Sorella BORDERLINE, famiglia SFINITA!

Salve a tutti. Ho letto diversi casi di consigli a partner di persne borderline su come uscire dalla "codipendenza" e potersi rifare una vita al di fuori del rapporto malato che si puo avere con un BL.

La mia situazione invece è un po' piu complicata, perche la BL in questione è mia sorella. Siamo 3 fratelli, io dell'83, mia sorella BL dell'87 e un'altra sorella piu piccola del 94.Quella di mezzo, a cui poi è stato riconosciuto questo disturbo, ha sempre avuto un carattere un po' particolare fin da bambina, molto scontrosa e introversa, ma la situazione è degenerata dopo la scomparsa prematura di nostra mamma nel 2004, per un brutto male.

LEi forse è stata quella che ha sofferto di più, data anche l'età delicata quando l'ha persa, 17 anni, da quell'anno in poi non si è capito più niente.

Ha cominciato a bere, fumare erba, e poi la situazione è degenerata con veri e propri attacchi misti di ansia e isteria, in cui può perdere anche conoscenza e esteticamente sembrano un po' quelli epilettici, ma ha fatto tutti i controlli, non sono di natura organica ma psichiatrica, li chiamano "disturbi di conversione".

L'abbiamo portata da più di uno psichiatra, ne ha cambiati 4 o 5, ma non le stava bene nessuno, e smetteva di andarci, le pasticche che le prescrivevano ne ha sempre fatto un uso irregolare, abusandone per inscenare dei "tentati suicidi".

Ha avuto sempre un rapporto conflittuale con tutto il resto della famiglia, specialmente con nostro padre (la cui unica colpa è stata quella di dover stare spesso fuori per motivi di lavoro), e con mia zia, la sorella di mamma defunta, che, non essendo sposata, ha continuato a vivere con noi, e la cui colpa era quella di metterla in punizione quando la vedeva fumare e bere, (non che però non abbia cercato di aiutarla, anzi,)all'ultimo la situazione era cosi degenerata (spesso cercava lo scontro fisico proprio con la zia, alzandole le mani), papà ha deciso di comprarle 5 anni fa (2011) un piccolo bilocale dove potesse gestirsi da sola. Sempre coi soldi nostri, prende una piccola pensione di invalidità e il resto glielo diamo io e papà..Ha provato a cambiare 2 o 3 lavori ma si è sempre fatta cacciare o per litigi sul posto di lavoro o per difficoltà logisitca ad arrivarci (le possono prendere attacchi d'ansia sia a guidare che a prendere mezzi troppo affollati.
Ora ci accusa di averla "scaricata" in questa nuova casa, anche questo non vero perche ci siamo offerti piu volte io e la piccola di dormire a turno per farle compagnia, ma dopo un po' la ns compagnia non la gradisce piu... In compenso ci chiama quando decide lei, e se ci si rifiuta x nostri impegni, "si fa venire una crisi" o inscena un tentato suicidio... Io ci ho rimesso un posto di lavoro e la mia fidanzata per questa mia sorella, oltre a tante botte prese, pure. Quando va in P.Soccorso per qualche suicidio, le propongono di ricoverarla, ma le lasciano il potere di firma ed esce. E non vuole andare dallo psichiatra. Che dobbiamo fare?

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 508 41
Gentile Utente,

capisco le Sue difficoltà, perché quello relativo ai disturbi della personalità è un impegno notevole per tutti, psicoterapeuti compresi.

Il problema principale di questo tipo di disturbo è sia l'impulsività e il discontrollo degli impulsi, sia la relazione con voi.

Il pz borderline fa spesso dei test alle persone con cui intraprende relazioni per verificare e provare la tenuta della relazione stessa. Quindi non è facile perché specularmente ciò che prova Lei che scrive lo prova anche Sua sorella, anzi ne è molto spaventata.

Comprendendo bene la Sua difficoltà e di altri parenti, l'unico suggerimento sensato è però quello di rivolgervi voi ad uno psicoterapeuta per poter meglio capire come comportarvi con Sua sorella.

Non raccolga le provocazioni e le prenda per ciò che sono: dei test per capire fin dove può arrivare. Chiaramente è possibile condividere con lei il vostro stato mentale.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Difficile davvero, se questa vostra sorella ha raggiunto un assegno di invalidità, forse si potrebbe, anche tramite il medico di famiglia domandarsi e domandare se , visto che va così spesso al PS non sia possibile intervenire con le medicine depot , che baypassano la mancanza di costanza del paziente e forse possono essere utili in questo caso..Cercate di parlare con gli psichiatri per aiutare la sorella , ma anche per la qualità della vostra vita..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
Vi ringrazio anzitutto per le risposte....

Il problema è che lei è iscritta al CIM ma ci va quando vuole lei, e troppe poche volte rispetto a quanto avrebbe bisogno...

Non so nemmeno come sia possibile che ogni volta che fa qualche cocktail di farmaci o alcol le diano il potere di firma per uscire.... quali sono i parametri per curare coercitivamente una persona? aspettare che magari una volta ci riesca a farsi fuori o a bruciare casa? (tante volte l'ha minacciato di farlo e una volta che ci ervaamo rifiutati di sottostare ai suoi "ordini" ha rotto quadri e specchi....minacciandoci altre "ritorsioni" in un secondo momento se non glieli avessimo ricomprati..

E' una situazione diventata ingestibile....io a furia di permessi su permessi rischio anche questo lavoro (che è sempre precario), la sorella piccola ormai ha sospesi momentaneamente gli studi universitari perche stiamo sempr attorno a lei...
un mio amico che sta in polizia mi ha consigliato di sporgere denuncia per lesioni quando alza le mani (io ho due punti in testa per una botta presa col mattarello da lei tanti anni fa).... Sto valutando anche questa ipotesi, ma per quanta rabbia provi verso di lei è sempre mia sorella...e vorrei evitare di sporcarle la fedina penale...c'è un modo per applicare un ricovero coercitivo senza procedere penalmente? (assistenti sociali, medico di famiglia, CIM, ecc) Non voglio rovinarle la vita e non voglio dare l'impressione di quello che "la chiude in manicomio e butta via la chiave" ma non voglio e non posso permettere piu che nemmeno lei la rovini a noi, oltre che a sè stessa.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signore,
Purtroppo la situazione che descrive e' molto penosa per tutti voi.
L'unica possibilita' di ricovero coatto in base alle leggi attuali e' il TSO Trattamento Sanitario Obligatorio che comunqe non e' un "manicomio" e non consiste nel "buttare via la chiave".
Quello che invece potrebbe fare e' informarsi sule possibilita' di ricoveri in Comunita' Psichiatriche di Cura.
Io ho molta fiducia in questi trattamenti perche' conducono i ricoverati a mutare il loro rapporto con il contesto, cosa basilare per ciascuno di essi.
Un disturbo borderline potrebbe trarre molto giovamento da tale rieducazione, proprio per gli strumenti professionali che vengono adottati. E che non possono essere adottati in famiglia.
Spero di averLe dato un buon consiglio.
Lei inoltre vive a Roma ed e' un territorio molto fornito di tali strutture!
Ci faccia sapere!
I miei saluti!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#5]
Utente
Utente
La ringrazio, dottoressa Esposito, per la Sua precisa risposta... Anche io sarei piu propenso a un ricovero presso una casa di cura specializzata. Però si torna sempre al punto che dovrebbe essere lei a volerlo.... se la "paziente" non vuol saperne nè di farsi seguire, men che meno di farsi ricoverare, noi cos'altro possiamo fare? accorrere a ogni suo gesto "folle" e rinunciare a lavorare e avere una nostra vita?
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