Trasferimento nuova casa e convivenza

Buonasera, sono una ragazza di 31 anni e attualmente vivo con i miei genitori. Lavoro nell'azienda di famiglia da subito dopo diplomata e fino a 7 anni fa vivevo nella città dove lavoro poi ci siamo trasferiti in un paese a 35 km di distanza e da allora faccio la pendolare. Da 5 anni e mezzo sono fidanzata con un ragazzo che vive nella stessa città dove lavoro. I miei genitori hanno deciso di donarci la casa dove abitavamo in città e da circa due anni la stiamo sistemando. Avremmo dovuto trasferirci a luglio scorso ma già dall'avvicinarsi del momento ho iniziato ad avere ansie e paure non ben definite con crisi di pianto finché al momento del trasferimento sono stata 3 giorni interi a disperarmi tanto che il mio ragazzo mi ha riportato dai miei genitori. Specifico che al momento del distacco vero e proprio anche mia madre ha avuto la stessa mia reazione che in parte mi ha condizionato. Il mio ragazzo è stato comprensivo e mi ha "capita" e mi sta vicino. Ho provato più volte a darmi una scadenza per trasferirmi ma senza che servisse a nulla, puntualmente ripiombo a picco nella paura di non so esattamente cosa...auto-esaminandomi so di essere una persona molto abitudinaria e il cambiamento mi ha sempre creato preoccupazione, sono molto ansiosa e attaccata alla mia famiglia che avrò a distanza e anche questo mi turba...ho pensato di "forzarmi" magari passando del tempo nella nuova casa in modo da abituarmi...non so esattamente cosa fare per superare questa situazione...mi meraviglio di me perché sono sempre stata e sono una persona matura, autonoma e responsabile e questo mi crea ancora più rabbia verso me stessa...oltretutto esco di casa la mattina alle 08:30 e rientro la sera dopo le 20 quindi il tempo che trascorro ad esempio con mia madre è pochissimo...dovrebbe anche smuovermi il fatto che trasferendomi di nuovo in città non sarei più sottoposta allo stress di fare la pendolare e che avrei più tempo per stare con il mio ragazzo in quanto attualmente riusciamo a vederci il fine settimana e il resto dei giorni all'ora di pranzo quando stacco da lavoro, momento in cui pranziamo a casa nostra e ogni tanto la sera dopo l'ufficio ma raramente...mi sento immatura e stupida perché magari sono paure normali che sto rendendo più grandi di quelle che sono...vorrei magari un consiglio sul percorso da seguire affinché non ricada più nelle "crisi" e possa vivere serenamente questo momento. Grazie.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

ci chiede
"..un consiglio sul percorso da seguire affinché non ricada più nelle "crisi" e possa vivere serenamente questo momento" di uscita dalla casa della famiglia d'origine
per dare vita ad una nuova coppia e famiglia.

Come già consigliatoLe dal Collega alcuni mesi fa,
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/671682-trasferimento-nuova-casa-e-convivenza.html#3013189
nel caso non ce la faccia da sola
è indispensabile l'aiuto psicologico di persona:
infatti - a quanto ci descrive - il legame e la collusione con la madre La bloccano nella progettualità.
E dunque se questo disagio/impedimento risulta pregiudizievole per la Sua qualità di vita attuale,
non traccheggi,
si rivolga ad uno Psicologo anche Psicoterapeuta per una valutazione psicologica e eventuale percorso ad hoc.

Il tempo che passa
sicuramente NON aiuta.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/