Enorme rabbia nei confronti di mio padre

Salve, sono una ragazza di 26 anni figlia unica e orfana di madre da quando ne avevo 13.
Da 2 anni sono tornata a vivere sotto lo stesso tetto di mio padre dopo aver frequentato l'università in un'altra città.
Ho finito gli esami, mi manca solamente da discutere la laurea ma da tempo ormai provo una sorta di blocco verso l'università.
Questa cosa ha causato rabbia e nervosismo a mio padre, con cui il dialogo ormai è ridotto al minimo.
Io passo le giornate chiusa in camera e lui non si chiede neanche se sto bene.
Mi accusa del fatto che prima o poi gli verrà un infarto per il dispiacere di non vedermi ancora laureata, e ultimamente sta andando da uno psichiatra che gli ha detto che la causa della sua depressione sono io.
Io di contro ce l'ho a morte con lui, inconsciamente ma neanche tanto, non so bene perché.
Forse perché non abbiamo mai affrontato insieme il lutto, perché non mi ha mai chiesto in questi anni come stavo, se mi sentivo sola, se avevo dei bisogni (oltre a quelli economici su cui è sempre stato bravissimo).
Non abbiamo mai parlato di mia madre, e da quando mi sono bloccata con l'università è stato solo capace di darmi dell'ingrata che non ha apprezzato cio che lui ha sempre fatto per me.
Non ha mai pensato che io prima di essere una studentessa ero una ragazza con delle difficoltà e dei dolori, magari.
Negli anni in cui sono stata lontana da casa ho superato da sola tante sfide della vita, periodi quasi di depressione, storie d'amore che avrei voluto condividere anche con lui, paure che ho sconfitto da sola (tipo quella dell'alcol visto che mia madre era alcolista) eppure lui non c'è mai stato in tutto questo.
Oltre al fatto che riserva enormi attenzioni (anche economiche) ad una mia cugina.
Tutte queste cose sommate hanno creato una rabbia immensa che ho nei suoi confronti.
Ho già parlato con una psicoterapeuta, che in parte mi ha aiutato a superare il blocco universitario visto che almeno sono riuscita a ricontattare il mio relatore, ma resta ancora molto da lavorare su questa rabbia che io provo per lui, che mi viene da dentro e che non riesco a controllare.
Quando litighiamo divento anche parecchio cattiva nei suoi confronti, ma mi dispiace e non so assolutamente perché sia un sentimento così forte.
So che a distanza è impossibile qualsiasi tipo di consulto, ma vorrei anche solo uno spunto su cui ragionare, se fosse possibile.
Grazie
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente.

"..vorrei anche solo uno spunto su cui ragionare, se fosse possibile."

Lo "spunto" che Le forniamo è di fare un vero e proprio percorso assieme a quello Psicoterapeuta che ha ricontatto.

Ora non si tratta più di ragionare,
quanto di cambiare.
Non si tratta di approfondire le cause,
quanto di andare oltre
pur senza aver sviscerato tutto il passato.
E' possibile.
Arriverà poi un'altra epoca della Sua vita in cui sarà possibile fare i conti con un passato difficile, ma non ora mi sembra.

Finire l'Università è prioritario per Lei, al fine di potersi distanziare geograficamente;
la rabbia - che è sempre una molla potente -
la utilizzi per combattere quella "..sorta di blocco verso l'università..".
Ritiene sia possibile?

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto grazie per la sua risposta. Si, può essere possibile. Il problema è che questa rabbia nei confronti di mio padre resterà anche dopo la mia laurea. Sono consapevole del fatto che questo mio blocco sia come un modo per farmi "notare" da lui, per fargli capire che anche io ho sofferto e che forse a volte avevo bisogno anche solo di una parola da parte sua, parola che non c'è mai stata. Dal canto suo, lui continua a sostenere che non mi ha mai fatto mancare niente e questo deve bastare a farmi stare bene. A volte mi ha addirittura detto che forse ho bisogno di uno psichiatra visto che nonostante le sedute con la psicoterapeuta ancora non sono riuscita a laurearmi. Questo suo continuo farmi sentire sbagliata, quasi malata, contribuisce a rafforzare ancora di più il mio blocco. Mi chiedevo se in questa fase poteva essere utile un incontro a tre, con lui presente durante una delle sedute con la psicoterapeuta. Ma ho come l'impressione che anche in quell'occasione non sarebbe in grado di capire dove può aver sbagliato. Per lui conta solo che io non sia ancora laureata, e questa è la colpa immensa che mi dà ogni giorno e per sempre mi farà pensare .
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Anche Lei ha in comune con lui un obiettivo primario e da raggiungere in tempi rapidi:
la laurea.
Per finalità completamente differenti da lui, ovviamente. Per Lei significa l'autonomia, se ce la farà.
Dico "se ce la fa" perchè spesso la rabbia è un legame più forte di quello dell'amore,
e che non permette nemmeno di andarsene.
Si rimane lì, accanto all'oggetto della rabbia, in realtà progionieri di sè.

Quando e "se" Lei si sarà distanziata nel tempo e nello spazio,
forse allora troverà il modo per parlarvi di quanto è accaduto tra Voi.
Questo tempo non mi sembra ancora giunto,
ma ne potrà parlare più compiutamente con la Sua Psicoterapeuta, di persona.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
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