Rigidità mentale e paura degli altri.

Salve, vi scrivo per un vostro parere. Sono una ragazza, ho 27 anni. Sto soffrendo perché sono bloccata!.
Racconto la mia infanzia:
La mia infanzia è stata poco bella per me: ho avuto il trauma del tradimento (edipo) con mio padre, il trauma del rifiuto con mia madre ( avvenuto durante o prima della gravidanza superato in parte).
Sono stata educata in modo severissimo da mio padre che a sua volta ha ricevuto questa educazione.
Oggi la mia parte emotiva sta bene ( ad eccezione di un bel po' di mancanza di autostima e fiducia in me stessa che piano piano sta aumentando).
La parte razionale invece non sta bene.
Ho difficoltà ad esprimermi al 100% e non ci riesco!!!.
Quando devo decidere qualcosa puntualmente prevale la mia parte razionale che non vuole assolutamente che io mi lasci andare al 100%. È come se lei temesse qualcosa e ha paura ogni volta e quindi per ogni cosa inizio a controllare tutto non finendo mai...e stancandomi. E alla fine non voglio prendere la decisione! e preferisco chiedere a qualcuno o avere qualcuno accanto ( che poi questo qualcuno è sempre e solo mio papà o mia mamma).
Dentro la mia testa c'è il ricordo di questo schema perfezionista ma anche il terrore a lasciarmi andare. Una vera guerra mondiale. Trovo serenità solo stando ferma a non fare nulla quindi senza azionare la testa.
La mia mente ( tutto questo mi succede quando devo esprimermi) ha il terrore di fidarsi e pensa che le persone sono cattive ma non capisco come aiutarmi perché potrebbero essere tanti i motivi : o penso ad una persona rigida che mi urla e dalla quale vorrei difendermi cercando di fare le cose bene ( controllo tutto). Oppure la mia testa si ricorda qualche evento passato con mio padre autoritario abbastanza severo, oppure ho in mente un rifiuto materno che non ricordo per niente. La cosa certa è che ho il TERRORE di essere rifiutata e di fidarmi degli altri quindi di esprimermi. Quindi perdo tempo per ogni cosa..stando ferma o facendo tante ricerche ( che stress infinito) e alla fine ho paura e non agisco!!. Non ricordo nulla dei primi anni della mia infanzia ; ricordo invece bene l'adolescenza( mio papà era severissimo, se non studiavo erano guai e qualche volte i ceffoni si sono sentiti).
Di cosa ho paura????
Che i miei genitori non mi vorranno più bene??? Ho paura che verro' presa a schiaffi da qualcuno se non sono perfetta? Perché la mia mente pensa che il mondo è fatto di persone cattive? Perché più passa il tempo più io soffro di ansia sociale e vorrei restare a casa e sto alzando muri alti? Inoltre quando quando qualcuno mi "costringe" ad uscire di casa visto che non esco quasi mai la mia mente ha paura che se mi esprimo riceverò un rifiuto e quindi posso anche litigare con quella persona dicendogli che non mi deve fare del male e se è cattiva io non vorrei più sentirla ( appena lei mi tranqullizza io sto serena ma adesso ho paura nuovamente ad uscire di casa...).
A cosa è dovuto?
Non ce la faccio più.
Grazie dell'attenzione
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

considerata la complessità del quadro che ci descrive:
- paura degli altri
- incapacità di uscire di casa
- incapacità di decidere
- dipendenza dai genitori
- ecc.,

un consulto online non è sufficiente a fornire risposte alle sue domande,
che poi non sono, a mio giudizio,
"A cosa è dovuto?";
bensì: Come posso cambiare per vivere meglio, considerato che "Non ce la faccio più."?

L'orientamento che Le forniamo dunque
è di intraprendere un percorso psicologico di persona.

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve La ringrazio per la risposta.
Riconosco di non essere riuscita a descrivere in modo chiaro il problema che sto vivendo perché ho abbastanza ansia.
Riesco ad uscire di casa tranquillamente ( l'ho fatto in questi giorni..) ma ho paura delle relazioni con le persone quindi a decidere perché ho paura di ricevere un rifiuto dagli altri. Decido, rifletto ma ci perdo tempo...e mi faccio mille pensieri.
Ho troppa difficoltà a lasciarmi andare del tutto e quindi tendo al perfezionismo. La mia parte razionale mi frena ad un certo punto e alza un muro. Deve mettersi a ragionare per "controllare" gli eventi delle cose e per star serena che non succederà nulla. A volte ci riesco da sola a fare delle scelte rinunciando in parte al perfezionismo ma mai ancora al 100%. Altre volte no soprattutto quando sono in famiglia o con persone autoritarie accanto oppure quando accade qualcosa che non mi aspetto e sono impreparata e non ho il tempo per ragionare..
Devo forse star sola per prendere una decisione, lontano dalla famiglia, mettendo un attimo da parte lo schema mentale che ho in testa di una educazione rigida. O forse è solo tanta paura di cosa pensano gli altri che mi passerà a breve ma non è solo questo.
Vi scrivo per chiedere quale immagine mentale potrei avere che mi riporta ad essere perfezionisma ma nel frattempo aver paura di questa . cioè paura a cambiare; avere il terrore di essere creativa, come superare l'ansia, l'ossesione che ho a causa di questo problema a lasciarmi andare in modo naturale una volta per tutte. Ho fatto tanti esercizi liberatori da sola mi sono impegnata tanto. Non riesco del tutto. Ho un blocco in testa che frena... Sono troppo razionale ma ho paura delle persone e quindi anche di rivolgermi ad uno psicologo che mi aiuti a sbloccarmi perché penso che qualcuno mi farà del male o forse verrò abbandonata dalla famiglia se cambierò. Continuando così una parte di me non cresce. Ma sono terrorizzata dal rivivere lo stesso trauma che ho avuto.
Vi ringrazio se riuscirete ad aiutarmi
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67

Gentile utente,

Scrive:

1. "Ho fatto tanti esercizi liberatori da sola, mi sono impegnata tanto."

2. "..ho paura delle persone e quindi anche di rivolgermi ad uno psicologo che mi aiuti a sbloccarmi perché penso che ..verrò abbandonata dalla famiglia se cambierò. .."

Cambiare riempie di ambivalenze:
da un lato ci si impegna per riuscirci, v. 1.
Dall'altro si teme il cambiamento e chi ci potrebbe aiutare a perseguirlo, come lo Psicologo, v. 2.

Finchè si è in mezzo al guado a pendolo tra 1. e 2.,
in realtà si rimane immobili.
Quando Lei riuscirà a spostare maggiormente il Suo interesse verso il cambiamento
sarà più pronta ad affrontare un percorso psicologico di persona
che ritengo importante per Lei.

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti