Relazioni nel disturbo borderline

salve a tutti, ho 36 anni e sono affetto da disturbo borderline. Dall'adolescenza ho sempre avuto vissuti devastanti e, anche se ho avuto periodi sereni, ad oggi sono arrivato alla conclusione che il disturbo si ripresenta soprattutto nelle relazioni affettive. Nello specifico nell'approccio con l'altro sesso.
Proprio di meno un mese fa ho conosciuto una ragazza e da subito ho messo in atto comportamenti seducenti affinché si interessasse a me. Ci sentiamo ogni giorno, ci vediamo. Il mio corteggiamento ogni volta è orientato al nulla di mirato sotto ogni punto di vista della normalità bensì le mie lusinghe sono dettate dal bisogno di ricevere attenzioni ed avere conferme. Idealizzo e svaluto la corteggiata in men che non si dica. Da un lato è la ragazza "perfetta" senza grilli per la testa e senza peccato dall'altro la peggior battona del mondo. Non riesco a percepire bene nemmeno cosa cerchi lei. Quando mi chiama è per me un angelo e quando non mi risponde è il diavolo. Temo l'abbandono, anche immaginario come in questo caso visto che non ancora ci mettiamo insieme. Vado in ansia, depressione, agitazione e tormento la famiglia che mi circonda con scatti d'ira rompendo oggetti.
Mi spiego, perchè quando mi piace una persona questa deve essere come dico io altrimenti è cattiva? Perchè se è davvero lusingata dal mio corteggiamento poi finisco per allontanarla senza alcun apparente motivo?
Devo ammettere che, anche se l'ho interrotta da molto tempo, la terapia durata anni mi ha aiutato ad alleviare i sintomi ed i comportamenti distruttivi e pericolosi. Ma temo sempre che ci ricaschi. Dove ho la certezza che questa ragazza non è effettivamente una poco di buono? se devo andare avanti se rifiutarla come quasi ho sempre fatto? Grazie per l'ascolto..
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, la maggior parte del disagio che vive chi ha una personalità borderline si manifesta spesso in modo dirompente proprio nell'ambito delle relazioni interpersonali.

Idealizzazione, svalutazione, ricerca a volte compulsiva di conferme, reazioni emotive molto intense e repentine, angoscia nelle esperienze vissute come "abbandoni", tutto questo è "all'ordine del giorno".

Ci scrive di aver fatto una terapia, e ci ha dato qualche informazione un pò sintetica in merito. Ci può dirci qualcosa in più? Quando l'ha fatta, che tipo di terapia era, con quali obiettivi, che risultati ha prodotto?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signore,
Da quello che ci dice di se' Lei sembra ben compensato.
Ha degli "estremismi" che dovrebbe cercare di smussare e penso che possa riuscirci in quanto ne ha piena coscienza.
Deve forse solo imparare a conviverci in quanto costituiscono una parte di se', del Suo modo di essere.
E' un uomo giovane e ha tutto l'interesse a realizzare tale modulazione.
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Grazie Dottori. Ho integrato farmacoterapia e dialettico comportamentale i risultati sono stati evidenti. Innanzitutto ho imparato a prendere cognizione di me e delle cose, a comportarmi. Ho eliminato i gesti autolesivi, l'abuso di alcool.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Complimenti per la sua "gestione" della situazione!
Ci tenga al corrente!
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, eliminare i gesti autolesivi, l'abuso di alcol, ed in genere i comportamenti autodistruttivi è UNO degli step della terapia dialettico comportamentale, ed è molto importante.
Le faccio i miei complimenti, perchè è giunto a dei traguardi che, immagino, non siano stati nè semplicissimi nè immediati.
Ci sono almeno altri tre obiettivi molto importanti, in questo modello di terapia:

- ridurre i comportamenti che possono interferire con la terapia
- ridurre i comportamenti che possono interferire con la propria qualità di vita
- migliorare le proprie abilità comportamentali

Verosimilmente, su molti aspetti di questi obiettivi avrà già lavorato; su altri, forse, non ancora. Ad esempio, il terzo punto ("migliorare le proprie abilità comportamentali") prevede di solito dei lavori specifici per:

- aumentare la propria consapevolezza del momento che stiamo vivendo (abilità di mindfulness)
- aumentare l'efficacia dei nostri comportamenti quando interagiamo con gli altri (abilità di efficacia interpersonale)
- aumentare la nostra capacità di riconoscere, accettare e regolare i nostri stati d'animo (abilità di regolazione emozionale)
- aumentare la nostra capacità di confrontarci con la sofferenza inevitabilmente presente nella vita umana (abilità di tolleranza della sofferenza).

Come vede, è un "menù" bello ricco, che prevede tante abilità da allenare, con esercizi specifici per ognuna.

Forse (ipotizzo), una volta ridotti i comportamenti autolesivi, che interferivano con la terapia e che riducevano drasticamente la sua qualità di vita (es., gesti autolesivi ed abuso di alcol), potrebbero esserci altri "step" ulteriori di cui potrebbe beneficiare, magari nel campo delle sue relazioni interpersonali e nella regolazione dei suoi stati d'animo.

Che ne pensa?
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Dr.ssa Valentina Zanon Psicoterapeuta, Psicologo 23
Gentile Utente,

mi associo ai colleghi nel complimentarmi con lei per i risultati raggiunti e per la consapevolezza acquisita circa i suoi stati mentali e i meccanismi automatici che si innescano nelle relazioni. Spesso infatti, si innesca un meccanismo di autosabotaggio proprio quando si percepisce la possibilità di un concreto miglioramento.

Concordo con il Dr, Cali nel suggerirle di considerare una ripresa della terapia Dialettico Comportamentale nei suoi moduli più avanzati che ha esaustivamente descritto.

Auguri, valentina

Dr.ssa Valentina Zanon

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dopo
Utente
Utente
Grazie a tutti Dottori.
Gentili e prenderò seriamente in considerazione tutto cio' che avete detto.

MA mi viene da fare una domanda:
ma perchè è insito in me il fatto di cercare le relazioni con le persone complicate e pericolose? Donne impossibili, instabili emotivamente anche loro magari, e non guardo alla ragazza della "porta accanto" ?

Grazie
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Le confidero' un segreto: le ragazze della porta accanto difficilmente sono in grado di dare quell'emozione che Lei vorrebbe provare, e sa perche'? Perche' abitano accanto.. si sa tutto di loro, non c'e molto mistero!
E' il dramma delle cose troppo "normali". Che ne pensa?
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dopo
Utente
Utente
Quindi potrebbe dire che è del tutto normale Dr.ssa Esposito? :)
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Normalissimo!
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dopo
Utente
Utente
Quindi se capitano che ben vengano le emozioni e vale la pena provarle cercando di non farsi troppo male?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Perfetto!
Ha sintetizzato il concetto alla perfezione!
Le emozioni sono cio' che da' un senso alla vita, ma e' il dosaggio a renderle piacevoli o spiacevoli!
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Le propongo un punto di vista alternativo alla riflessione suggerita dalla dott.ssa Esposito. Il problema non sono le montagne russe: è salirci su, e poi "lamentarsi" per il continuo sali-scendi... Che ne pensa?
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dopo
Utente
Utente
Dr. Calì, non capisco esattamente cose vuole dire. Potrebbe spiegarsi con un esempio semplice e banale? grazie.
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dopo
Utente
Utente
Ahhhh ho capito cosa vuole dire. pardon!
Non comprendevo bene la sintassi. Quindi il problema arriva una volta salitti sulla giostra! ..... però aggiungo, un esempio sarebbe utile. magari analizzando in linea di massima quello che ho detto fino ad ora
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, io non conosco la sua vita, quindi mi viene parecchio difficile "farle un esempio".
Quello che posso dirle, fuor di metafora, è che è compito di ognuno di noi "tutelarsi" da ciò che gli fa male e lo danneggia, ANCHE se gli piace.

Le persone che agiscono in modo tormentato, complicato, pericoloso, possono apparirle anche molto intriganti. Il problema non è se le piacciono, il problema sono le conseguenze sulla sua vita, quando comincia ad andar dietro a queste persone.

Se lei (per ipotesi) andasse dietro a persone così altalenanti, ed in più fosse, diciamo, propenso ad idealizzarle e poi buttarle giù, quale sarebbe l'effetto sul suo stato d'animo, sul suo equilibrio, sulla sua vita emotiva?
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