Relazione complessa

Gentili dottori, cercherò di essere sintetico per quanto possibile, anche se ometterò vari elementi.

Ho alle spalle una psicoterapia psicodinamica di circa 10 anni (dal 2001 al 2011) che ho alla fine interrotto per scarso beneficio.

Da quasi due anni ho intrapreso un nuovo percorso psicoterapico sempre ad indirizzo psicodinamico.
Mi ha "smosso" di più tanto da riuscire per la prima volta ad iniziare una relazione.
La persona in questione è purtroppo già impegnata.
Non è sposata, non ha figli, ma tiene questa sua relazione nascosta a familiari e ad amici perché non ritiene il suo partner attuale all'altezza.
Non ha praticamente più un'attività sessuale con lui, l'ha già tradito in passato ed ora con me.
Lui è molto "preso" e dipendente da lei.

Lei la conosco da anni, eravamo compagni di università e siamo sempre rimasti in contatto nel tempo.
L'anno scorso l'ho rivista e inaspettatamente me ne sono "innamorato"... mi sono riavvicinato con discrezione e timidezza, per vari mesi non sono stato "corrisposto", mentre da tre mesi anche lei si è innamorata e abbiamo iniziato a frequentarci e a comportarci di fatto come una coppia, pur non stando "ufficialmente" insieme.

I sentimenti riguardo questa relazione sono molto contrastanti: è la mia prima relazione in un contesto di difficoltà relazionali importanti sin dall'adolescenza ed è una relazione "complicata" vista la presenza di una terza persona.
Inoltre lei è una persona per vari aspetti immatura ed egocentrica con cui non sempre mi sento a mio agio.
Per la verità il suo comportamento verso l'attuale partner lo ritengo scorretto e non mi trasmette affidabilità.

Da un lato vorrei andarmene perché "soffro2, dall'altro non ci riesco perché ci sono aspetti positivi e al momento non riusciamo a stare lontani.

La psicoterapia continua a "spingermi" verso questa relazione malgrado le difficoltà e i dubbi che ho.

Al momento lei non è in grado di lasciare il suo partner per vari motivi "pratici" pur non essendone più attratta.

Sto provando una certa rabbia verso lo psicoterapeuta che ha contribuito a cacciarmi in questa situazione e sto pensando di interrompere anche questa volta la psicoterapia.

Non riesco a capire cosa sia meglio fare... Tutti gli incontri di psicoterapia si concludono in sostanza senza che sia arrivato ad una decisione.
Di questi contrasti riesco a parlare poco con lei, ho provato a farlo, ma tende a minimizzare.
Del resto si stanno riflettendo anche a livello sessuale: alle volte va tutto bene mentre altre volte non riesco a fare nulla e faccio fatica anche a baciarla.

Altre volte ci capita anche di pensare di andare a vivere insieme o di sposarci, cosa che non desidera assolutamente con il suo attuale partner.

Vi ringrazio in anticipo per l'ascolto.
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Dr. Vincenzo Cosentino Psicologo 204 12 1
Buonasera,
La situazione che sta vivendo deve necessariamente essere affrontata in terapia.
Le relazioni sono una parte fondamentale della quotidianità dell'individuo e poter fare chiarezza su alcuni aspetti relazionali è fondamentale per poter prendere decisioni adeguate.
Probabilmente il/la collega sta mettendo in pratica un lavoro che tocca tanti aspetti e affronterà questo argomento in futuro. Se però trova importante avere un supporto su questa complessa situazione può comunicarlo esplicitamente e far presente le perplessità sull'efficacia della terapia.
Potrebbe essere importante per trovare nuovi stimoli se il blocco è relativo ad un momento temporaneo, oppure per trovare una soluzione diversa per la risoluzione del problema.

Dr. Vincenzo Cosentino - Psicologo
In sede e online
www.psicologocosentino.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per il suo parere.
In effetti sto parlando di questa relazione "complessa" oramai da mesi, in tutte le sedute ed è oramai il principale, se non l'unico, argomento oggetto della psicoterapia.
Da un lato ci sono io che cerco di "fuggire" dalla relazione, dall'altro lo psicoterapeuta che, pur in maniera non esplicita, mi spinge in tutti i modi verso di essa.
Io sto vivendo sentimenti contrastanti e non riesco a capire se stia facendo la cosa giusta e che cosa sia meglio fare.
Alle volte sono anche entusiasta altre volte quasi disperato di fronte a questa situazione così intricata per me.
[#3]
Dr. Vincenzo Cosentino Psicologo 204 12 1
Perché allora non cambiare direzione nella terapia?
Mi chiedo se affrontare soltanto questo argomento sia controproducente, in quanto si porta l’attenzione soltanto sul momento attuale.
Ovviamente questo è soltanto un suggerimento è il collega sarà sicuramente in grado di valutare il da farsi, ma può comunque comunicare l’inefficacia della strategia.
Spesso toccando altri punti e scendendo più nel profondo, della propria storia, dei propri vissuti, si possono trovare le cause che l’hanno portato a questa situazione scomoda dove non sa come agire.
Quindi si può allargare il campo visivo ed osservare più elementi oltre la relazione che sta vivendo.

Dr. Vincenzo Cosentino - Psicologo
In sede e online
www.psicologocosentino.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Nella precedente psicoterapia (durata dieci anni) ho parlato molto degli eventi passati, della mia storia, dei miei vissuti, con scarsi risultati sulla mia vita.
Anche in questo nuovo percorso ho ripreso alcuni di questi temi... Sempre con scarso beneficio.
Sto perdendo fiducia nella psicoterapia, sto valutando se sospenderla e valutare altre soluzioni oppure rimanere senza nulla.
Per quanto riguarda la situazione attuale non so davvero cosa fare e nessuno può aiutarmi.