
Utente
Salve a tutti, vi spiego la mia storia: 4 anni fa, stanco della mia vita giù nel mio paesino, stanco della solita gente, stanco di stare in casa coi miei e volenteroso di voler cambiare vita ed imparare a diventare autonomo, sono partito per Roma a studiare in università.
All'inizio tutto ok, in preda all'entusiasmo ero partito carico fino a quando, di fronte alle prime difficoltà/responsabilità date dall'università e dal tirocinio sono caduto in una depressione ansiosa che mi ha condotto a lasciare gli studi per un paio di mesi ma, grazie all'aiuto farmacologico e a tanta forza di volontà, sono ritornato a Roma e sono riuscito a laurearmi con ottimi voti e ad iniziare a lavorare per un anno, nonostante gli alti e bassi dovuti all'ansia.
A distanza di 4 anni però, un mese fa, vengo chiamato a lavorare giù da me in un periodo (coincidenza?) in cui ero disoccupato.
Allora decido di accettare, di accettare nonostante non fossi totalmente convinto della scelta che stavo andando a fare, nonostante questa scelta non mi dava tanta motivazione.
Il problema nasce ora: ritorno a casa, trovo un clima lavorativo pessimo, ritorno a stare in casa coi miei e mi si scatena di nuovo uno stato in cui mi sento perso, mi sento di non appartenere a questo luogo, vorrei solo dormire, ho difficoltà a fare qualunque cosa, penso e ripenso a Roma come luogo in cui tornare per stare bene, non so cosa fare durante la giornata, ho continuamente ansia e zero entusiasmo, la gente con cui ho a che fare mi fa venire la nausea e sono anche arrivato a mettere in discussione il lavoro che faccio.
Insomma, una vera e propria crisi esistenziale!
Così decido di rivolgermi ad uno psichiatra/psicoterapeuta che mi consiglia di assumere un farmaco (daparox) per aiutarmi e, da domani, dovremmo anche iniziare in concomitanza una psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Secondo voi, come mai mi ritrovo in questa situazione?
Continuo a chiedermelo continuamente senza riuscire a trovare una risposta.
All'inizio tutto ok, in preda all'entusiasmo ero partito carico fino a quando, di fronte alle prime difficoltà/responsabilità date dall'università e dal tirocinio sono caduto in una depressione ansiosa che mi ha condotto a lasciare gli studi per un paio di mesi ma, grazie all'aiuto farmacologico e a tanta forza di volontà, sono ritornato a Roma e sono riuscito a laurearmi con ottimi voti e ad iniziare a lavorare per un anno, nonostante gli alti e bassi dovuti all'ansia.
A distanza di 4 anni però, un mese fa, vengo chiamato a lavorare giù da me in un periodo (coincidenza?) in cui ero disoccupato.
Allora decido di accettare, di accettare nonostante non fossi totalmente convinto della scelta che stavo andando a fare, nonostante questa scelta non mi dava tanta motivazione.
Il problema nasce ora: ritorno a casa, trovo un clima lavorativo pessimo, ritorno a stare in casa coi miei e mi si scatena di nuovo uno stato in cui mi sento perso, mi sento di non appartenere a questo luogo, vorrei solo dormire, ho difficoltà a fare qualunque cosa, penso e ripenso a Roma come luogo in cui tornare per stare bene, non so cosa fare durante la giornata, ho continuamente ansia e zero entusiasmo, la gente con cui ho a che fare mi fa venire la nausea e sono anche arrivato a mettere in discussione il lavoro che faccio.
Insomma, una vera e propria crisi esistenziale!
Così decido di rivolgermi ad uno psichiatra/psicoterapeuta che mi consiglia di assumere un farmaco (daparox) per aiutarmi e, da domani, dovremmo anche iniziare in concomitanza una psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Secondo voi, come mai mi ritrovo in questa situazione?
Continuo a chiedermelo continuamente senza riuscire a trovare una risposta.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero
Referente scientifico

ISCHIA (NA)
TARANTO (TA)
Rank MI+ 96
Iscritto dal 2003
Da un giorno all’altro la sua richiesta cambia ed omette anche una serie di terapie e variazioni che sono state già fatte.
Direi che la prima cosa è di non mentire a se stessi perché poi si raccontano bugie agli atri per convincerli che la propria condizione è legata ad eventi considerati importanti.
La psicoterapia ha indicazione se sono state valutate le condizioni di eleggibilità.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Direi che la prima cosa è di non mentire a se stessi perché poi si raccontano bugie agli atri per convincerli che la propria condizione è legata ad eventi considerati importanti.
La psicoterapia ha indicazione se sono state valutate le condizioni di eleggibilità.
Dr. F. S. Ruggiero
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