Stanchezza e mancanza lucidità

Salve, sono un ragazzo di 28 anni, insegnante di musica e studente presso la facoltà di ingegneria.
Scrivo per avere un parere su una particolare situazione.
Sto frequentando una terapia di mindfulness cognitivo comportamentale, dovuta a una alta predisposizione alla ruminazione e ad atteggiamenti tipici del DOC e del perfezionismo esasperato, nello studio soprattutto, che hanno rallentato e devastato il mio percorso di studi fatto di esami non passati, blocco dello studente per diversi mesi, appelli saltati per manie di perfezionismo, ecc... Contemporaneamente insegno musica, perché laureato in conservatorio parallelamente al percorso di studi in ingegneria non ancora terminato... Alla fine di questo anno scolastico, sotto la pressione forte dei miei e ancora più della mia ragazza, avevo deciso di prendermi del tempo per me stesso per poter decidere quale poteva essere un possibile obiettivo futuro, se continuare parallelamente due strade molto differe ti o se concentrarmi su una sola attività decidendo una volta per tutte il mio posto nel mondo (si, mi piace tutto, dallo sport alla matematica, ma non riesco assolutamente a decidere quale potrebbe essere una professione per me adatta)... Avverto questo senso di dovere di decidere, le pressioni intorno sono alte, e i miei, molto apprensivi, vedendomi bloccato in questo limbo da un bel po', non fanno altro che trattarmi come un bimbo depresso, subisco la loro sofferenza e la loro paura di vedermi come un fallito non fa altro che peggiorare il tutto... In tale periodo provo a concentrarmi, ma avverto forte deconcentrazione, totale mancanza di forza fisica e lucidità, procrastinazione, leggero calo della libido, e stanchezza cronica... Potrebbe essere tutto esasperato dal caldo, ma io non so come mettermi su quella cavolo di scrivania e valutare del mio futuro, ho le gambe sempre deboli, e mi sento debilitato... Secondo voi devo indagare se esista qualche cosa di tipo organico o è legato a tutto questo stress generato dalla situazione appena descritta??
Se il problema è psicologico come posso ritornare ad essere un po' più lucido e a posarmi sulla scrivania cercando di riflettere, di scrivere, di informarmi...mi sento sempre stanco e la mente totalmente confusa e non posata... Non mi va di sedermi perché ho l 'allarme della pressione troppo attivato, troppo senso del dovere
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Dalla descrizione che fai sembri avere un'alto tratto di ossessività, se non un disturbo ossessivo vero e proprio, che ti porta al perfezionismo, alla procrastinazione e all'inazione, sostanzialmente per paura o di sbagliare o di scegliere (le ossessioni sono un disturbo d'ansia).

Che risultati stai ottenendo attraverso la mindfulness?

Che tipo di esercizi o compiti ti hanno prescritto nella terapia attuale?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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Utente
Utente
Gentilissimo dottore, effettuo delle pratiche per disidentificarmi da alcuni pensieri intrusivi e per cercare di non rendere il disturbo limitante (perché la cosa peggiore che avverto è appunto la mancanza di lucidità per poter fare o decidere cose). Pratiche come il body scanner, la consapevolezza da seduto sul respiro, sui punti d'appoggio e pratiche varie...tra cui scrivere un pensiero più volte su carta in modo da renderlo solo un gruppo di parole e distaccarlo dalle emozioni che provocano... Il primo anno ero riuscito a trovare molto giovamento, anche grazie alla costanza (riuscivo a dedicare 45 minuti al giorno alla pratica)... Da un annetto non riesco ad essere così costante e gli effetti sono blandi... Vorrei poter avere sensazioni diverse, vederci meglio...ma tutte le cose che scelgo mi creano sempre dubbi, indecisioni e in sintesi vivo da 2 anni la mia vita in modo paralizzato... Se non ci fosse l'insegnamento a darmi un po' di soddisfazione, probabilmente avrei passato 2 anni senza ottenere nessun obiettivo nella mia vita... Ora che vorrei fare ordine comunque ho difficoltà a rimanere attivo ... E buh... Non so come comportarmi
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La meditazione, di cui la mindfulness è una forma, ha purtroppo lo svantaggio di smettere di solito di funzionare se smetti di praticarla.

È vero che attraverso la mindfulness è possibile giungere a "installare" un diverso atteggiamento nella persona, ad esempio nel suo caso abituarsi a considerare con maggior distacco i pensieri e le sensazioni disturbanti. Ma ciò avviene più facilmente quando non c'è una vera e propria patologia sottostante.

Da un punto di vista strategico il perfezionismo si vince solo abituandosi all'imperfezione, cioè rinunciando all'idea di poter vivere in un mondo corrispondente al 100% all'ideale che ce ne costruiamo. La cura consiste quindi nel somministrarsi giornalmente piccole dosi di imperfezione, fino a "immunizzarsi" contro l'idea ossessiva del perfezionismo.

Potrebbe chiedere un secondo parere a un terapeuta di orientamento strategico, per provare un diverso modo di lavorare. Più duro per certi versi e certo non per tutti, ma molto efficace.

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Utente
Utente
Ma infatti il terapeuta da cui vado è ad indirizzo cognitivo comportamentale ed abbiamo iniziato una terapia breve strategica che all inizio è stata molto efficace... Anche se i risultati si raggiungono a piccolissimi passi, però riuscivo a riconoscerli...ora da un anno, è come se la terapia breve non mi sia di aiuto, come se sia molto radicato questo processo mentale e quindi non saprei verso cosa orientarmi... I risultati che ottengo li ottengo con molta fatica e , soprattutto, avverto l esigenza di prendere in mano le mie scelte che per ora vivo molto passivamente rendendomi sempre più bloccato, non so se riesce a comprendermi dottore...la ringrazio per la celerità
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
I compiti che ha descritto nel messaggio precedente non sono tipici della terapia strategica.

Che compiti ha ricevuto in terapia strategica?

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Utente
Utente
In vista di un paio di esami universitari abbiamo praticato una graduale "esposizione del rischio" scrivendo una scala di cose e rituali che facevo sempre prima di un esame e dando una percentuale di ansia da 10 al 100%... E prima dell' esame dovevo mettermi in situazioni che andavano contro il rituale partendo dal +10% fino ad arrivare alle situazioni in cui esporsi era più duro (100%)...potrebbe essere che la cosa sia stata abbandonata dopo perchr anche io magari non mi sia aperto bene col dottore che mi segue...ma in quel caso, in un paio di occasioni ci furono buoni risultati, al fine di evitare manovre di evitamento (scusi il gioco di parole) che mi bloccavano prima di. Un esame e di rimandarlo alle sessioni successive
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sia nel caso dei rituali che per l'ossessività in stretto, ci sono manovre più efficaci in terapia strategica. Ovviamente occorre essere chiari con il terapeuta su quali siano realmente i problemi da risolvere. Altrimenti l'aiuto non può essere completo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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Utente
Utente
Si ...può essere che non sia riuscito io ancora ad essere efficace nella spiegazione, perché il dottore che mi segue è un professionista serio e mi ci ritrovo in tutto quello che dice ... Forse non sono riuscito a comunicargli io bene quali fossero le cose che mi assillavano ... Ci riproverò ... La ringrazio comunque per le celeri risposte, è stato disponibilissimo ...