Alimentazione incontrollata

Salve, volevo chiedervi un parere su una forma di disagio che sto vivendo, anche se non so se chiamarlo proprio così: mesi fa per quasi tutta la stagione estiva mi capitava di voler iniziare una dieta o semplicemente una sana alimentazione, ma capitava in maniera ricorrente di mangiare grandi quantità di cibo senza non riuscire ad avere nessun controllo, come se in quell'ora il cibo mi dominasse (e come se quell'ora della giornata fosse fine a se stessa) ..ma la cosa più brutta era il sentirmi terribilmente in colpa, anche mentre lo facevo, ma questo non bastava per controllarmi; succedeva in un piccolissimo momento di un intera giornata in cui magari mi trovavo da sola in casa o in macchina. Dopo tutto questo finivo per passare il più tempo possibile in palestra, per cercare di rimediare. Sono partita da questo episodio, perché ad oggi nuovamente, finisco per ritagliare parti della mia giornata in queste abbuffate di cibo, con la differenza che nel momento in cui lo mastico mi sento troppo in colpa a buttarlo giù e lo sputo.
Io vorrei solamente trovare un equilibrio e non dover ogni volta comportarmi in questo modo, anche perche il senso di colpa dopo è terribile, ma è come se fosse un vizio del quale non riesco a farne a meno
Se potreste darmi una vostra opinione, ne sarei molto grata
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
già il titolo della sua richiesta di consulto fa pensare che lei abbia consapevolezza di avere un problema.
Uno psicologo potrebbe aiutarla nella disamina della sua condizione, cercando di capire perché lei ha attribuito ai cibo altri significati, oltre a quelli di nutrimento.

Il cibo, in questi casi, diventa una consolazione, un amore, un amante, un genitore, un ansiolitico, un antidepressivo e così via...

Si faccia aiutare, online non è possibile aiutala davvero. Ma indirizzarla verso possibili percorsi risolutivi.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Ragazza,

come la Collega anch'io le consiglio di rivolgersi a uno psicologo che meglio può valutare la situazione, situazione in cui l'assunzione di cibo (anche se limitata a un momento della giornata) è senza controllo e con una quantità ingente di cibo per poi "rimediare" andando in palestra, ma poi la cosa si ripete, e anche per meglio focalizzare e capire cosa le capita in quel momento e perchè.

Penso che questo comportamento, più che un "vizio", possa essere spia di un disagio, quindi non faccia passare altro tempo.

In un percorso psicologico avrà anche modo di capire e affrontare il vissuto di colpa che segue queste sue condotte e a cui, nonostante tutto, non basta per farvi fronte, anzi la fanno stare peggio.

Un cordiale saluto

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

[#3]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Vi ringraziò per le risposte immediate,
Si.. bene o male sono consapevole di questa condizione, ed anche che il cibo a volte è come una forma di appagamento, se non fosse per le sensazioni dopo... Cercherò di vedere se potermi affidare ad uno specialista, l'unica cosa che voglio ora è capire cosa possa bloccare questo comportamento
[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
Cio' che potrebbe, dico potrebbe, limitare un po' le abbuffate sarebbe comprendere "cosa lei se ne faccia".
Le servono a punirsi? A bloccare qualcosa che altrimenti non riuscirebbe a blocare? A darle una illusoria sensazione di essere "riempita"?
Se ingrassa a cosa Le puo' servire ingrassare? A sentirsi piu' forte? O meno soggetta ai richiami del sesso?
Come vede le tematiche sono tante e probabilmente silenziate dalla abbuffata..
Ci pensi comunque, ci provi..

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#5]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"l'unica cosa che voglio ora è capire cosa possa bloccare questo comportamento "

In realtà ha bisogno di diventare consapevole di quali bisogni non soddisfati la inducono a cercare una gratificazione compensatoria nel cibo, questo le consentirà di orientarsi in direzione di questi bisogni e di conseguenza il cibo non sarà più cosi appetibile.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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