Un'anima cupa

Sono una ragazza di vent'anni e nonostante conduca una vita invidiabile ho sempre saputo di avere qualcosa di singolare dentro di me. Non essere una persona solare o spensierata non mi ha mai dato problemi nel relazionarmi con le persone, non mi ha impedito di stringere legami. La particolarità non sta in ciò che compone la mia vita, ma nel modo in cui la vivo. Le mie emozioni sono sempre anestetizzate, faccio fatica a sentirle. Il più delle volte è il mio corpo che, fisicamente, mi dice che stia provando qualcosa. Ma mentalmente faccio fatica a dire lo stesso (ad esempio, quando ho paura, sento il mio corpo che reagisce all'adrenalina, ma mentalmente rimango fredda e la cosa mi tocca a stento). Per quanto riguarda il resto, non sono mai positiva e mi sono resa conto di non desiderare di esserlo. Nel tempo è naturale che mi sia paragonata atteggiamenti altrui e la loro ambizione e continua ricerca del lato positivo mi disturba, ma non nel senso che scateni invidia, ma il semplice fastidio che si prova quando si deve affrontare una questione che non ci interessa, che ci è indifferente. Al contrario, invece, sulle persone faccio uno strano effetto. Il più delle volte rimangono affascinate da me. E non sto parlando, non solo, di situazioni romantiche o di flirt. Intendendo generalmente, è capitato spesso che in un ambiente pieno di persone fosse rivolta un'attenzione particolare verso di me, anche da parte di persone improbabili, senza alcun apparente ragione alla base. Tutto ciò accompagnato da confessioni, che il più delle volte narrano "non ho mai conosciuto qualcuno come te" intendendo proprio "fatto in questo modo". Le persone mi reputano profonda e ne rimangono piacevolmente colpite. Il fatto è che io e solo io so che il mio essere non si limita a questo. I famosi alti e bassi della vita per me sono invertiti. I bassi sono gli alti della mia vita. Nei momenti di solitudine e inquietudine, mi ritrovo. Mi si accende quel fuoco dentro. Un'altra particolarità riguarda come vivo la sessualità. Praticamente non mi ritrovo in quasi nessuna nelle convenzioni della società. Oltre ad essere bisessuale, non riesco a sentirmi legata ad una sola persona. Penso sia connesso al fatto che senta emotivamente poco ogni rapporto, e la mia unica "bilancia" rimane l'attrazione fisica e mentale, che può essere forte. Ma attrazione rimane. E quindi tendo a ritrovarmi in più situazioni anche contemporaneamente, le quali mi stimolano cose diverse, mi coinvolgono, ma che poi finiscono; perché non supportate da sentimenti veri. Non ho mai considerato la terapia perché non l'ho mai realmente percepito come un disagio, e non si è nemmeno mai presentato come tale. Non provo piacere o sollievo a farmi del male e nemmeno a farlo agli altri. Allo stesso tempo mi rendo conto che però forse una spiegazione l'ho sempre cercata, a tutto questo.
È possibile che questo buio dentro di me, mi rappresenti semplicemente?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

ciascuno di noi organizza la propria conoscenza in modo personale e quando tu scrivi: "Ma mentalmente faccio fatica a dire lo stesso (ad esempio, quando ho paura, sento il mio corpo che reagisce all'adrenalina, ma mentalmente rimango fredda e la cosa mi tocca a stento).", direi che è solo uno dei tanti modi di funzionare.
Tu parti dal corpo e dalle emozioni per comprendere la realtà attorno a te e dentro di te, e questo è uno dei modi sani, qualcun altro potrebbe partire dalle informazioni cognitive, ma anche questo è uno dei modi di stare nella vita ed è sano.
Entrambi i modi sono funzionali, nessuno dei due modi è completo, sebbene sufficiente per stare al mondo. Chi usa prevalentemente uno, fa fatica nell'utilizzo dell'altro e a volte in una psicoterapia uno degli obiettivi può essere proprio quello di lavorare specificamente su questi aspetti, se necessario.

Ma se tu non percepisci un disagio, perchè crearsi inutili problemi? Da sola stai bene? Bene. Con gli altri stai bene ma preferisci stare da sola? Va bene.

Anche per quanto riguarda la sessualità, la tua modalità di conoscenza della realtà e di organizzazione della conoscenza resta la medesima, e quindi è del tutto ovvio che tu riesca a funzionare in questo modo anche nell'ambito sessuale.

Ti definisci "anima cupa": questo è in qualche modo un problema per te o la tua era solo una curiosità?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
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Buonasera Dottoressa,
ho riconosciuto nella sua risposta lo stesso tono che solitamente io stessa tendo ad avere quando rifletto su ciò che sono. Ha detto bene, non provo reale disagio né preoccupazione nei confronti della situazione, come non provo però tante altre cose, quindi il discorso tende a ricominciare. Non mi sentirei di dire che sia semplice curiosità solo per un motivo: mi rendo conto di essere terribilmente annoiata dall'esterno, trovo il mondo davvero poco interessante. E seppur questo non mi spaventa, razionalizzarlo mi spinge comunque a chiedermi a cosa possa portarmi. Continuerò a sentirmi fuori luogo ovunque ma senza soffrirne? Probabile.
Vorrei poterle spiegare meglio, ma so che non è questo il contesto in cui posso mettermi a nudo, quindi la ringrazio del suo tempo e delle sue parole, Angela.