Ansia e angoscia

Buongiorno, Ho già scritto parecchie volte qui, sia sul campo psicologico che sul campo fisico.
Come ben sapete, ho 23 anni e da anni, soffro oramai, di un'ansia che, in alcuni periodi della mia vita non mi fa andare avanti, o meglio, mi divora andando sempre più avanti.
Premetto che sono una tipa ipocondriaca, per ogni cosa che mi succede o che avverto, mi fisso e da lì, parte il mio circolo vizioso di ansia quotidiana e continuativa.
Da giorni, oramai, ho sempre dolore alla pancia, che mi porta a defecare più volte lo stesso giorno, ho mancanza di appetito e voglia di fare nulla.
Quest'anno mi sono laureata, dovrei essere super spensierata e super felice! Ma, sembra strano a dirlo, la mia vita è irrimediabilmente ritornata a com'era.
Da studentessa fuori sede, passavo le mie giornate con il mio ragazzo che ora sta lontano da me, e non so quanto lo rivedrò, l'ansia in quel posto non mi prendeva quasi mai.
Diversamente quando sto a casa mia, è sempre presente, e non capisco per quale motivo.
Inoltre, dovrò farmi una visita di controllo ad un problema fisico, e questo mi crea molto timore e paura che possano sempre trovarmi qualcosa di grave, che non riuscirei mai a superare. Mi fa vivere nel terrore, dalla mattina fino a quando chiudo gli occhi. Mi conosco, e so che se facessi la visita e tutto andrebbe per il meglio, ecco che tutti i miei dolori svaniscono, ma io non riesco a pensare positivo, mai.
Sono stata in cura per qualche mese, ma la mia mente continua ancora a vagare.
Vi prego, io non ce la faccio più.
Ho 23 anni, voglio vivere la mia vita con serenità e spensieratezza, perché non posso?
Perché mi viene negato?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
"Ho 23 anni, voglio vivere la mia vita con serenità e spensieratezza, perché non posso?
Perché mi viene negato?"

Gentile Ragazza,
l'unica persona che le sta negando questa spensieratezza è Lei stessa. Non potrà vivere con serenità, come giustamente desidera, fino a che non si impegnerà per farlo.

Negli anni tanti di noi hanno risposto alle sue invocazioni di aiuto e alla sua ricerca di rassicurazione, ma concordo con tutti i colleghi: se davvero è motivata a star meglio, è necessario uscire da un atteggiamento passivo, in cui l'idea è che siano gli altri a dover risolvere il suo problema, e attivamente assumersi la responsabilità del proprio benessere, impegnandosi a modificare le proprie convinzioni erronee e i propri schemi di "funzionamento" disfunzionali.
Per questo si parla di "lavoro" terapeutico, che è quello che deve fare il paziente, guidato ed accompagnato dallo psicoterapeuta.
Se per vent'anni ha costruito un modo di pensare ed agire che la porta a vivere male, non può pensare che siano sufficienti una manciata di sedute per scardinarlo e sostituirlo con uno più efficace. Ciò non vuol dire che siano necessari anni di terapia, ma di certo una motivazione ed un impegno consistenti.

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2020
Ex utente
Grazie per la sua riposta,
ma quello che non capisco è come può un semplice luogo, farmi ritornare ad essere perennemente ansiosa. Com'è possibile che in tre anni fuori casa, quasi ero ritornata a star meglio. Sarà perché i primi attacchi di ansia (a me sconosciuti all'epoca), li ho vissuti qui?

Io ci provo ad andare avanti e a vivere con serenità, ma è come se qualcosa me lo impedisse. Mi concentro a pensare che sono giovane, ho una vita davanti, perché devo rovinarmi gli anni migliori in questo modo. Anche ciò che mi circonda non mi stimola più di tanto. In famiglia va tutto sommato bene, ma vivendo in un paesino di pochi abitanti, le cose brutte accadono e quando giunge notizia, penso come sia possibile che la vita sia così crudele a volte, e questo mi porta a restare incastrata nel mio mondo, il più delle volte, grigio. Non è normale a quest'età avere tutti questi brutti pensieri, ma sembra che la mia mente è controllata. Proverò ad essere più motivata, ma alla minima difficoltà, purtroppo mi abbatto.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Probabilmente non mi sono espressa efficacemente: ciò che intendevo era la motivazione ad affettuare un percorso psicoterapeutico, dal momento che -a quanto scrive- le sue tentate soluzioni di fatto non si sono rivelate risolutive.

La raccomandazione è, come sempre, di verificare che il professionista scelto abbia la specializzazione in psicoterapia che lo abilita ad effettuare tale tipo di intervento: https://areariservata.psy.it/cgi-bin/areariservata/albo_nazionale.cgi

Saluti.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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