Paura della morte di affetti cari

Buonasera.


Scrivo perché, soprattutto nelle ultime settimane, sto vivendo con uno stato d'ansia che è diventato quasi invalidante.


Ho 24 anni e soffro d'ansia da quando ero piccola.
Quindi, in un certo senso, grazie al tempo, ho imparato a riconoscerla e a gestirla...o almeno credevo.


Nelle ultime due settimane, nella mia testa, vaga il costante pensiero che possa succedere qualcosa di brutto alle persone a me care, in particolar modo a mia mamma.
I miei genitori hanno 56 e 58, quindi sono ancora piuttosto giovani e non hanno particolari problemi di salute, ma la mia testa mi fa pensare che possano lasciarmi presto.

A volte mi capita di contare quanti anni ci rimangano da vivere insieme e mi butto giù, perché non mi sembrano mai abbastanza.


Spesso ho flash del mio futuro in cui mi vedo completamente sola e mi assale la paura che possa davvero succedere.
Ho paura che muoiano i miei genitori, che il mio fidanzato mi lasci e che le mie amiche mi abbandonino.
Quindi, di rimanere sola al mondo.


Vorrei dare la colpa a questo brutto periodo che, purtroppo, stiamo vivendo e mi sforzo di pensare che sia causa dello stress accumulato per ciò che sta accadendo nel mondo.


Però, non riesco a darmi pace.
L'ansia mi chiude lo stomaco, non riesco a mangiare, faccio continui incubi o passo addirittura nottate in bianco.


Cosa posso fare?
Immagino che l'ideale sarebbe rivolgermi ad uno psicologo, perché credo sia un problema risolvibile (risolvibile o gestibile?) nel tempo.
Ma per ora, c'è qualche esercizio o qualcosa che posso fare per recuperare un minimo di serenità?
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Dr.ssa Silvia Greco Psicologo 135 2 10
Gentilissima Utente
dice di aver sofferto di problemi d' ansia sin da piccola...e di aver imparato a riconoscerla e gestirla.
In che modo ha imparato ? Si è rivolta ad uno Specialista in passato ?
Partiamo col dire che avere ansie e paure in questo periodo è giustificabile se non compromettono le normali pratiche quotidiane. Cosi come il pensiero della morte e di perdere una persona cara è normale, dato che fa parte del ciclo della vita, e data la situazione attuale che si sta vivendo dove le emozioni vengono vissute in maniera ampliata..
Dalle sue parole mi sembra di capire che tali problemi abbiano assunto una connotazione intrusiva quasi ossessiva data la frequenza e il forte impatto con cui si presentano.
Non si può dire se un problema e risolvibile in questa modalità, perchè non si hanno informazioni sufficienti.
Ma rivolgendosi ad uno Psicologo, attraverso una scrupolosa anamnesi potra' indicarle il percorso adatto.
Posso però dirle che tutti i problemi sono trattabili e che un percorso giusto porta sempre ad un miglioramento psico-fisico. Pertanto la invito a farlo il prima possibile. Nel frattempo cerchi di svolgere attività che lei ama, che la aiutino a staccare dai pensieri, attività che possono aiutarla a scaricare le tensioni, attività che pongono in primo piano la sua persona e non i suoi brutti pensieri. E' stato dimostrato che colorare disegni mandala produca effetto rilassante. Cosi come ascoltare musica, chiudendo gli occhi e facendo respiri profondi lentamente ( ispirando ed espirando).
Mi aggiorni pure se vuole.
Cordiali Saluti.

Dr.ssa Silvia Greco,
Psicologa Clinica e della Salute.

Dr.ssa Silvia Greco,
Psicologa Clinica e della Salute

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio innanzitutto per la disponibilità e la risposta, dottoressa.

I miei disturbi d'ansia sono sorti all'età di 10 anni, dopo aver perso mia nonna materna, a cui ero legatissima.
Sono stata seguita da uno specialista per 3/4 anni, fino ai miei 15 anni, circa.
Mi ha aiutato a capire come riconoscere, accettare e gestire i miei stati d'ansia.
Per anni sono riuscita a tenere sotto controllo la situazione.
Le so dire che, in generale, ogni mio stato d'ansia è sempre stato legato all'allontanamento da casa, dai miei genitori o dalla mia zona di confort.
Probabilmente la situazione difficile che stiamo vivendo, le continue notizie su morti e sofferenza, accentua il mio disagio e mi porta a ad aver paura che ciò che accade al di fuori possa accadere anche a qualcuno a me caro.

Per quanto riguarda il rivolgermi nuovamente ad uno specialista, credo che lo farò. Il mio problema è che avrei bisogno di una persona dolce, empatica, che abbia un certo modo di fare, perché davanti a modi o toni freddi innalzo muri, da sempre. Non sono stata fortunata nel trovarla finora.

Prenderò in considerazione gli esercizi di respirazione e i mandala!

La ringrazio molto
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Dr.ssa Silvia Greco Psicologo 135 2 10
Gentile Utente
L'alleanza terapeutica da instaurare all interno del setting deve essere fondato principalmente su empatia, compensione e ascolto attivo. Ed è un rapporto che deve costruirsi in maniera bilaterale.
Pertanto se Lei si rende conto che con lo Specialieta scelto non riesce a costruire tale rapporto di fiducia, rapporto NECESSARIO per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti assieme, é libera di non proseguire.
Mi aggiorni pure se vuole.
Cordiali Saluti.

Dr. ssa Silvia Greco,
Psicologa Clinica e della Salute.