Disturbo di identità di genere

Buongiorno gentili psicologi,

sono geneticamente (aihmè) e visivamente un uomo, di ben 45 anni.
(parlerò di me al maschile solo per abitudine ma potrei farlo
al femminile)

Ho passato la mia vita (non sono più un ragazzino) a vivere con sofferenza la mia omosessualità.
Purtroppo non ho solo un
orientamento sessuale omosessuale ma io soffro tantissimo da quando avevo 7 anni di disturbo di identità di genere.
In pratica
io ho da sempre desiderato essere una donna perchè io sono una donna, nonostante il mio corpo (che odio).

Negli anni alcuni psicologi mi hanno aiutato.


Quando ero piccolino ho preso anche botte da genitori che non capivano e non volevano che mi truccassi (erano i primi anni 80).

Negli anni per le mie stranezze sono stato deriso, bullizzato a scuola, emarginato, odiato anche dai familiari.


Sono alto 190 e molto massiccio pelato da quando avevo 18 anni, peloso.
Mani enormi e 47 di piede
Questo mi ha fatto odiare me stesso, io mi sento una donna minuta esile e dolce.
Ma sono imprigionata da sempre qua.

L'idea della transizione quando ero giovane era remota, da più adulto ho sempre rinunciato perchè verrei male.
Fisicamente non ho
nulla di femminile.
Odio i miei genitali.


Non riesco ad avere relazioni con gli altri uomini omosessuali perchè io non sono un omosessuale come loro ma una donna imprigionata.

La mia vita è stata un incubo da sempre.


Ho già fatto percorsi di psicologia per accettare quel che sono, per trovare soluzioni.
Per cercare
di approcciare una relazione con un uomo.
Io soffro e basta.
E non riesco.
E sono sempre stato male.
Non esiste accettazione di qualcosa
che non corrisponde alla propria anima/essenza.


Io vorrei capire se si può fare invece un percorso di psicoterapia per sedare completamente tutto.
Io credo che nel mio caso sarebbe
la soluzione.
Trovare una via nella mia vita in cui ogni aspetto sessuale, legato alla mia immagine, legato alla identità sbagliata sia eliminato.

Per non soffrire più.
[#1]
Dr.ssa Eleonora Arduino Psicologo, Psicoterapeuta 62
Buongiorno. La sua sofferenza è molto grande e come saprà, condivisa da diverse persone biologicamente maschi o femmine, che si sentono imprigionati in un corpo sbagliato per la propria psiche. Perchè questo avvenga è uno dei più grandi misteri umani non ancora davvero svelato, ma non per questo meno reale.
Spero che i suoi percorsi psicologici siano stati orientati a trovare una gestione, un equilibrio, una soluzione buona, non ad accettare l'inaccettabile. Perchè purtroppo ancora molti psicologi non sanno trattare queste situazioni. Il mio consiglio è di trovare aiuto e supporto da persone che possano davvero comprenderla, come coloro che vivono la sua stessa sitazione, tramite gruppi di incontro e di auto mutuo aiuto. So che l'arci gay ha delle sezione dedicate a persone transgender. Anche i centri medici che si occupano di transizioni spesso hanno risorse. Provi a informarsi nel suo territorio, a cercare confronto lì o altrove, ma non resti solo. Un sostegno psicologico è sempre utile (non una cura, perchè lei NON È malato), ma bisogna sentirsi davvero capiti. Non ci sono soluzioni perfette uguali per tutti, ma possibili equilibri sì, e lei può trovare il suo. Mi permetta di abbracciarla seppure virtualmente.

Dr.ssa Eleonora Arduino
psicologa-psicoterapeuta

[#2]
dopo
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Grazie Dottoressa,
negli anni ho cercato vario supporto, all'inizio senza cercare bene ho trovato anche professionisti che non conoscevano la differenza tra orientamento e identità di genere ed è stato molto avvilente.
Poi ho trovato una sua collega a Bologna che mi ha aiutato tanto, molto informata e competente in materia. Mi ha aiutato molto ma io rimango sempre l'essere infelice che sono.

Io sognavo di essere madre, moglie, una donna biologica vera. La transizione l'ho lasciata perdere perchè
il mio corpo non era compatibile ma anche perchè
trasformandolo non sarei mai comunque stata una donna
vera come io vorrei, anzi come sono.

La psicologa mi ha aiutato più che altro nelle difficoltà di vita. Andare nel bagno degli uomini, lavorare con altri uomini... Se penso a quanto ho pianto nella mi vita non si contano le lacrime. Ma sono sempre riuscita ad andare avanti.

In arci ci sono stata ma diciamo che a parte amicizie non sono riuscita ad integrarmi molto, forse per il mio carattere non troppo espansivo. Ho conosciuto molte donne ex uomini e la cosa che più mi fa rabbia è che spesso sono giudicate delle poco di buono. Sei trans? allora sei una prostituta.

Grazie del suo contributo