Presenza ingombrante ex

Buongiorno, ho quasi 40 anni, lei qualcuno meno, stiamo insieme da quasi tre anni.
Il tallone d’Achille è sempre stato questo ex fidanzato (relazione di 10 anni), descritto da lei come il grande amore della sua vita.Tuttavia la loro relazione aveva alcuni difetti: lui abitava lontano, lavorava saltuariamente e stagionalmente dalle sue parti, nella loro storia voleva esserci e non esserci, non era possibile costruire qualcosa di più solido.Se a lei questo tipo di relazione inizialmente andava bene,iniziò successivamente a starle stretta,liti e discussioni frequenti fino a quando non gli diede una sorta di ultimatum:“o cambiano le cose,vieni a vivere e lavorare qui dove sono io o è finita”,ma lui rimase della sua idea, per cui lo lasciò.
Di li a poco conobbe me.Mi innamorai follemente di lei, ma da subito iniziò il malessere.L’argomento ex era all'ordine del giorno, lei stava male perché in parte si era imposta razionalmente di chiudere con lui anche se ancora lo amava. Alla mia domanda: “perché non torni con lui?”La sua risposta era: “perché non funzionerebbe e comunque perché questa “cosa” con te sta crescendo.”
Quel periodo iniziale(2 anni) fu di grande tensione,ma dentro di me c’era la speranza che pian piano le cose sarebbero migliorate.Ciò che mi ha sempre disorientato è questa sensazione di percepirla innamorata di me in alcuni momenti,alternati ad altri in cui mi domandavo come potesse essere così insensibile.
Ironia della sorte lui cerca e trova lavoro nella nostra città (il perché si sia trasferito a vivere da noi non l’ho ancora capito). Questo fa si che loro si vedano spesso, settimanalmente, sempre da soli o con una loro amica, per cui alcune sere o pomeriggi non ci vediamo perché deve incontrare lui. Questi incontri sono di natura amichevole (a detta sua ovviamente, ma non ho motivo di non crederle).
La presenza di questo ex nella sua vita, me la ventilò fin dall'inizio,anche se io non avevo capito che sarebbe stata così “invadente”, in ogni caso la mia compagna ha un bisogno “viscerale” di vederlo costantemente. Sul nostro fronte la relazione è cresciuta, con me è più dolce e accogliente, anche perché gli scontri iniziali si sono attenuati e diradati. Se prima stavo male al pensiero che si vedessero così costantemente, sono passato a provare un senso di “rassegnata tolleranza”.
In ogni caso ora mi trovo ad affrontare il pensiero di avere “una famiglia” (cosa che vorrei). Ultimamente sembra più attratta dai bambini, sembra crescere in lei un desiderio di maternità e io mi domando se potrebbe mai conciliarsi con il fatto di convivere con una presenza così ingombrante. Ho imparato a trattenere alcuni miei pensieri e stati emotivi relativi a questa presenza per evitare le sue esplosioni di rabbia e non so se sia giusto in una coppia.
Mi piacerebbe avere la vostra opinione. Se sono io troppo “imparanoiato”, troppo geloso, troppo orgoglioso o se la relazione è “anormale” (ben sapendo la difficoltà di definire la normalità) .
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Caro utente, ma davvero teme di essere troppo "imparanoiato", troppo geloso e troppo orgoglioso? Lei, a quanto racconta, sta vivendo una sorta di "ménage à trois" e manifesta l'ingenuità di un ragazzo o di un individuo sotto incantesimo. Non si possono dare giudizi su persone che non si conoscono, ma io proverò a raccontarle i fatti così come emergono dalle sue parole, senza però il filtro incantatore dell'innamoramento. Dunque, una donna vive una relazione che considera "il grande amore della sua vita" per tutto l'arco della giovinezza: dieci anni. Giunta al momento in cui l'orologio biologico annuncia che non c'è più tempo per procrastinare la decisione di farsi una famiglia, dei figli, dà un ultimatum al compagno, farfalla che non sa tenersi né un lavoro né una relazione. La donna però ha tollerato per dieci anni. Forse lei stessa vuol sentirsi sempre giovane, mai in procinto di crescere, mai obbligata ad una scelta? Lei, caro utente, conosce altre donne che trascinano per dieci anni una relazione instabile con un uomo che non rende concreta nemmeno la propria situazione lavorativa, donne che non siano esse stesse poco propense alla stabilità? Ma continuo ad analizzare le sue parole. La "farfalla" rimane sfuggente e la ragazza, o meglio ormai la donna, lo lascia e cerca altrove, secondo il ben noto desiderio di scacciare un chiodo con un altro e di sentirsi gratificata dall'amore di un altro uomo. Ha fortuna: incontra lei che accetta tutto. "Mi innamorai follemente di lei, ma da subito iniziò il malessere. L’argomento ex era all'ordine del giorno, lei stava male perché in parte si era imposta razionalmente di chiudere con lui anche se ancora lo amava". E di nuovo le chiedo: quanti uomini conosce che si innamorino follemente di una donna che ama un altro e parla incessantemente di quest'altro? Dico uomini che non siano del tutto privi di autostima, o masochisti in cerca di torture psicologiche? Tanto più che la "farfalla", visto il rischio di perdere la relazione che in fondo era costruita sulla sua misura, finalmente si mette a lavorare proprio nella città dove vive la sua ex e riprende a vederla regolarmente, sempre nella comoda condizione di non dover pensare a matrimonio, convivenza e figli perché la donna ha un altro, a far da baluardo contro i rischi di una indesiderata assunzione di responsabilità. Su questo punto, caro utente, lei tocca il vertice dell'ingenuità: "Ironia della sorte lui cerca e trova lavoro nella nostra città (il perché si sia trasferito a vivere da noi non l’ho ancora capito)". Ma davvero? Lei aggiunge: "la mia compagna ha un bisogno “viscerale” di vederlo costantemente". Questo "bisogno viscerale" si chiama desiderio sessuale, o innamoramento, se lo si vuole nobilitare. E di solito rende la persona che lo appaga "più dolce e accogliente"... come infatti lei dice della sua compagna. "Sua"? Ci pensi meglio. "Per evitare le sue esplosioni di rabbia" non c'è che un mezzo: non chiudere gli occhi, bensì aprirli. Non permetta alla sua paura di perdere questa donna di dominare la sua vita. Mai come in questo caso può essere d'aiuto uno psicologo esperto di relazioni di coppia. Dopo averci parlato da solo può concordare con lo specialista anche un colloquio chiarificatore a tre... se la donna non si porta dietro anche "il grande amore della sua vita", facendone un incontro a quattro. Legga il libro di Tozzi "Ad occhi chiusi", o guardi il bel film che anni fa ne ha tratto la regista Francesca Archibugi. Auguri. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
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Buon giorno dott.ssa, la ringrazio per la rapidità e l'esustività della risposta.
La sua analisi è perfetta per quanto riguarda “Forse lei stessa vuol sentirsi sempre giovane, mai in procinto di crescere, mai obbligata ad una scelta” Perché lei stessa me l’ha detto più di una volta.
Molto interessante anche il punto riferito all’agire del suo ex che si troverebbe ora in una posizione più comoda. Però il resto non mi torna del tutto, la mia compagna sembra abbia bisogno di vederlo da un punto di vista mentale ed emotivo, mentre lei dott.ssa parla di attrazione sessuale. Ma che appagamento sessuale ci può essere senza sesso? La mia compagna condanna fermamente le persone che hanno amanti e dice che non sarebbe in grado di vivere situazioni del genere, per cui che senso avrebbe? Quando mi parla del loro rapporto, sembra molto sincera. E’ come se avesse deciso di portare avanti il rapporto in questo modo, trasformandolo in un’amicizia particolare, in cui lui non sarà mai un semplice amico ma nemmeno un amante.
La mia parte razionale ed emotiva però non accetta questa amicizia così invadente, così presente e la vede come un ostacolo per il futuro. Contemporaneamente il nostro rapporto cresce, va meglio, dice di amarmi. Una donna come potrebbe far crescere in questo modo un rapporto amando un altro?
Nella ricostruzione logica non mi tornano le risposte, né in un senso, né nell'altro.