Pianto incontrollato

Salve, scrivo qui per un problema che sto riscontrando da circa 8 mesi a questa parte: mi capita di avere molto spesso pensieri negativi, a volte legati a vicende della vita quotidiana, altri legati a vicende passate che per me, anche se rielaborate, rimangono comunque motivo di profonda tristezza. Ciò mi porta spesso a scaricare la tensione durante la giornata (solitamente mi capita quasi tutti i giorni per un periodo di tempo che va da 1 ora a 6-7 ore) quando sono da sola. Molto spesso mi rendo conto che, nel momento in cui esco, riesco a controllare maggiormente questo stimolo, che raramente diventa dirompente in presenza di altre persone e che per fortuna riesco a controllare la maggior parte delle volte. Mi capita, tuttavia, di avere reazioni di pianto incontrollate anche se vi è una minima discussione con il mio attuale partner, e la cosa non solo crea disagio a lui ma principalmente diviene motivo di vergogna per l'infantilità del gesto e perchè tale reazione, apparentemente spropositata, mi avviene sopratutto quando ho dovuto "trattenere" il pianto per molto tempo, per cui la mimima situazione di stress mi porta a buttar fuori tutto. Ci sono dei modi per ridurre o per imparare a gestire questa reazione? Premetto che in passato non mi è mai capitato di avere questo tipo di reazioni, e che sostanzialmente da quando le ho a questa parte non vi sono stati eventi particolarmente stressogeni o negativi. Grazie in anticipo
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

nessuno di noi piange a comando o per errore...
E ci sono diversi tipi di pianto. Il pianto non deve essere soffocato, ma compreso.
Perché piange?
Quali sono i pensieri negativi che ha durante la giornata?
Che cosa sta succedendo negli ultimi mesi nella Sua vita?
Soffocare il pianto non Le permetterà di capire e risolvere.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Piango perchè nonostante le cose apparentemente vadano bene sono triste. Basta poco per scatenare una reazione, ma il tema centrale dei miei pensieri è l'idea di tornare a vivere dei brutti momenti vissuti in passato, di essere abbandonata dal mio partner, di non avere amici. A ciò si aggiunge il fatto che sto perdendo molte delle mie conoscenze perchè non riesco a coltivare più nulla nella mia vita, vivo costantemente nell'attesa di uscire con il mio partner e i suoi amici la sera pur di avere un po' di conforto dalla sua persona, l'unica che mi rimane. Quando però sono con lui, mi blocco perchè devo controllare il mio pianto, e finisco per essere giù di tono, fredda, in tensione. Appena mi lascio andare un po' mi viene da piangere. Non riesco più a vivere normalmente. Negli ultimi mesi non è successo nulla di particolare. Inoltre ho notato che molto spesso mi capita di non riuscire ad andare avanti dopo una lite, in quanto dentro di me, sento sempre di non essere soddisfatta dal modo in cui sono stata trattata dal mio partner. Ho notato che spesso i miei pensieri vertono sul fatto che mi fa soffrire la sua mancanza di fiducia ingiustificata nei miei confronti, vorrei che lui si fidasse di me.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

come vede il pianto è solo la manifestazione di un disagio che va oltre, cioè la Sua tristezza, i Suoi timori di rimanere sola, di perdere il partner e forse- se non ho capito male- di scendere a compromessi con lui salvo poi sentirsi male per come è stata trattata...

A mio avviso è indicata una consulenza psicologica di persona, per capire come risolvere il problema, in quanto è nocivo vivere nel timore che brutti eventi possano ricapitare.

Cordiali saluti,
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente
La sua reazione di pianto e' una reazione tipica dell'infanzia.
I bambini *risolvono* qualunque problema piangendo, perche'. *i grandi* si inteneriscono e *cedono* ai loro capricci. Specie se il pianto e' incontrollabile.
Purtroppo anche gli aduli talvolta *cedono* a questo impulso di *pressare* in modo incoercibile il contesto piangendo a dirotto.
Puo' essere il Suo caso?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Per la dottoressa Pileci: La ringrazio per le risposte, seguirò il suo consiglio

Per la dottoressa Esposito: La ringrazio per la risposta. Nella mia posizione non me la sento di escludere a priori la sua ipotesi, tuttavia non penso sia il mio caso, in quanto in pubblico mi capita davvero raramente di esprimermi in questo modo e solo l'1% delle volte al massimo vi assiste il mio partner, unicamente in situazioni di stress emotivo, dove il pianto trattenuto durante la serata esplode. Inoltre spesso succede che anche davanti a lui riesco a resistere ma poi una volta a casa non riesco a fermarmi
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente
Quello che mi fa osservare e' significativo.
Lei sembra dire che la rappresentazione *di se' che piange a dirotto* e' oramai uno *specchio* in cui lei si *guarda* e * si vede*.
Questo mi sembra grave in quanto sta diventando *struttura di pesonalita`*. E non piu' una mera espressione *comportamentale* esteriore e limitata.

Le consiglierei a questo punto di chiedere una consulenza ad uno psicoterapeuta dinamico con il quale mettere a punto in modo serio e approfondito cio' che Lei sta manifestando in modo inconsapevole.
I miei auguri!