Evitamento

Buongiorno vorrei sapere come rapportarmi con una persona che e' stata definita da un professionista un soggetto evitante.
Va ignorato?Va stimolato?Si tratta di mio marito che dopo 11 anni e senza un motivo scatenante ha chiuso i rapporti con me e con tutto il mio/nostro entourage :parenti e amici.
L unico evento degno di nota e' stato 8 mesi fa l' arrivo di un nipote (noi cercavamo un figlio mai arrivato).Da lì un lento allontanamento fatto di silenzi e nervosismi fino alla rottura definitiva e relativa scomparsa dalla mia vita .Io mi trovo in difficoltà xche nn capisco la causa scatenante che ha portato a questo allontanamento definitivo.per di più ci siamo sposati un anno fa dopo 10 anni di convivenza per suo desiderio .Dopo 3 sedute di terapia di coppia si e tirato indietro sostenendo nn servissero a nulla...da lì mi ha lasciata.ora sono 2 mesi che nn ho sue notizie direttamente da lui e nn so come interagire con lui.vorrei parlargli ma nn conosco il modo giusto.Ora che e' scoppiata questa pentola in che termini devo affrontare la cosa?comprensivi?determinati?d altronde 11 anni insieme sono molti e non possono terminare nell' oblio.Necessito seriamente di un consiglio comportamentale.Tenga presente che non mi parla da almeno due mesi e nn risponde a messaggi personali...solo a messaggi che richiedono risposte pratiche.
Attendo una cortese risposta in merito xche nn so come risolvere questa spinosa situazione.e' chiaro che vorrei riallacciare la relazione con lui.
saluti
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

"soggetto evitante" vuol dire tutto e niente.
Lei ha descritto molto bene la situazione, ma poso chiederLe se è a conoscenza di quale problema che Suo marito ha?
Nei dieci anni trascorsi insieme prima del matrimonio non ha mai percepito avvisaglie?
Il professionista che vi ha visti per la terapia di coppia non ha mai ipotizzato un problema legato alla depressione?
Sa se Suo marito ha dei problemi di altra natura (lavorativi, di salute, economici)?

Scusi le tante domande, ma sono necessarie per comprendere bene la problematica.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa Pileci,
grazie per la cortese risposta.
Mio marito ha avuto un padre professionista estremamente in vista e stimato, ma violento e alcolizzato.
Picchiava la moglie e la figlia (che ha un carattere di base più ribelle di mio marito).
Mio marito non e' mai stato malmenato in quanto correva a nascondersi sotto il letto.
La situazione e' durata fino al divorzio dei suoi genitori avvenuto quando lui aveva 13anni. Da quel momento in poi il padre x loro e' diventato innocuo.Queste cose però le so da mia cognata e da mia suocera,mio marito ha affrontato pochissimo l'argomento....oserei dire quasi mai.Davanti alla terapeuta l ho sentito dire per la prima volta in 11 anni "io odio mio padre" peraltro ormai morto da 9 anni. Per contro io ho una famiglia grande rumorosa e molto legata nella quale lui si e' trovato bene da subito fino a 8 mesi fa quando sono arrivati in famiglia 2 neonati....da lì piano piano il tracollo fino alla rottura totale della nostra relazione.
Ad oggi non ho idea di come approcciarmi a lui e' completamente un altra persona.
Direi che in 11 anni nn ha mai manifestato particolari disagi, questo e' il grosso problema della sua infanzia.
Spero di essere stata utile.
Attendo una direttiva xche' brancolo proprio nel buio ho a che fare con uno sconosciuto.
La ringrazio nuovamente
La saluto
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Come mai Lei associa l'arrivo dei due gemellini al disagio di Suo marito? Solo da un punto di vista temporale o per altre ragioni?