Diventare padri a 47 anni

Buongiorno, dopo un matrimonio finitpo tra l'altro perché lei non mi aveva dato un figlio ma anche per altre ragioni caratteriali, ora da 3 anni convivo con una donna di 10 anni più giovane di (ne ho 46) e parliamo di avere un figlio, Io ne sarei molto felice ma alle volte penso al fatto che potrei essere un po' troppo vecchio? Sono un tipo giovanile e sportivo con tante energie ma poi penso che quando lui avrà 20 anni io sarò un quasi settantenne. Che consigli mi date? Grazie
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signore,
Lei quale consiglio vorrebbe sentirsi dare?
Se la sua è una ricerca di rassicurazione sul fatto che non ci saranno problemi, non è possibile per nessuno affermarlo con certezza. Ma non lo sarebbe neppure se Lei fosse coetaneo della sua attuale compagna...
La genitorialità è complessa e difficile (molto più di quanto sia possibile immaginare a chi genitore non lo è!) ad ogni età, anche se magari per motivi differenti.
Quali specifici timori stanno dietro alla sua preoccupazione relativa alla distanza generazionale che intercorrerebbe tra Lei e un ipotetico figlio?
Cosa significherebbe per Lei diventare padre?
Qual è la rilevanza del fatto che la precedente relazione sia terminata anche per la negazione di questo suo desiderio?

Inoltre, va considerato anche che il fatto che ne stiate parlando non è garanzia che la cicogna abbia già previsto a breve uno scalo dalle vostre parti: se è vero che statisticamente la qualità dello sperma diminuisce significativamente dopo i 40 anni, anche la fertilità di una donna di 36 è già in una fase critica.
Avete già reso più concreto il vostro discorso andando ad effettuare degli esami preconcezonali di controllo?
Cosa significherebbe per Lei non diventare padre?

Saluti cordiali.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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dopo
Utente
Utente
Per me diventare padre significherebbe dare un senso ultimo alla mia vita che altrimenti sarebbe un "binario morto". Ho avuto una vita bella e piena di soddisfazioni. Sono sempre stata una persona curiosa di tutto, ho viaggiato, e ora sento il desiderio di pensare meno a me stesso e poter contribuire affinché un altro me possa in parte essere ciò che io non sarò un più un giorno, trasmettendogli il mio sapere pur lasciandogli la libertà di essere altro da me. Mi spiace veramente non averlo avuto prima e ora ho qualche dubbio anche se so che ai tempi nostri la genitorialità si vive sempre un po' più in là negli anni.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
"dare un senso ultimo alla mia vita"
"contribuire affinché un altro me possa in parte essere ciò che io non sarò più un giorno"

Si tratta di responsabilità decisamente onerose... che paiono fare i conti con un "maldigeribile" senso di finitezza.
Sono le medesime che Lei sente o ha sentito da parte dei suoi genitori nei suoi confronti? Se sì, ritiene di averle soddisfatte?

Che ruolo riveste la sua compagna, perché farlo proprio con questa donna un figlio?
Si è confrontato con lei per conoscere quali siano le sue motivazioni ad avere un figlio? E a volere che il papà di suo figlio sia proprio Lei?