Genitori oppressivi

Sono una ragazza di 25 anni cresciuta con genitori rigidi, severi, iperprotettivi e all'antica. Ora sono al limite, spesso mi sento ansiosa e agitata senza un motivo apparente. Mi sento di avere le "ali" spezzate. Non sopporto più le loro regole. Sono una persona matura, responsabile, non fumo, non bevo, non mi drogo. Lavoro da quando ho 19 anni, ahimè in nero (senza contratto) ma da questo mese ho avuto un aumento è percepisco 1000 euro. Vorrei andare a vivere da sola ma quando ho accennato ciò mia madre ha avuto una crisi di pianto infinita e mio padre mi ha detto di non parlare più di questo argomento perché altrimenti la mamma cadrà in depressione a causa mia. Mi sono sentita terribilmente in colpa. Potrò farlo quando mi sposerò! Le regole che non sopporto più sono: se esco con le mie amiche devo rientrare alle 23. 30 massimo 24. Se esco devo comunicare dove vado, con chi vado, cosa faccio e quando torno devo raccontare cosa ho fatto. Ma qualora facessi qualcosa mica lo direi!! Perchè non ci arrivano? Anche se sono in casa devo andare a letto entro le 24 e spegnere il cellulare. Se ricevo delle chiamate sul cellulare il più delle volte trovo i miei ad origliare oppure chiusa la chiamata devo dire chi era e cosa voleva. Non ne parliamo se poi mi fidanzo! Peggio dell'FBI diventano! In questo caso l'orario del rientro è posticipato alle 23 e la descrizione di ciò che facciamo deve essere approfondita! Proibito dormire fuori, convivere, fare sesso prima del matrimonio! Il mio ex mi ha lasciato dopo 1 anno e tra le cause della sua decisione oltre al non amarmi più mi ha detto che siamo troppo diversi perchè torno troppo presto, non prendo mai nulla da bere e non possiamo viaggiare insieme. E poi il mio futuro fidanzato deve rispettare i loro requisiti (lavoratore con uno stipendio buono, di buona famiglia, non fumo, no alcool, no tatuaggi, pro matrimonio). Per mia madre io non so fare nulla, se non ci fosse lei sarei persa. A volte credo che sia proprio così! Ne ho parlato e ho conquistato alcune libertà. Posso uscire da sola fuori paese in macchina da qualche mese, posso andare al mare da sola in macchina da quest'estate, posso andare in palestra da 2 anni, posso tenere per me i soldi che guadagno contribuendo solo se c'è una difficoltà economica, posso indossare il perizoma (conquista appena ottenuta). Piano piano forse si convinceranno anche su altro e forse devo solo portare pazienza. Ma io vedo la vita scorrere e i miei coetanei troppo avanti rispetto a me. Ho un fratello maggiore che vive all'estero (lui può perchè è maschio) ed è felice di vivere lontano dai nostri genitori. Papà si arrabbia per nulla, la mamma è un no costante. Per mio padre dovrei trovare un uomo che mi permetta di fare la casalinga e devo sposarmi cosi se mi lascia mi mantiene. Ma io voglio essere autonoma. Io credo che il problema sia loro ma non oso suggerirgli un aiuto perchè gli psicologi sono dei "mangia soldi". Sbaglio io? Sono ribelle e ingrata io? Cosa fare?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

secondo me sbaglia Lei, perchè se mi dice che può vestirsi come vuole adesso, all'età di 25 anni, se può andare sulla spiaggia da sola adesso, all'età di 25 anni, ecc..., ebbene, credo che indipendentemente da cosa facciano i Suoi genitori, è Lei che deve cambiare.

I Suoi hanno delle determinate idee (forse a prima vista possono sembrare cinici, ma forse dicono quello che Le dicono per cercare a modo loro di proteggerLa), ma Lei, se non è d'accordo con loro, che cosa fa?

Lei sente che la vita Le sfugge via? Allora faccia qualcosa per costruirne una. La mamma ha la crisi di pianto se Lei a 25 anni vuole andare via? La faccia piangere. Il papà Le dice che la mamma cadrà in depressione per colpa Sua? Non mi pare sia possibile.

Però sta a Lei fare qualcosa, non dipende più a questo punto dai Suoi genitori, ma da Lei.

Se da sola non riesce a cambiare, si faccia aiutare da uno psicologo di persona.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa, la ringrazio per la celere risposta.
Io se non sono d'accordo con loro glielo faccio presente e dico anche che nessun genitore dei miei amici si comportano come loro. La risposta che ricevo è che a loro non interessa cosa facciano gli altri e che le regole vanno rispettate e che loro non hanno mai mancato di rispetto ai genitori e non gli hanno mai dato nessun dispiacere.
Io provo a non rientrare a casa alle 24, non voglio neanche io fare l'alba ma sopratutto in estate tra una festa e l'altra si fa subito l'1. Ma già alle 23.45 iniziano a chiamarmi sul cellulare e a dirmi che sono fuori orario e di tornare. Poi quando torno, il mattino seguente, inizia la predica. Se rispondo con tono acceso dicono che si sentono feriti e non mi rivolgono più la parola per giorni. Se poi esco con un ragazzo e torno dopo le 23 sono senza pudore e ogni 2x3 mi fanno il discorsetto sul divieto di fare sesso prima del matrimonio anche se non sanno che il divieto è stato infranto a 21 anni.
Quindi se ho ben capito, dovrei fare ciò che desidero senza comunicarlo prima e metterli al corrente solo di fronte al fatto compiuto? Ma poi come posso fare per contrastare il loro disprezzo e disappunto e non subirmi le prediche e le litigate?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

si comunica in molti modi e non esiste solo la comunicazione verbale. Io posso esprimere disappunto con le parole, ma anche con il mio comportamento, se faccio o non faccio determinate scelte.

Ma mi pare che Lei sia in grado di farlo, ad esempio quando ha "trasgredito" al loro divieto di fare sesso prima del matrimonio.

E' vero che i Suoi non ne sono al corrente, ma è anche giusto che non lo sappiano. Lei è una donna, certamente è giovane, ma è una persona adulta. Perchè permette loro di essere trattata come una bambina/ragazzina?

Un conto è rispettare i propri genitori, altra cosa è non avere il potere di decidere, perchè ci si domanda se sia un errore fare determinate cose.

I Suoi genitori usano le critiche e le crisi d'ansia e di depressione perchè in un certo modo hanno imparato che con Lei tutto ciò funziona, ma può essere Lei a cambiare la situazione, sia non provando inutili sensi di colpa, sia imparando a dare il giusto peso a quanto accade (es le prediche che hanno sempre il fine di colpevolizzarla).

Cordiali saluti,
[#4]
dopo
Utente
Utente
Buonasera dott.ssa;
quando trovo un muro indistruttibile (come per la questione sesso) procedo di nascosto e mento. Non mi sento in colpa a farlo. E comunque anche qualora avessi avuto un buon rapporto non avrei parlato di ciò con i miei genitori; credo che la sfera sessuale debba rimanere fuori dal rapporto genitore-figlio.
Comunque ha ragione su ciò: "I Suoi genitori usano le critiche e le crisi d'ansia e di depressione perché in un certo modo hanno imparato che con Lei tutto ciò funziona".
Mi tengono in pugno perché nelle discussioni (tante) quando iniziano con questa tiritera mi blocco e mi sento in colpa. Poi se provo ad andare avanti iniziano a rinfacciarmi quanto abbiano fatto per me da piccola, a quante cose abbiano dovuto rinunciare e a quanto sia ingrata e irrispettosa e lì mi fregano sempre. Come spezzare questo circolo? Dove mi posso rivolgere? Io credo di aver bisogno di una persona che mi suggerisca proprio cosa fare e come farlo.
Naturalmente senza coinvolgere i miei perché tanto non accetteranno mai un guida alla genitorialità.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Buongiorno,

lascerei fuori i Suoi genitori da questa faccenda, perchè riguarda solo Lei. Lei può ricolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta che sia di aiuto proprio per prendere le distanze dalle dinamiche di casa.

Ribadisco che ciò non significa non voler bene ai genitori o non rispettarli. Anche il "ricatto" che utilizzano con Lei: se ci pensa tutti i genitori perdono la propria libertà e inevitabilmente fanno scelte difficili per i figli. Però rinfacciarlo serve per tenere i figli in pugno, anzichè promuovere la loro crescita.

Sinceramente penso che i Suoi lo facciano per "proteggerLa" a modo loro; ciò non significa che Lei non soffra o che sia giusto così. Non sempre i genitori sono capaci di crescere insieme ai figli.

E' anche vero che i genitori non devono essere coinvolti nelle scelte più intime che riguardano solo il diretto interessato.

Lei è già stata molto brava a riconoscere tutto ciò. Ora a mio avviso dovrebbe imparare a non cascarci ogni volta che i Suoi genitori mettono in atto questi comportamenti.

Per questa ragione uno psicologo psicoterapeuta può aiutarLa.

Cordiali saluti,