Psicoterapia: sta funzionando o dovrei smettere?

Buona sera dottori, sono una ragazza di 21 anni e da tre mesi vedo una psicoterapeuta. Ho deciso, dopo tanto tempo che ci pensavo, di chiedere aiuto, perché ero arrivata al punto di passare le mie giornate a letto, sola, a pensare e ripensare a tutto. Mi sentivo depressa e volevo riprendermi ciò che mi meritavo. Con la psicoterapeuta abbiamo iniziato un percorso molto 'libero', non sono stati posti obiettivi, ma ad ogni seduta io tiravo fuori qualcosa a cui avevo pensato in settimana fino a che al penultimo incontro (quinta seduta) ha usato dei toni un po' forti con me. Le stavo introducendo uno dei miei più grandi problemi: la socializzazione, dicendo che non lo avevo fatto prima solo perché erano venute fuori altre cose, a quel punto lei ha detto che sono una persona anonima, invisibile e che quasi non si ricorda di me, che addirittura non sembro sofferente quando racconto le mie difficoltà, che non entro in contatto con gli altri perché non dico mai niente che davvero pensi. Sono entrata in crisi dopo questa seduta, come potete immaginare ho iniziato a farmi tante domande, su me e su lei, pensando che magari ha usato delle provocazioni per vedere una reazione in me. È vero, ho grandi difese, sono un po' chiusa e ho delle difficoltà relazionali evidenti, ma non sento di essere così come lei mi ha descritta, quindi nell'ultima seduta le ho detto come sono stata dopo ciò che mi ha detto e cosa penso di me, e che se magari ho difficoltà a tirare fuori cose profonde potrebbe darmi qualche input... Ma lei mi ha detto che così delegherei a lei la responsabilità, e la scelta è sono mia. Credevo che la terapia funzionasse, mi sentivo meglio, stavo cercando di applicare tutto quello che imparavo su di me e nonostante le mie difficoltà io ho chiesto aiuto perché vorrei abbattere i miei muri, e questo gliel'ho detto. Sento, tuttavia, che qualcosa non vada. Sono preoccupata per come si evolverà la psicoterapia, mi chiedo se stia funzionando davvero o se qualcosa non vada. Sono una studentessa, spendo molto per andare da lei e non posso permettermi di spendere senza ottenere benefici reali. Vorrei qualche parere perché sono un po' confusa e triste, volevo mettermi in gioco per stare meglio, ma non essendo mai andata prima da uno psicologo non ho mezzi di paragone e non so come valutare la mia esperienza. Mi scuso tanto per la lunghezza e confido in un consiglio. Grazie!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

prima di qualunque altro commento a ciò che hai scritto, vorrei porti una domanda:

quali sono le problematiche e le ragioni che ti fanno soffrire così tanto per aver deciso di intraprendere una psicoterapia?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Gentile dottoressa, ho iniziato la psicoterapia perché mi sentivo col morale a terra apparentemente "senza motivo", avevo frequenti crisi di pianto, insonnia, pensieri piuttosto ossessivi e non riuscivo a venirne a capo. Ho una storia familiare complicata, fatta di violenza e di sacrifici, iniziata quando ero molto piccola (conclusa da qualche anno, ora vi è serenità), successivamente ci sono stati alcuni eventi forti nella mia vita, ad esempio non mi ha aiutato una esperienza sentimentale nella mia adolescenza fatta di controllo da parte del mio partner e di grande crisi per me. Credo, inoltre, di aver iniziato a chiudermi molto presto, i miei rapporti con gli altri sono stati sempre problematici, mi sono sentita sempre fuori posto e in difficoltà
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Con i limiti della valutazione a distanza, è probabile che nel clima familiare piuttosto difficile, soprattutto per una bambina e per una ragazzina quale sei stata, tu abbia imparato a comportarti in un certo modo (magari a non dare problemi agli altri, o comportamenti che agli occhi degli altri -poichè sei spaventata e ti senti inadeguata- ti fanno quasi sembrare disinteressata e magari arrogante, anche se non lo sei).

Di solito, in una psicoterapia tutto ciò deve essere rivisto con attenzione, perchè il passo successivo è proprio il cambiamento, che non avviene se non prima si passa attraverso la comprensione di tali dinamiche.

Francamente non saprei risponderti sulle intenzioni/tecniche della psicologa che ti segue, ma certamente chiederei spiegazioni e comunque direi come ti senti e tutti i dubbi che sono emersi da questa conversazione.

Solo in questo modo potrai davvero dare una svolta e permettere alla psicologa di aiutarti a stare bene.

Cordialmente,
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Utente
Utente
In effetti la sua analisi è venuta fuori anche negli incontri con la mia psicoterapeuta, e sono d'accordo, ho molto lavorato per essere forte e non dare problemi a chi problemi già ne aveva, costruendomi una fortezza interiore. Ho già parlato alla mia psicologa di come mi sono sentita in relazione a quello che mi ha detto, e le ho anche detto che non so quale sia il modo migliore per tirare fuori le mie emozioni, ma che magari potrebbero aiutare dei suoi input. La sua risposta è stata negativa, mi ha detto che in questo modo darei a lei tutta la responsabilità.. Ma allora come fare ad aprirmi? Ho timore che il rapporto con lei non funzioni e che nonostante le mie sollecitazioni nulla cambi
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dopo
Utente
Utente
Quello che lei mi sta dicendo è vero, abbiamo discusso di queste mie caratteristiche, della percezione di me degli altri come 'arrogante', 'sicura', e della enorme insicurezza e del senso di inadeguatezza che invece ho. Ho capito tante cose, ma non mi sembra che abbiamo lavorato sui singoli punti, più un grosso discorso che un vero e proprio lavoro sulle emozioni e il cambiamento, come penso a me serva. Le mie sollecitazioni non sono servite e forse dovrei lasciar perdere.