La mia è filofobia o semplicemente il mio ragazzo non è la persona per me?

Buonasera, Vi scrivo per richiedere un consiglio riguardo una situazione che mi sta opprimendo da troppo tempo e vorrei capire se si tratta di filofobia o semplicemente il mio ragazzo non è per me.

Da un anno e un paio di mesi sono fidanzata con un ragazzo splendido, il primo che mi ama davvero e lo constato in ogni attenzione che ha per me. Ho avuto altre relazioni prima di questa, in una in particolare (avevo 17 anni) sono stata letteralmente "usata", vedevo il mio ragazzo come un dio, lui sapeva ormai su quali punti giocare per farmi cedere e ogni volta ci ricascavo, ero gelosissima e avevo paura che mi tradisse finché non l'ho lasciato per aver letto dei messaggi compromettenti inviati ad una ragazza che lui sosteneva fosse una sua "amica".

Le restanti relazioni le ho vissute abbastanza alla giornata e sono tutte terminate perché non si è investito da entrambe le parti in un legame che fosse solido.

Ora sto con questo ragazzo che è bello, leale e che mi ama, abbiamo vissuto una fase iniziale in cui io mi sentivo innamorata ma che è durato poco lasciando quasi subito spazio ai dubbi. Quando siamo insieme cerco il contatto fisico, non provo rigetto nei suoi confronti ma spesso mi chiedo se è la persona per me, se sono sicura di volerci costruire una famiglia, averci una casa insieme, penso ai suoi difetti (forse inesistenti) e la risposta che mi dò in preda all'ansia (a volte faccio dei pianti liberatori dopo essermi caricata con questi pensieri e paranoie) è che preferisco star sola in modo da ritrovare il mio equilibrio e pensare solo a me.

Inoltre il fatto che sento che spesso non mi manca o che non lo percepisco come vorrei (a volte ho paura di non percepirlo come l'uomo della mia vita ma come una persona più piccola in quanto ha meno esperienza di me ed è più piccolo di due anni e questo influisce sulla mia attrazione nei suoi confronti) o che mi trovo ad essere attratta da altre persone, uomini più grandi e magari impegnati soprattutto mi fa tornare in mente questa vocina che mi dice che non lo amo e che non è la persona per me, che devo divertirmi perché altri mi attraggono di più e che devo lasciarlo il prima possibile per non farlo star male e per liberarmi da questa situazione.

Dall'altro lato non riesco a lasciarlo perché sento che comunque in questo anno qualcosa abbiamo creato e gli voglio bene ma è come se non riuscissi a lasciarmi andare alle emozioni e alle situazioni senza pensare e ripensare. Razionalmente riconosco che finalmente ho trovato un ragazzo che vale ma è come se non ne fossi pienamente convinta e so che se lo lasciassi starei male e che vorrei stare per tantissimo tempo da sola perché mi troverei senza energie e senza voglia di costruire un'altra relazione.

Vorrei precisare che quando ci siamo messi insieme avevo già problemi a casa con entrambi i miei genitori ricoverati in struttura e con una sorella che in questi ultimi mesi mi ha voltato le spalle lasciandomi sola a pensare a tutto, per me è stato anche questo un duro colpo. Grazie.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente , Lei ci parla dei sentimenti e dei vissuti che questo fidanzato le suscita con sensibilità e intelligenza , ma non ci dice abbastanza di Lei, della sua storia, della sua famiglia e dell'educazione ricevuta. Tutto questo è fondamentale per comprendere ciò che accade ora , il suo essere molto difesa nei confronti di un fidanzato che viene peraltro descritto con
molte qualità , ma valorizzato solo quasi per il suo
potere di rassicurazione contro la solitudine. Fondamentale è anche comprendere che bambina , che ragazza è stata , con quali rapporti col padre , con la famiglia con le figure di riferimento della sua storia. Ci riscriva e ..si racconti.. potremo aiutarla meglio.. il modo con cui siamo stati cresciuti,amati , determina il
nostro modo di porci verso l'amore , la capacità' di fidarci , di avere una ragionevole , equilibrata fiducia verso l'impegnarci , verso il futuro , il progetto e la speranza..Restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
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Gentile dottoressa, La ringrazio per la celere risposta. Sono sempre stata vivace, nata e cresciuta in un ambiente con un padre non presente in quanto malato psichiatrico e con una madre molto (troppo secondo me) premurosa. Quando ero piccola avevo paura di lei, se facevo delle marachelle spesso mi dava schiaffi o mi tirava i capelli e in tutto ciò mio padre non mi ha quasi mai difesa. Crescendo lei è diventata piano piano l'unico mio punto di riferimento, tanto che a volte avevo paura che lei morisse e che mi lasciasse sola, forse perché era l'unica su cui pensavo di poter contare o forse anche perché spesso la vedevo stanca e stressata. Il clima che a circa vent'anni vivevo a casa era di tensione, quando si arrabbiava magari iniziava con me poi passava a mia sorella e successivamente a mio padre, per tutta risposta io e mia sorella ci chiudevamo nelle nostre camere e nostro padre usciva di casa a fumare. Le faccio presente che ho notato che mi sento più attratta da uomini che mi sembrano molto sicuri di sé e da cui percepisco che potrei essere emotivamente dipendente. Cordialmente.
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