Rapporto mamma e malattia

Buonasera,
Vorrei chiedere un consiglio su come comportarmi nei confronti di mia mamma.
Sono una ragazza che fin da piccola ho avuto problemi di salute, non gravi ma cronici come frequenti tonsilliti, influenze ricorrenti, bruciori di stomaco e difficoltà digestive, ho sviluppato la fobia del vomito che ho curato con anni di cura cognitivo comportamentale e ora soffro di colon irritabile. Ho fatto tantissimi esami di tutti i tipi e visto tantissimi specialisti. Mia mamma è sempre venuta con me alle visite e mi ha sempre sostenuta quando stavo male, ha anche partecipato alle sedute di psicoterapia quindi ho sempre ritenuto il suo aiuto positivo. Adesso che convivo, mi ritrovo a sentirla più volte al giorno, la chiamo io ogni sera e lei ha preso il vizio di contattarmi tramite whatsapp per chiedermi come sto ad ogni ora del giorno, se non le rispondo si arrabbia e se le spiego di non farlo e comunque smette per pochi giorni facendo l'offesa e poi riprende come prima. la vedo molto apprensiva e preoccupata tende a dirmi di non fare sforzi e fatica e vorrebbe io evitassi di fare ogni tipo di attività un po faticosa come crossfit, subacquea, arrampicare ecc... Dall'altro lato io molte volte sto molto male per via del colon irritabile tanto da impattare la mia vita sociale e lavorativa quindi sono preoccupata per la mia salute e contatto lei per una rassicurazione , un confronto e un supporto. Mi capita di essere giù di morale per il mio malessere e lo racconto a lei.
Pare però che io abbia creato un circolo vizioso...chiedo gentilmente se mi potete indicare il giusto modo di rapportarmi alla situazione.

Grazie
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
Lei chiede la soluzione matematica della "quadratura del cerchio"come fosse una moltiplicazione!
La sua condizione di salute, peraltro non contrastata da Lei, e con la quale Sua madre ha colluso volentierissimo ha creato una gabbia. Nella quale entrambe siete prigioiniere!

Per ristrutturare il rapporto Lei deve ristrutturare se stessa prima di tutto. Sua madre a sua volta dovrebbe ristrutturare la rappresentazione che ha di Lei, del'esigenza di amarla proteggendoLa come una leonessa protegge i suoi cuccioli.
Da tutta questa ristrutturazione dovrebbe riuscire a sorgere un nuovo rapporto.
Non ho incluso in tale super-ristrutturazione il Suo convivente perche' al momento non saprei come collocarlo. Ma la sua posizione non e' secondaria.
Penso che un consulto psicoterapeutico psicodinamico almeno per Lei inizialmente sia consigliabile per iniziare a orientarsi.
Poi si vedra' come proseguire!
I miei auguri cara Signora!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

<<Pare però che io abbia creato un circolo vizioso...<<

sembra proprio così.

Lei è stata una bambina gracile e dunque la malattia ha avuto una parte importante nella relazione infantile con Sua madre.

Questa dinamica continua anche ora, anche se - francamente - una ragazza che fa <<crossfit, subacquea, arrampicare ecc...<< non mi sembra proprio così fragile.

Eppure Lei, negli episodi di colon irritabile, si fa consolare da Sua madre... e dunque di conseguenza Sua madre si permette di "aprire la Sua porta senza bussare" (mi passi la metafora).

<<il giusto modo di rapportarmi alla situazione.<<?
ri-stabilire dei confini, tagliare il cordone ombelicale, auto-consolarsi...

Ma un padre non c'è?
E' lui - simbolicamente - a far sì che la madre non sia solo madre.



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
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Utente
Utente
"Per ristrutturare il rapporto Lei deve ristrutturare se stessa prima di tutto. Sua madre a sua volta dovrebbe ristrutturare la rappresentazione che ha di Lei, del'esigenza di amarla proteggendoLa come una leonessa protegge i suoi cuccioli. "

Gentile dottoressa Esposito, io posso sicuramente lavorare sul ristrutturare me stessa ma soffro nel vedere mia mamma piangere e mettermi il muso per il mio cercare di essere in dipende te da lei. Lei non vuole cambiare questo rapporto, come posso costringerla a farlo? Ho paura di crearle una depressione...
[#4]
dopo
Utente
Utente
Rispondo alla dottoressa brunialti, innanzitutto la ringrazio.
Sono sempre stata fragile, poi con gli anni si cambia e ora sono sicuro che con l'impegno potrei fare tutti questi sport ma ancora non li faccio perché sono frenata dal suo insistente blocca e mi e dirmi che mi stanco e sto più male di cosi che non fanno per me ecc..

Mio padre c'è ma ormai è da anni rassegnato al modo di essere di mia madre e la lascia fare. Si è creato un suo mondo dove lui esce, fa sport ecc... Quando può la coinvolge quando non riesce fa da solo.

Le chiedo nel ristabilire i confini la farò molto soffrire, non mi devo sentire in colpa per questo? Lei me lo fa pesare molto.

Grazie mille
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

<<nel ristabilire i confini la farò molto soffrire, <<

Non "la farò molto soffrire" , bensì Sua madre soffrirà molto.
Lei gentile ragazza sta percorrendo la propria strada; e il percorso evolutivo dei figli è quello di volare via dal nido. A meno che qualche problema non li trattenga lì, in quel nido che sia farà via via troppo stretto.

Lei è stata in grado di fare il primo passo, quello di andare via per convivere con il Suo ragazzo.
Ma ci sono due problemi ancora:
attraverso le telefonate ambedue perpetuate e nutrite ancor oggi le vecchie dinamiche;
anche se è via di casa ha ancora dentro di sè gli occhi giudicanti del "genitore interiorizzato", che la fanno sentire in colpa e Le fanno credere che è Lei l'origine di tutto.

<<non mi devo sentire in colpa per questo? Lei me lo fa pesare molto.<<
Non ha commesso nessuna colpa e dunque non si senta in colpa, contrasti i sensi di colpa.
Lei sta cercando di modificare un "sistema" che da sempre funziona in una certa maniera; è "patologicamente normale" che l'altra persona resista in ogni modo .

Occorre evitare il destino di Suo padre, non crede?


[#6]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la sua cortese e molto chiara risposta.
Le chiedo gentilmente se mi può dare un'indicazione su come posso ri-stabilire dei confini e tagliare il cordone ombelicale, senza essere scortese e doverle rispondere malamente cosa che mi capita di fare perchè è l'unico modo di farla smettere in certi casi.
Vorrei trovare un modo di interrompere questo circolo vizioso senza diventare cattiva....

Grazie mille
[#7]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signorina,
Come avra' intuito dalle nostre risposte "tagliare i cordoni" in certi casi non e' mai indolore. Soprattutto nei confronti di una mamma iper protettiva.
Potrebbe iniziare a piccole dosi, diminuendo le telefonate e distaccandosi "di fatto" da Lei. Ora che ha iniziato una convivenza questo distacco e' logico per Lei e dovra' esserlo anche per Sua mamma.
Lei dovra' cercare di porre dei "confini" rigidi. E mantenerli soprattutto. Anche se in alcuni momenti questi confini potranno sembrare sgradevoli anche per Lei.
Ci faccia sapere come va e intanto metta a punto una strategia personalizzata.
I miei auguri!
[#8]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
<<Vorrei trovare un modo di interrompere questo circolo vizioso senza diventare cattiva....<<

Il primo elemento è l'essere profondamente consapevole di stare nel giusto.

Quando si sa di essere nel giusto, non occorre aggressività; si è in grado di rispondere con FERMEZZA, senza sgarberia e senza cedere.
Lei sta difendendo una Sua linea di confine, e la consapevolezza e convinzione che "di qui non si passa" potrebbe aiutarla.

Inoltre, considerato che l'esigenza di autonomia è Sua, può iniziare a non chiamarla più di una volta al giorno al massimo, ma MAI per <<contatto lei per una rassicurazione, un confronto e un supporto.<< E' il suo compagno la Sua famiglia attuale, lì cerchi un supporto. La Sua famiglia d'origine rappresenta il passato.

Andrebbe evitato di rispondere ai vari contatti sutramite whatsapp, adducendo motivi di lavoro anzichè contrastarla direttamente.
Se mamma si offende, Lei pensi che anche Sua madre sta facendo un percorso faticoso e... la lasci "lavorare" dentro di sè (senza interrompere con telefonate dettate dai sensi di colpa o dalla pena).

Ho accompagnato molte ragazze e donne in questo tipo di percorso, e posso assicurarLe che cambiare il "sistema" è possibile.
Se invece vede che - nonostante gli sforzi - Lei non ce la fa, è opportuno farsi aiutare da un nostro Collega per trovare energie aggiuntive.

Saluti cordiali.
[#9]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto!
é stata gentilissima e molto chiara, proverò in questo modo e vi terrò informate.
Mi ha fatto molto ben comprendere la sofferenza di entrambe nel creare confini netti ma la necessità di interrompere questo comportamento comunque dannoso quindii non mi devo sentire in colpa.

Nel caso la cosa non funzioni contatterò sicuramente un collega per ricevere un aiuto aggiuntivo.

Grazie mille
[#10]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Mi fa piacere.

(Ci siamo)



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