Paura omosessualità

Buongiorno a tutti.
Sono un uomo di 32 anni. Da due mesi, non riesco a identificare il giorno preciso e la causa scatenante, ho cominciato a pensare di poter essere omosessuale. La mia vita è cambiata da quel momento. Non riesco più ad avere relazioni normali, né con donne né con uomini. Le prime perché sento che non mi eccitano più come prima. I secondi perché ho paura possano farlo.
Specifico solo che non ho mai avuto pensieri omosessuali in passato. Ho anche un caro amico gay, con il quale parlavo di tutto, ma ora fatico a parlargli. Per un po' avevo smesso di andare in palestra, per paura di vedere uomini seminudi e provare eccitazione. Poi mi sono forzato: non accade nulla a livello fisico, ma sta situazione di dubbio non si affievolisce.
Sono in terapia da poco più di due mesi, questa paura è emersa dopo due sedute. La mia analista ha parlato di pensiero intrusivo, ma non ho una diagnosi di doc o altro.
Ora sono in "pausa estiva" dalla terapia. Sto cominciando a dubitare che non siano pensieri intrusivi, ma che io la abbia sempre nascosta a me stesso, per uscire fuori tutto da un momento all'altro.
Non so bene cosa fare: sono stremato da questo continuo pensare.
Grazie a chi mi risponderà.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

è improbabile che una persona si accorga a 32 anni di essere omosessuale e che questo possa essere vero se, di fatto, non ha mai provato reale attrazione per l'altro sesso.

Dev'essere successo qualcosa che ha portato a formulare questo pensiero: non riesce a rintracciare un fatto scatenante, un evento specifico che ha turbato il suo equilibrio?
E' probabile che lei fosse una persona ansiosa anche in prima o in maniera manifesta - magari con rimuginazioni e/o preoccupazioni eccessive per qualcos'altro - o in maniera latente, e che un evento scatenante abbia portato a slatentizzare quest'ansia.

Che tipo di percorso ha iniziato due mesi fa?
Si tratta di una psicoterapia psicoanalitica?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la gentile risposta.
Sì si tratta di psicoterapia psicoanalitica.
Entro più nel dettaglio: nel novembre del 2015 ho subìto la decisione di chiudere una relazione importante. La reazione è stata quella di rifugiarmi in relazioni occasionali. A settembre scorso ho incontrato una ragazza con la quale ho deciso di iniziare una frequentazione. A marzo la lascio, a maggio la riprendo perché sentivo una mancanza. Dopo pochi giorni mi trovo nella situazione di allontanarla nuovamente perché non mi sentivo felice. Ho cominciato a chiedermi perché non riuscissi a trovare una persona con cui sentirmi appagato da ogni punto di vista. Un mio amico gay mi ha detto che una delle ipotesi è che potessi esserlo anche io, che mi inventavo scuse per lasciare le ragazze e che potrei non ammetterlo. Questo mi ha un po' destabilizzato e mi ha creato questo pensiero continuo. A questo aggiungo un calo del desiderio verso le donne, che non fa altro che avvalorare la tesi di omosessualità nella mia testa.
Per completezza di informazione: sono una persona un filo paranoica e mi lascio un po' condizionare dalle opinioni altrui.
Negli ultimi due mesi questo pensiero mi crea troppi problemi relazionali, con entrambi i sessi peraltro. La possibilità di essere omosessuale mi ha prima terrorizzato, poi spaventato, ora sto provando a venirci a patti. Tipo: ok lo sono, ma lasciami in pace. Ma comunque non funziona.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

In totale accordo con quanto detto dalla collega Massaro circa la slatentizzazione di pensieri ansiosi, probabilmente causati da un evento scatenante,

Le fornisco un breve vademecum circa l'ansia di poter essere/diventare omosessuale:

- probabilmente ci troviamo in presenza una forte ANSIA che, verosimilmente, ha assunto un carattere ossessivo "sono stremato da questo continuo pensare". (come oltretutto individuato dalla sua terapeuta); ovvero connotato da pensieri e dubbi sgradevoli circa il suo orientamento sessuale.

Chi è omosessuale o lo sta per diventare:
1) non si pone dubbi continui ansiosi sul proprio orientamento sessuale;
2) nemmeno lontanamente si mette a rimuginare quanto e come fa lei. Lo è è basta! 
3) non si auto-sottopone a "test" per disconfermare il timore di essere omosessuale: "Per un po' avevo smesso di andare in palestra, per paura di vedere uomini seminudi e provare eccitazione. Poi mi sono forzato: non accade nulla a livello fisico, ma sta situazione di dubbio non si affievolisce".

Da ciò: quello che le ha riferito la sua analista circa le ossessioni, e su cui probabilmente lavorerete, "cadrebbe a fagiolo". Ci siamo? ;)

Continui a seguire la terapia e a rendersi protagonista nel percorso psicoterapico. Le tornerà estremamente utile.

Cordiali saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Sono in terapia da poco più di due mesi, questa paura è emersa dopo due sedute"

Per quale motivo è entrato in terapia?
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dopo
Utente
Utente
In realtà era una cosa che volevo fare da diverso tempo per affrontare alcuni miei problemi di sicurezza e autostima. Con la conclusione della mia ultima storia ho deciso di iniziare un percorso per conoscere maggiormente me stesso.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Ha fatto bene e ne trarrà sicuramente beneficio.
In fin dei conti ha cominciato da poco ed è comprensibile che, concentrandosi più su sè stesso, stia "vedendo" dei pensieri che forse erano presenti anche prima, ma in sottofondo.
Lasciarli emergere significa elaborarli e liberarsene, e questo non può che essere un passo importante nella costruzione di quella sicurezza in sè stesso che sentiva mancarle.
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dopo
Utente
Utente
Grazie dottoressa, incrocio le dita.
Le chiedo l'ultimissima cosa: quello che ho scritto resta nell'ambito delle ossessioni? Se può rispondermi ovviamente. Grazie
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Si può trattare di un'ossessione se è un pensiero persistente, del quale non riesce a liberarsi.