Sono precaria e non riesco ad accettarlo

Gentili dottori,
la mia è una storia come tante... salario (termine marxiiano non a caso) dimezzato e difficoltà a far quadrare i conti. Appartengo alla generazione dei nati nella fine degli anni '70, quelli che saranno più poveri dei loro genitori e quelli che, cresciuti nei fasti degli anni '80, sono stati illusi di raggiungerli se non raddoppiarli. E invece...siamo sfruttati, sottopagati, umiliati e offesi...
Mi sembra di aver cominciato a lavorare sempre in un clima di grande incertezza, eppure sono in gamba, brillante, ma...non basta, è tutto cinesizzato...siamo dei costi, e dobbiamo produrre produrre generare business far fruttare tutto...essere delle macchine da soldi.

Il punto è che non tollero più tutto ciò, sento di non avere la forza di andare avanti, sto sprofondando in una depressione incredibile (ma devo lavorare sennò non vengo pagata!) ma ho anche accessi di rabbia verso quello che mi è stato negato.
Ho già sofferto di depressione, curata sul lettino di uno psicoanalista, ci tornerei volentieri dal mio dottore, ma non posso più perché non ho i soldi; sono in cura con dei farmaci stabilizzatori dell'umore perché avevo riferito al mio dottore psico (è un medico) che volevo suicidarmi, mi addormentavo pensando al suicidio come ultima spiaggia per rassicurarmi...e lui mi ha mandato dallo psichiatra. MI FA SCHIFO TUTTO.

Ma non so più cosa fare x tollerare questa situazione: al lavoro mi sembra di essere nelle mani di uno schiavista tiranno che tratta le false partite ive come suoi sottoposti e ci manipola continuamente, sapendo che non ci sono alternative. Sono mesi che mi sforzo ma è tutto così a rilento...e le energie mi mancano...

A casa sento che non mi aiutano: danno la colpa a me perché sono spendacciona...mi son trasferita x lavoro dal mio paese natale e loro vorrebbero che tornassi...devo arrivare ad essere sull'orlo della miseria perché qualcuno di loro mi presti qualche soldo...
E nel frattempo sogno di ammalarmi e non pensare più a nulla, ma che la malattia mi porti via per sempre da questo mondo crudele.
Vi prego, aiutatemi
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signorina,
E' triste leggere la Sua demoralizzazione, la Sua depressione.
Nessuno dice che la situazione del lavoro in Italia sia rosea, ma Lei sembra davvero troppo disperata.
Nella vita di tutti, purtroppo oggi, ci sono problemi di precariato, di insoddisfazione, di frustrazione. Ma ognuno cerca a proprio modo di adeguarsi, di non farsi travolgere.
Si cerca di farlo un po' per impossibilita' di fare altrimenti, un po' perche' in tutti noi c'e un istinto di vita che porta a CERCARE una maniera di farcela. Con la compagnia degli amici, con qualche interesse che renda meno piatta l'esistenza.
Ecco, vorrei farle notare che quando questo non accade c'e un temperamento depresso.
E non il contrario.
Non e' il precariato a determinare la depressione ma una propria condizione emozionale.
Provi a chiedere al Suo ex terapeuta di continuare la psicoterapia con intervalli di tempo maggiori o integrarla con qualche farmaco idoneo a darle una "mano" a livello chimico.
Insomma non si lasci andare.
E' l'unica cosa che le consiglierei di NON fare!
Buona serata!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa,
la ringrazio della sua risposta, ma io purtroppo non so come spiegare (anche al mio compagno, che a modo suo mi sta vicino) che la vita per me, dopo quel demansionamento, ha perso di interesse e significato.
Mi ritrovo nelle sue parole perché io mi son sentita sempre depressa, ma nessuno mi credeva...perché ho un bel sorriso (!) e picchi di euforia...

Mi sto sforzando per trovare delle soluzioni, ma mi sembra sian sforzi vani...mi sto stancando troppo, quando invece io vorrei abbandonare tutto.

Sono in terapia sempre dal dottore ma nella versione gruppo, che costa di meno ed è una volta alla settimana, anche se sto accumulando un debito e mi sento in colpa.

In più, prendo il depakin + la paroxetina, ma sia lo psichiatra che lo psicoterapeuta sono restii ad alzarmi il dosaggio della paroxetina perché temono che abbia crisi di aggressività.
Gli amici? Alla fine mi vergogno a parlarne perché la risposta è: con tutti le conoscenze che hai vuoi che non trovi?
E' che pur volendo arrotondare con un lavoro manuale, non avrei il tempo per portare a termine l'altro...
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara signora!
Le do' una splendida notizia:
La psicoterapia di gruppo e' MAGNIFICA.
Confronta con gli altri. Fa riflettere su se' stessi senza compiangersi. Da' forza e fa si che non ci si senta soli!
Se e' anche piu' economica e' davvero perfetta.!

Se Lei e' anche in terapia farmacologica e' sotto controllo totale. E i colleghi che la seguono stanno facendo un ottimo lavoro!
Contro la "stanchezza" deve lottare. Potrebbe essere prodotta dalla depressione e dai farmaci (vede che e' giusto contenere i dosaggi?).
Cerchi di non perdere quelle occasioni di distrazione che il suo contesto sociale Le offre. Anche se per aderire deve fare un piccolo sforzo.
Sa che "vedersi divertirsi/uscire con amici/etc" e' una terapia antidepressiva molto valida?