogando sul rapporto madre figlia tra me e mia madre, non vorrei averla fraintesa. Io non voglio far da mamma a lui, al massimo da compagna ma questa ora mai sembra essere pura utopia... Con mia madre, se questa era la domanda, ho un buon rapporto direi. Siamo due caratteri molto diversi, ma andiamo d'accordo. Anche se ogni tanto è quasi come se i ruoli si invertissero, sono io quella a spronarla, a incoraggiarla, a tirarla su, a farle vedere le cose da una diversa prospettiva. Non so se possa aiutarla in qualche modo questo... Comunque ancora le porgo i miei più sinceri ringraziamenti. È davvero gentilissima.
Cordiali saluti.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza, questo ruolo che Lei talvolta assume verso Sua madre mi fa pensare.. sa?
Lo assume anche verso il ragazzo amandolo incondizionatamente, cercando di capirlo e accontentandosi che le stia un po' vicino se ha problemi di salute.
Mah! Ci rifletta un po' anche Lei?
Cerca di esercitare una delicata "captatio benevolentia? " Si vuole sentire superiore?
Ci pensi un attimo oltre quello che puo' essere la ragione cosciente.
Buona serata
[#6]
dopo
Utente
Utente
Dunque, Dottoressa, lei pensa che sia tutto un atteggiamento costruito il suo? Che quando fa qualcosa di carino per me è così, tanto per...? Che le sue parole siano tutte bugie?
Sono domande che io stessa mi sono rivolta spesso, però mi chiedo come si faccia, dopo così tanto tempo e così tante cose condivise, a non tenerci per nulla ad una persona o a prendersene gioco? Premetto che lui non mi ha mai promesso niente, però sostiene che fra noi non è solo fisicità, che c'è ben altro ad unirci. E al di fuori di ciò che può esser stato detto, lui certe cose me le ha anche dimostrate a fatti.
Non è mai stata mia intenzione fargli da madre e sinceramente io sentivo di comportarmi da amica, da persona innamorata, confidente, non da seconda madre con lui. Ci ascoltavano a vicenda.
Se voglia sentirsi superiore non lo so, può anche essere boh... Ormai è messo tutto in dubbio.

Buona serata anche a lei.