Vocabolario spinto durante rapporti sessuali

Buonasera, ho 27 anni e frequento da qualche tempo un ragazzo di 28, con il quale ho avuto da subito molta affinità.
Durante i primi rapporti sessuali completi ho notato una scarsa resistenza nell'erezione, con conseguente evidente disagio da parte sua, nonostante prima del rapporto dimostrasse un'evidente eccitazione e molto desiderio nei miei confronti.
Così le serate finivano o praticando sesso orale o solamente con molto rammarico da parte sua; io ho sempre cercato di sdrammatizzare e di consolarlo, ma alla fine ho capito cos'era che lo bloccava, perché lui, con molto imbarazzo e sensi di colpa, me lo ha confessato.
In pratica lui riesce ad eccitarsi solo se durante il rapporto mi rivolge parole "offensive" o richieste con linguaggio da "film porno" e gli piacerebbe che io gli facessi dei complimenti anche volgari per elogiare le sue prestazioni (e dimensioni, effettivamente sopra la media secondo me).
Questo gioco è in realtà solo verbale, nel senso che nella pratica non si traduce in rapporti troppo "particolari", solo molto fantasiosi.
Il romanticismo durante il rapporto sessuale ha per lui un effetto "anestetizzante".
Io gli ho detto che per me non c'è problema, che se per lui è indispensabile per il buon esito della performance, sono disponibilissima a fare questo gioco.
Da allora però, i rapporti sono molto migliorati, ma lui ha dei forti sensi di colpa nei miei confronti e si sente "depravato" perché nell'intimità mi tratta come una prostituta mentre in realtà mi ama profondamente.
Ha bisogno di essere continuamente gratificato, sia nella vita sessuale, ma anche nella vita sociale, è molto competitivo e vuole primeggiare in tutto.
Ho capito dai discorsi che ha avuto dei genitori molto esigenti, che fin da piccolo hanno sempre preteso il massimo da lui, creandogli in realtà delle grandi insicurezze.
Vorrei tanto aiutarlo, ma mi sembra di non trovare mai le parole giuste per convincerlo che non deve dimostrare proprio niente, né a me né a nessun altro; vorrei solo farlo uscire da questo disagio.
Potete darmi un consiglio?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Il romanticismo durante il rapporto sessuale ha per lui un effetto "anestetizzante".

Gentile Utente,
Si chiama scissione.
Scissione tra affettività ed erotismo, capita - per tutta una serie di eventi, soprattutto educativi della vita - che molti uomini amino donne che non desiderano e desiderano donne che non amano, come diceva Ferud.

Lei non può fare nulla, ma lui dovrebbe - nel caso lo volesse - approfondire la sua psiche...e la sua sesualita ...

La diagnosi del deficit erettivo inoltre, andrebbe sempre effettuata, potrebbe avere qualche problematica che argina o raggira con una verbalizzazione audace.


"Io gli ho detto che per me non c'è problema, che se per lui è indispensabile per il buon esito della performance, sono disponibilissima a fare questo gioco."

Non credo sia utile.
Se fa piacere anche a lei, va bene tutto, ma farlo solo per la sua "performance" - che è davvero una brutta parola quando si parla di intimita... - sembra quasi una donazione.




Provi a consultare queste letture, ma se volesse approfondire nel mio sito personale www.valeriarandone.it , e nel mio blog https://www.medicitalia.it/valeriarandone/ ne troverà tante altre.


https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html
https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html
https://www.medicitalia.it/valeriarandone//news/1593/Mancanza-d-erezione-

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa, la ringrazio molto per la risposta e per le letture che mi ha consigliato che farò sicuramente.
Spero di riuscire a trovare il giusto modo di consigliargli un consulto, anche se non sarà facile. Lui ha da una parte una grande autostima della sua sessualità, soprattutto quando sente di potersi lasciare andare verbalmente durante i rapporti e ama molto sentirsi adulato e gratificato verbalmente, e in questi casi non ha nessuna problematica di tipo erettile, tutt'altro. Ma ha avuto per contro una grande insicurezza nel confessarmi questi suoi gusti, io probabilmente mi sono espressa male parlando di performance, ma per lui è fondamentale che il rapporto sia comunque un'esplosione di estasi, mentre io considero soddisfacente anche un rapporto solo tenero e meno...esplosivo.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve, leggendo le sue parole, ho sentito importante una sua riflessione che mi è parsa centrale: lui ha bisogno di conferme e gratificazioni.

Questo potrebbe essere un aspetto fondamentale che lei ha potuto intuire nell'incontro con lui. Quando cioè si sente adorato, per lui questa è una condizione "estatica", che lo pone in una dimensione eccitatoria, potremmo dire dal punto di vista fisico, ma anche come conferma di sé e del proprio valore in generale.

Il fatto di sentire di trattarla come una "prostituta", potrebbe essere un aspetto complesso, di cui sarebbe parte questa modalità che stiamo sottolineando. Avere una donna particolarmente disponibile, che dà conferme, che è un suo possesso, ad esempio, potrebbe significare per lui essere un uomo di valore. Un valore inestimabile che significa anche sentire sicurezza in sé, chissà se dovremmo dire finalmente.

Mi aggancio al pensiero della dottoressa Randone, quando parla di donazione e performance.
Lei ci sottolinea che si è espressa male, ma mi è sembrato che vorrebbe anche una sessualità differente, uno scambio fatto di erotica intimità e non solo di parole. Di vicinanza e passione, di fiducia e abbandono. Potrei dire un esserci insieme.

Mi sono chiesto se forse lei sente qualcosa di inautentico da parte di lui, ma anche da parte sua, in questo suo donarsi in cui a lui dà qualcosa perché sente che è forte in lui una carenza, ma allo stesso a se stessa toglie qualcosa, poiché mette da parte i suoi desideri. In qualche modo, con questo meccanismo, mantenete entrambi lo status quo, rimanendo ipoteticamente fermi in un circolo vizioso.

Potrebbe essere questo un punto chiave: se lei si dona di meno nel senso richiesto da lui, è più autentica per entrambi. Questo però significa anche sollevare il problema, uscendo dal meccanismo.
Se lui è desideroso di affrontare il problema, questa sarebbe una preziosa occasione, altrimenti potrebbe esserci una chiusura da parte di lui.
Il fatto che si sente "depravato" e dispiaciuto di attuare questo tipo di pratica sessuale forse è un buon segno, che potrebbe indicarci un suo desiderio di cambiare. Certo non è una strada in discesa, ci vogliono tempo, impegno e molta pazienza.

Due domande possiamo porci che forse potrebbero aiutarci.
Una prima domanda è se questa modalità avviene anche nella vita in generale con lei, se lui cioè ha bisogno di molte conferme, anche al di fuori dei rapporti sessuali. Lei sottolinea che questo avviene anche nella sua vita sociale, ma con lei cosa avviene?
Le chiedo questo perché mi sono chiesto se forse l'effetto "anestetizzante" del romanticismo non ci possa testimoniare che lui è dolorosamente insicuro di se stesso, come lei d'altronde ci comunica. Potremmo quindi dire che il romanticismo non solo non gli dia un'energia esplosiva, ma al contrario lo getti in una condizione di inquietudine per una serie di complessi vissuti, di cui lei ci accenna ad esempio relativamente alla relazione con i genitori, che andrebbero aperti e indagati approfonditamente.

La seconda domanda l'avevo già scritta tra le righe, e cioè se lei, nella sua esperienza di vita, è abituata più a dare che a ricevere, trascurando se stessa e i suoi bisogni di donna e di persona.

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Buonasera dottore, sì il fatto di sentirsi adorato per lui è fondamentale nella dimensione eccitatoria, infatti, quando sono iniziati i rapporti e io non sapevo di questa sua esigenza, il sesso non era molto soddisfacente perché nonostante all'inizio ci fosse molto coinvolgimento anche da parte sua, lui dopo poco non riusciva più a proseguire nel rapporto perché era come se gli mancasse qualcosa, che io però inizialmente non sapevo cosa fosse.
Per lui è proprio un'esigenza non solo a livello sessuale, ma anche personale.
E quando dice di sentire il bisogno di potermi trattare da "prostituta" è perché sente l'esigenza di stare con una donna con cui può dire o fare qualunque cosa senza paura di offenderla...in realtà è semplicemente un bisogno "verbale" perché il rapporto sessuale è assolutamente normale, è una persona molto fantasiosa, ma non ha richieste di pratiche "particolari"...
E' la sua insicurezza che traspare che mi dispiace, la richiesta continua di conferme, soprattutto nella sfera sessuale.
Anche se lui stesso mi parla spesso di come i suoi genitori lo abbiano cresciuto mettendolo sempre di fronte a confronti con i suoi fratelli che magari avevano risultati migliori nello studio o in altri campi. Per loro non era mai abbastanza bravo.
Comunque dal mio punto di vista, considero la nostra vita sessuale appagante, anche se per renderla tale, ho dovuto "accettare" di sentirmi dire queste frasi che possono sembrare offensive, ma solo al di fuori del contesto in cui vengono dette, nel senso che so benissimo di essere una persona che lui stima e ama.
Al di fuori della sfera sessuale, è un uomo molto sensibile, dolce, romantico, a cui piace sì ricevere complimenti, questo sicuramente sì, in generale, sull'aspetto fisico, sugli aspetti positivi del suo carattere ecc.
Non credo però che lui si senta "depravato" nel chiedermi di potermi dire certe parole, ma credo più che lui abbia avuto il timore all'inizio che IO lo considerassi un depravato a farmi certe richieste.
Ma non sono sicura che lui percepisca questo suo "gusto" come un problema, teme di più il mio giudizio, che comunque non è negativo, perché io per prima non lo considero tale.
Per rispondere alla sua ultima domanda, anche se penso che lei abbia già capito la risposta, io sono sicuramente una persona più portata a dare che a ricevere...anche trascurando me stessa.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
È importante tener presente che ci troviamo in una situazione complessa, poiché ci sono i vissuti personali di ognuno di voi e, allo stesso tempo, il modo in cui questi vostri due mondi si incontrano.

Quando dice che per lui "era come se mancasse qualcosa", sento importante leggere la sua affermazione anche da un'altra angolatura. Se lui si approccia nella sua vita con un carico emotivo di "non essere mai abbastanza bravo", questo si può verosimilmente verificare anche durante i rapporti sessuali. Quindi, quello di cui potrebbe aver bisogno è che lei contraddicesse questa terribile sua convinzione interiore, in un certo senso dimostrandogli nel modo più evidente possibile il contrario.

Come dire, teme il suo giudizio, questo lo condivido, ma è anche vero che porta già dentro di sé quel giudizio che in lui si è formato, come lei ci dimostra attraverso la sua storia, in un tempo molto antico. Non sembra cioè libero, e questa potrebbe essere una delle ragioni, che dev'essere appronfondita, per cui non riesce a vivere il rapporto sessuale, diremmo in assenza di conferme. L'"anestesia" potrebbe essere un modo per proteggersi, come possibile modalità con cui lui si muove nel mondo, con la convinzione che tanto non è all'altezza delle situazioni, bisognoso di dimostrare il contrario.

Non si tratta di 'depravazione', ma di una insicurezza che lei coglie grazie a una sua sensibile attenzione per lui.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"E quando dice di sentire il bisogno di potermi trattare da "prostituta" è perché sente l'esigenza di stare con una donna con cui può dire o fare qualunque cosa senza paura di offenderla...in realtà è semplicemente un bisogno "verbale" perché il rapporto sessuale è assolutamente normale, è una persona molto fantasiosa, ma non ha richieste di pratiche "particolari"..."

Il problema non è mai la dicotomica scissione tra bene e male, tra lecito e meno lecito, ma tra il suo sentire e quello del partner.

Se lei accetta, come del resto ci scrive, perché è più portata a dare che ricevere, prima o poi, ne pagherà le conseguenze.

L'amore, la sessualità, anche la strasgressione, obbligano alla reciprocità ed al rispetto del sentire profondo dell'altro.
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