Una storia travagliata, qualcuno può aiutarmi a vedere in modo oggettivo?

Buonasera,
Vi scrivo per via della mia relazione della durata di quasi tre anni con un ragazzo che ho lasciato pochi giorni fa. Storia molto intensa, meravigliosa, piena di interessi comuni, viaggi, cene fuori, regali, condivisione di ideali e di pensiero, entrambi all'antica e con una morale, ci sentivamo diversi dagli altri, lui sembrava diverso dagli altri. Finchè non trovo nella sua cronologia internet, foto di vecchie amiche. Mi sono sentita male, pensavo mi tradisse.. dopo quel colpo molto duro per me in cui ha giurato di non rifarlo mai più, passano mesi di sofferenza perchè lui ha un altro vizietto.. guardare insistentemente ogni ragazza/femmina/vecchia/giovane/donna che passa. La frustrazione e la delusione erano sempre più grandi, sempre più i rimproveri da parte mia perchè non mi rispettava, e ad un certo punto litighiamo ad ogni ora. Comincia così a sentirsi di nascosto con un'amica di cui non mi aveva mai parlato, le chiede il numero, parlano di me. Lo lascio dopo tante piccole cose tristi e dolorose che mi faceva sotto il naso e perchè sento che con il cuore è lontano; non ci sentiamo per una settimana. Quando ritorna da me dice che ha sbagliato e che mi ama, che sono l'amore della sua vita e io pazza di lui accetto di perdonarlo. Due giorni meravigliosi, ma.. Ad un certo punto gli cade uno scontrino dalla tasca; ci era uscito a cena fuori. Mi sono sentita morire, ero in macchina, ho aperto lo sportello e sono scesa, ho pianto, urlato in mezzo ai passanti quanto mi facesse schifo, pensavo ci fosse andato a letto, mi aveva presa in giro. Lui disperato giura che non c'è stato niente, che è stato un momento di debolezza perchè litigava con me. Facciamo pace ma la ferita è grande, passano pochi mesi e una sera ho una sensazione. Di punto in bianco gli chiedo se mi nasconde qualcosa e gli trovo sul computer in una cartella, foto di altre vecchie amiche in costume. Lì ho provato disgusto. Per cosa? Per un pò di piacere virtuale. Mi supplica, provo a riperdonarlo. Passano altri mesi e a Gennaio di quest'anno sento di dover scrivere a quella famosa amica per chiederle cosa è successo durante quella cena. Mi conferma l'uscita in totale amicizia, se non che mi viene l'idea di dire a lui che io e lei saremmo uscite perchè voleva farmi vedere i messaggi tra loro. Si pietrifica, e finalmente confessa che si è dichiarato a lei, che in quei giorni le dedicava canzoni (come aveva fatto con me all'inizio). Mi aveva cancellata come quando butti un post-it. Da lì in poi è cambiato in tutto, è migliorato, si è impegnato tantissimo per dimostrarmi il suo amore, mi ha regalato un anello davvero stupendo e importante, ha sopportato le mie scenate.. però si è rotto qualcosa in me. E' passato qualunque desidero sessuale nei suoi confronti (ha preso 40 chili da quando sta con me), fastidio, niente baci abbracci o carezze, non un ti amo da parte mia. Non so più cosa provo, non so cosa fare, non so se si può riparare, e ce ne sarebbero altre da dire.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Quando finisce un amore, o sta per finire, non c'è assolutamente nulla di oggettivo.

C'è rabbia, dolore, amarezza, bilanci e la mente ed il cuore che fanno avanti ed indietro nel tempo alla ricerca di verità, certezze e, forse, cercano ancora di riparare.

Sembra che questo suo fidanzato perfetto, sia più fragile di quanto si possa immaginare,
Necessita di conferme che trova negli sguardi compiaciuti di donne di tutti i tipi, senza alcuna capacità di discernimento...o motivazione apparente.

Si scrive ed invita a cena amiche complici e consolatrici...

Decida lei, ma rifletta su un dato di fatto:
Siete giovani e forse il suo lui non è ancora pronto per un "rapoorto adulto", fatto di sacrifici ed impegni.

Consulti questa lettura, mi sembra davvero indicata


https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6492-il-mestiere-dell-ex-autopsia-di-un-amore.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Gentilissima Dr.ssa Randone, le sue parole mi hanno profondamente colpita, ha illuminato con semplicità ciò che io non vedevo: la fragilità del mio compagno. Ieri ho parlato con lui, era il suo compleanno e ci tenevo a dargli i miei regali. Abbiamo discusso su quello che è successo, e della mia incapacità di superarlo, forse per orgoglio ferito. Sono sicura che provi per me un sentimento d'amore molto forte, ed è da mesi che mette tutto se stesso per far funzionare questa relazione. In questi giorni ha letto un libro alla ricerca di un conforto e ha capito cosa sbagliava quando mi limitava molto a causa della sua gelosia, mi ha detto "Io voglio per te, ciò che tu vuoi per te", finalmente mi lascia libera di scegliere, ed io voglio scegliere lui. Trovo però ancora non poche difficoltà nel dimenticare le foto, le guardate, l'amica (che rivediamo occasionalmente perchè fa parte del gruppo). Credo di aver provato fiducia verso lui poche volte in questi tre anni, ed ovviamente è per me una delle cose più invalidanti. Quando usciamo di casa temo che guardi altre donne, che pensi qualcosa di malizioso sui loro corpi.. quando c'è questa amica sento che si irrigidisce, probabilmente diventa ansioso per la situazione, ma io interpreto il tutto come se provasse ancora qualcosa per lei. Non è facile. Il mio pensiero durante il giorno è spesso incentrato sugli avvenimenti passati, sul rancore che mi porto dietro per qualsiasi offesa mi venga fatta. Non so se può aiutarla conoscere un pò la mia situazione familiare.. Quando avevo 7 anni mio padre partì per lavoro, dovette mancare 4 anni, durante i quali io ricordo ogni singolo avvenimento, avevamo pochi soldi a detta di mia madre, la quale si ubriacava per la sofferenza e si comportava da isterica con me e mio fratello, prendeva tranquillanti.. lui che la tradì con un'altra donna di cui ricordo ancora il nome e una foto sul suo cellulare. Dopo l'accaduto, nonostante mia madre si fosse recata dall'avvocato per chiedere il divorzio, è tornato per rimanere. Lui una personalità particolare, ha perso la madre e il padre malati di cancro pochi anni prima della maggiore età, da quel poco che racconta, suo padre si ubriacava e picchiava la madre dopodichè ha lasciato lei e i suoi figli da soli e nella più totale povertà. Mangiavano solo pane e acqua quando ce l'avevano. La nonna di mio padre fu lasciata morire dai suoi figli in un ospizio, dopo che le avevano sottratto anche la casa. Sono cresciuta senza un minimo affetto da parte sua, non un abbraccio, un bacio o una parola di conforto anche solo per chiedermi come stavo o come era andata la giornata. Ho vissuto parecchi anni rimproverandolo per ciò che aveva fatto a mia madre, non capendo poi che anche lei ha giocato il suo ruolo da mente manipolatrice. E si, perchè ne ha combinate anche più di lui. Così ho vissuto con rancore fino a quando tre anni fa sono entrata a far parte di un' Associazione di volontariato meravigliosa che mi ha fatto capire che dovevo cambiare atteggiamento. Le cose sono nettamente migliorate, e me ne voglio prendere il merito, sia tra loro due che hanno smesso di litigare, sia nel mio rapporto nei suoi confronti, perchè ha smesso di essere totalmente distaccato, abbiamo riso e scherzato come mai, complici forse anche i farmaci antidepressivi che ha dovuto assumere per problemi a lavoro. Adesso però sembra ripiombato nel suo solito malessere di vita, non mi rivolge la parola, mi guarda male. Ho paura che la mia rabbia e la mia incapacità di fidarmi e di perdonare derivino da lui.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signorina,
Potrebbe darsi che questa sitazione familiare sia penetrata profondamente in Lei e a questo proposito le suggerirei di pensare a una psicoterapia approfondita per Lei, perche' certe ferite non guariscono da sole.
Possono sembrare guarite ma sono aree della propria sensibilita' sempre pronte a trasmettere dolore.
Quindi Lei dovrebbe prendersi cura di se' stessa con attenzione.
E anche nei confronti di eventuali partners essere accorta.
Lei ha bisogno di delicatezza perche' quelli che possono essere visti come incidenti non gravi da chi non abbia una particoare sensiblita' per Lei possono essere dolorosi.
Quindi rifletta su questo e cerchi di coniugare nella Sua vita le due cose importanti: recuperare serenita' per il passato e crearla nel presente.
I migliori auguri!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dr.ssa Esposito, la ringrazio per la risposta. E' da un pò di tempo che pensavo ad una psicoterapia. Purtroppo vivo nel passato, il presente sfugge dalle mie mani e non riesco a vedere il mio futuro. Sono la classica donna che non riesce a dire di "NO" agli altri per paura di ferirli, perchè vive in un certo senso una dipendenza da loro, e sono sempre pervasa dai sensi di colpi per l'idea di non star facendo abbastanza per dimostrare il mio amore. Insomma mi viene in mente un libro, in cui si fa riferimento alle Dee dentro la donna, e mi rispecchio molto in Kore/Persefone. Non riesco a diventare Regina della mia vita, sono piena di dubbi, di insicurezze: mi ama? non mi ama? mi tradirà di nuovo? saremo felici? e se andassimo a vivere insieme? i miei genitori staranno bene? sto facendo la scelta sbagliata? se va male? e poi c'è questa sorta di limbo in cui sono piombata, ma non ricordo quando è cominciato.. ho iniziato l'università, la facoltà di lingue, forse ora che ci penso meglio, spinta dal fatto che tutti mi dicevano "perchè non fai lingue? sei brava.. è bello, è utile, puoi lavorare qui e lì.." . E adesso a distanza di un anno ho dato solo una materia, non sono più convinta, la voglia di studiare mi manca da anni anche se sono sempre riuscita a cavarmela con ottimi voti nonostante il poco impegno. Sto deludendo coloro che mi amano? sento di star fallendo, eppure ho piena consapevolezza del fatto che studiare è importante, ne sento il desiderio ma non prendo la situazione in mano. Non so cosa mi prende, mi chiamano "L'eterna indecisa", e passo le mie giornate nel nulla e tra mille domande.. è come se mi mancasse la voglia di fare le cose. Lei cosa ne pensa?
Cordialmente
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
La nostra psiche e' strutturata in un certo modo che a volte ci danneggia e dobbiamo ribellarci a questi meccanismi inconsci per stare meglioi.
Come? Anzitutto comprendendoli.
Poi cercando con la forza dell'Io (le sfere piu' coscienti e quindi piu' gestibili da noi "adulti") di riparare le ferite antiche.
Lei ha dovuto soffrire molto a causa dei problemi della Sua famiglia. Problemi grossi.
Davanti a problemi grossi scattano i meccanismi di difesa inconsci. Che servono a non soccombere emozionalmente, a sopravvivere in qualche modo.
Alcuni meccanismi tendono a rigettare cio' che fa male, a negarlo, a rifiutarlo.
Altri fanno il contrario: tendono a dare un "senso" a quanto ci fa male. Per renderlo accettabile, quasi equo.
E questi meccanismi possono avere, purtroppo, dato a Lei una immagine negativa di se'. Come se il male che ha dovuto sopportare fosse in realta' dovuto a una qualche Sua inadeguatezza. E cio' per permetterle di accettarloin qualche modo.
E questo senso di inadeguatezza sembra essere ancora presente in Lei.
Non Le permette di essere "egoista" in giusta dose. La porta a non fronteggiare cio' che La circonda con forza. La "paura di ferire gli altri" e' l'emblema di cio'.
Cerchi di modificare un po', per quanto possibile, questa Sua vision antica ma ancora attiva di Lei e degli altri:
. Era Lei che, da bambina, non poteva difendersi dalle ferite che Le venivano inferte! Gli altri si difendono! Eccome! Non hanno problemi a farlo!

Ecco, faccia lavorare in se' questo pensiero.

E inizi a prendersi il Suo spazio esistenziale. In ogni modo. Senza rinunciarci!
Chissa' che la sensazione che cio' potra' darLe riesca ad essere piacevole senza generare sensi di colpa!
Ci provi almeno!
E mi faccia sapere!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"Genrile dottoressa Randone, le sue parole mi hanno profondamente compita"

Mi fa piacere, pensi de visu quanto beneficio trarrebbe da una consulenza vera e propria..


Andare avanti è possibile, ma bisogna fare chiarezza "dal profondo"