Calvizie

Vi scrivo perché ormai da anni sto impazzendo. Non riesco a farmene una ragione, la paura di sembrare brutto e vecchio è troppo forte.
Ho fatto una psicoterapia, per problematiche personali di altro tipo, ma la depressione è solo aumentata.
La cosa che mi ha depresso sulla calvizie è di aver capito che anche se uno si illude che avere o meno i capelli non è importante poi la realtà conferma il contrario. E gli psicologi spesso di questo ne sono consapevoli: per esempio non avete idea di quante volte si leggano o si sentano rassicurazioni da parte di quest'ultimi su altre questioni le quali vengono poste facendo notare che "mica stai perdendo i capelli". Un po come tipo "mica hai il cancro". Poi magari ad un malato di cancro gli si dice che anche col cancro si può vivere, ma a chi non ha il cancro ma problemi minori si utilizza l'esempio del malato di cancro per farlo stare bene. Trovo tutto ciò ingiusto.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve, condivido i suoi pensieri, ha ragione a dire che è ingiusto se si ricevono false rassicurazioni.

Vorrei chiederle se conosce la causa della sua calvizie, non sono sicuro di avere capito se è naturale oppure no?

Perdere i capelli implica una trasformazione fisica e della propria immagine di sé. Questo può spaventare.
Non è lo stesso avere i capelli e non averli, lo sottoscrivo anche io.

Spesso siamo abituati a pensare che arrivati all'età adulta, abbiamo raggiunto il nostro sviluppo e non ci saranno ulteriori cambiamenti.
Questa è un'illusione, la vita è un continuo divenire, è una trasformazione naturale. E invecchiare non è un'esperienza semplice, come lei giustamente dice.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2016
Ex utente
La mia calvizie è naturale, ereditaria.
Io a questa cosa che la calvizie abbia cause psicologiche, come molti terapeuti hanno cercato di dirmi per rassicurarmi un po', ci ho sempre creduto poco. Nel senso che la calvizie per cause psicologiche è molto rara, e poi è diffusa a tutto il cranio, non è la classica calvizie che colpisce solo i capelli sopra la testa lasciandoteli ai lati e alla nuca.

Insomma io sono geneticamente sfortunato rispetto agli altri. E per colpa di questa mia genetica, non quindi per cose che ho commesso io, non solo vedrò un volto al quale non mi riconoscerò allo specchio, ma avrò più difficoltà con l'altro sesso, sarò deriso (in modo più o meno consapevole) da amici, conoscenti o dai mass media, e magari se me ne lamenterò o ne soffrirò sarà perché non sono "abbastanza forte" perché ci sono cose peggiori che perdere dei capelli.
E già! Come se il mio soffrirne fosse una mancanza di rispetto nei confronti di chi ha altre sofferenze e che minimamente mi azzarderei a giudicare o ferire.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Un conto è la sfortuna di perdere i capelli e il fatto di vedere modificato il suo volto, un conto è sentirsi brutto e deriso.
Faccia attenzione a non caricare di un significato molto forte questa sua esperienza. Non so se questo le capita anche in altre occasioni, se le sembra di vivere il timore di non piacere o di non valere come persona? Se sente che l'immagine fisica conta del tutto nell'incontro con l'altro?

Non le sto dicendo che "ci sono cose peggiori che perdere i capelli". Io non penso che il fatto di perdere i capelli sia una sciocchezza e capisco il suo desiderio di averli. Ma che possiamo fare?

Come molti altri uomini, anche lei perde i capelli. Nessuno può fermare il divenire che siamo, come le dicevo. E bisogna fare i conti con la natura e i limiti della vita, cercando di guardarsi con un occhio più fiero.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile utente,
spesso avere delle paure peggiora il problema, lo ingigantisce o lo complica. In tali casi, più del problema che ha scatenato la paura occorre affrontare la paura stessa.

Ha mai consultato uno psicologo psicoterapeuta in merito a questa sua paura/ pensiero costante?

Penso che nell'ottica che le propongo dovrebbe ottenere dei risultati.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#5]
dopo
Attivo dal 2013 al 2016
Ex utente
Dr De Sanctis io non penso che l'immagine fisica conti del tutto, ma sicuramente conta tanto. Non posso illudermi di piacere per ciò che sono dentro dal momento che io stesso nell'altro sesso guardo anche alla bellezza fisica.
Siamo animali come gli altri e siamo geneticamente purtroppo portati a ricercare nell'altro sesso quelle caratteristiche che indicano che sia giovane, in salute e quindi ideale per accoppiarsi e far proliferare la specie. Purtroppo la ricerca della bellezza ha radici genetiche e poco possiamo farci per aggirare queste convinzioni.

"Io non penso che il fatto di perdere i capelli sia una sciocchezza e capisco il suo desiderio di averli. Ma che possiamo fare?"
Lo so perfettamente che non si può fare molto, ed è proprio questo che mi deprime e mi fa chiedere alle volte se valga la pena essere al mondo. L'idea che alla fin fine ci siano cose sulle quali noi non possiamo intervenire e che sono dettate dal caso che hanno un importanza cruciale, ripeto cruciale, sul nostro ottenere o meno successi e vivere esperienze felici.

Dr Sciubba cosa intende con paure che ingigantiscono il problema, nel mio caso specifico? E come verrebbero affrontate in una terapia? Grazie.
[#6]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Può coltivare quel "non del tutto", senza estremizzare né essere riduzionista. Questa almeno è la mia opinione.

La visione biologistica di cui parla è a mio parere solo una componente dell'essere umano, che si muove anche su altri piani.
Se utilizzassimo solo questa visione, allora sì, l'uomo e la donna "muoiono" biologicamente presto, a partire dai 25 anni. Secondo questo punto di vista una persona di 40 anni, ad esempio, dovrebbe essere quasi in fin di vita. La donna non dovrebbe arrivare neanche alla menopausa, perché biologicamente sarebbe morta, i figli sarebbero ormai grandi poiché li avrebbe concepiti prima dei vent'anni e presto non potrà più procreare; così l'uomo sarebbe sconfitto dalla bellezza dei ventenni e dalla loro potenza fisica, contro cui non avrebbe alcuna speranza nella competizione per una donna.

Questa è una logica che non può essere applicata all'essere umano, dal mio punto di vista. Né la riproduzione umana è un fattore che determina in toto la vita dell'uomo, anzi. Basti pensare alla sessualità, possiamo dire che l'eterosessualità, nelle sue pratiche, non è soltanto procreativa. Altrimenti lei dovrebbe riconoscere perfettamente quando la donna è fertile e la donna dovrebbe essere disponibile pressoché solo durante l'ovulazione.

Credo invece che esista una complessità dell'umanità, che è una specie vivente specificamente distinta dalle altre.

A mio parere non si tratta di posizioni antitetiche: bellezza esteriore contro bellezza interiore. Si tratta di un insieme di fattori.
Non le sto dicendo che la bellezza fisica non conti, però so anche che non è l'unico fattore. Oltretutto la bellezza conta al primo impatto, però poi non basta. Quante volte le sarà capitato di vedere una bella donna e poi di non riuscire più a vederne l'aspetto fisico, andando avanti nella conoscenza?

Continuo a percepire che lei in qualche modo sente che gli altri vogliano "aggirare" la questione. Condivido con lei che non c'è niente da aggirare: avere i capelli e non averli non è la stessa cosa, così come essere giovani e non esserlo.

Ci tengo a dirle che valuterei la possibilità di approfondire di più i suoi vissuti, da come parla mi chiedo se è un perfezionista e come affronta le imperfezioni della vita. Guardando dentro di sé forse potrebbe scoprire alcuni aspetti utili per gestire la sua vita in un modo diverso, tra limiti e potenzialità.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Ogni pensiero che tenda a diventare costante, ripetitivo, quasi ossessivo, ovviamente modifica il nostro "stare al mondo" in negativo. Modifica la nostra percezione della realtà e il nostro modo di rapportarvisi, ci chiude, ci confina ecc..
In questo senso si innescano meccanismi che si autoalimentano verso una spirale di stati e condizioni che peggiorano non solo il problema, ma anche la vita in senso più ampio.

La terapia, in particolare quella breve, possiede vari strumenti per spezzare questo circolo vizioso.
Potrebbe leggere qualche testo di G. Nardone sui disturbi ossessivi ad es. per avere degli esempi di terapia. Sono libri divulgativi adatti anche al grande pubblico.
Saluti
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