Ossessione, rifiuto in amore e fine dell'amicizia, ricordo che tormenta

Gentili Dottori,
sei anni fa, all'università, conobbi una ragazza della quale mi innamorai perdutamente (l'unico innamoramento che abbia mai avuto).
Da semplici colleghi diventammo amici anche se, di fatto, nascondevo gelosamente ciò che provavo.
A lungo andare, però, scoprì tutto e il nostro rapporto ebbe alti e bassi, diceva di vedermi troppo preso e giudicava opportuno prendere le distanze da me.
Poi passava tutto (mi convincevo di aver superato la cosa e convincevo anche lei).
Dopo un pò, è arrivato un altro, e lì le cose sono diventate più difficili.
Per un pò li ho frequentati, riuscendo a non palesare niente di quello che provavo.
Nell'agosto del 2020, dopo quasi un anno che non li vedevo, preso dallo sconforto scrissi un messaggio a lei dove spiegavo la situazione e i miei sentimenti.
Mi ha detto di lasciar perdere e di non contattarli, affermando che era meglio soprattutto per me in maniera tale da superare la cosa (Disse, me lo ricordo bene: "è l'unico modo per te di superare la cosa").
La supplicali ma fu tutto inutile.
A volte le riscrivo spiegandole come mi sento, la difficoltà di superare questo abbandono, la frustrazione, la chiusura che vivo da quel tempo, supplicandola di tornare da me, di riaccogliermi.
Non mi risponde mai, lo ha fatto solo in qualche occasione festiva per gli auguri.
Mi torna alla mente sempre, giorno e notte e mi domando dove sia, che faccia, se stia bene o meno.
In alcuni periodi riesco a relegare nella mente questi fatti, ma quando mi capitano fatti spiacevoli o mi sento a disagio riaffiora tutto.

Avevo già scritto una volta per altri motivi e volevo trattare la questione, ma non ho avuto lo spazio sufficiente.

Non riesco a superare questa difficoltà.
Non ho mai avuto una relazione sentimentale con una ragazza, e nemmeno un rapporto fisico.
In generale non riesco a tenere bene i rapporti (pochi pochi, amici storici e fidati), e con le ragazze c'è sempre qualcosa che non va.
Dopo aver fallito con Lei (per distinguerla dalle altre a venire con le quali ho tentato goffissimi approcci invitandole a cena, o a visitare un museo) è ancora peggio.
Penso, è più forte di me, che se ci riprovo fallisco e ho paura di provare nuovamente il dolore già sperimentato, se non peggio.
Sono una persona sola, scusate la prolissità, ma almeno "parlo", perché nella vita di tutti i giorni lo faccio a malapena.

Buona serata, con la massima stima.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Le chiare spie di allarme nella tua descrizione sono: "scoprì tutto" e: "la supplicai".

Da quando in qua un uomo dovrebbe nascondere accuratamente a una donna ciò che sente per lei, come fosse qualcosa di cui vergognarsi? O supplicarla per ingraziarsela? Oltretutto sapendo che sta già con un altro e che di te non ne vuole sapere?

Mettendo insieme questa richiesta di consulto con la precedente emerge un quadro chiaro di totale assenza non solo di abilità sociali e relazionali, ma proprio di mancanza di comprensione del funzionamento dei ruoli dell'uomo e della donna.

La raccomandazione non può quindi che essere la stessa: rivolgiti a uno psicologo per iniziare a lavorare su te stesso e sulle tue convinzioni.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Fulvia Tramontano Psicologo, Psicoterapeuta 61 3 1
Caro giovane ragazzo, si percepisce nelle tue parole una grande sofferenza emotiva però i fatti che riferisci non la giustificano, sai? è esperienza molto più comune di quanto tu immagini essere rifiutati da chi piace, accade agli uomini e accade alle donne, fa parte delle relazioni interpersonali.
Si coglie anche che hai molte qualità e interessi che arricchiscono la tua vita ma adesso è per te necessario voltare pagina, senza alcuna esitazione, un atto volitivo. Guardare il mondo e le altre ragazze con occhi fiduciosi e continuare ad invitarle è una prima ottima tua strada da continuare, come è ottima quella di smettere di cercare "Lei" che ha espresso con chiarezza il proprio sentire e non lo puoi ignorare, devi prenderne atto.
So che ti è molto difficile mettere in atto questa condotta, ma in realtà non è difficile affatto, ti serve però senza indugio un contatto con un professionista, che sia on line o di persona, in un servizio pubblico o come vuoi tu e ti aiuterà anche a superare il distacco da altre figure di riferimento su cui ora non puoi fare affidamento.
Le proprie credenze possono spingere avanti o bloccare la propria vita, non permettere che ti accada così e ricomincia con fiducia a cercare un valido aiuto. Facci sapere poi come è andata!

Dr.ssa Fulvia Tramontano

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dr. Santonocito e Dr. ssa Tramontano,
vi ringrazio moltissimo delle risposte. In questo periodo della mia vita devo concludere al più presto gli studi e mettermi a lavorare, e questa deve essere la priorità assoluta, al momento (non posso fare altrimenti, proprio a livello pratico). Ma la necessità di prendermi cura di me, riguardo a tutte le cose vi ho detto, è fondamentale, come mi fate osservare giustamente. Ci ho girato troppo intorno, non facendo altro che cronicizzare i problemi. Ma ho fede e speranza e sono certo che con decisione e l'aiuto necessario ce la farò.
Vi ringrazio ancora, un saluto.
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dopo
Utente
Utente
Buonasera Dott. Santonocito, buonasera Dott. essa Tramontano, e buonasera anche a coloro che, eventualmente, mi risponderanno.
Vi riscrivo dopo tanto tempo, raccontandovi quello che è mi accaduto, sia il bene che il male. Purtroppo la signora che mi seguiva al consultorio, anziana e malata, è morta a settembre, anche se ho appreso la notizia soltanto ad ottobre, recandomi in parrocchia nella speranza di rivederla. Sapevo che stava male, ma non avrei mai immaginato questo esito. La cosa terribile è che le inviavo, di tanto in tanto, dei messaggi per sostenerla nel travaglio della malattia. Non rispondeva... Ho saputo troppo tardi e mi brucia dentro il fatto di non essere stato nemmeno al funerale. Mi ha rincuorato, però, vedere che l'aula dove ci incontravamo le è stata dedicata con una bella targhetta elegante. Mi confidavo con lei da quattro anni e mi ci ero affezionato. La sua morte è stata una mazzata terribile. Tra l'altro, questa signora me la consigliò la ragazza di cui vi ho parlato. Avendo saputo della sua morte, e ben sapendo che sono molto sensibile e fragile, mi ha consolato e incoraggiato a non abbattermi; è stata molto tenera. Non la sentivo da tempo e mi ha fatto piacere sentire il suo appoggio, anche se dalla distanza. Allo stesso tempo, però, mi ha chiesto nel futuro non di sentirci e non vederci, e mi ha detto che questa decisione non l'ha presa per farmi stare male, per avvilirmi, ma per farmi sbloccare, superare l'attaccamento che nutro per lei da tempo. Perché la penso sempre, continuamente, e lei lo sa. Lo sa perché mi conosce nel profondo, e non si sconvolge. Sto solo in camera e ci penso, sono uno che soffre in silenzio, ma resto sempre al mio posto. Sta con un altro e lo accetto (anche con lui sono stato amico e so che mi vuole bene pure lui). Sa che ci sto male, ma non vuole vedermi a pezzi, vuole che mi faccia coraggio. Le ho detto: "Ho paura di soffrire di nuovo, di fallire di nuovo con un'altra come ho fallito con te". E lei mi ha detto di non avere paura, di buttarmi comunque vada e qualunque cosa accada. Mi ha parlato con tanto affetto, io continuo a starci male ma so bene che ha ragione. Intanto, rispetto quello che lei mi ha detto e cerco di andare avanti. Studio tantissimo, sto scrivendo la tesi di magistrale, il fatto è che dormo poco e ho ripreso un pò a bere (senza fare scemenze, è chiaro. Conosco il limite) e ho spesso sonnolenza. Mangio anche tanto. Ma, in tutto ciò ho trovato una persona che può ascoltarmi, sempre in un contesto parrocchiale, grazie al suggerimento di un amico. Volevo condividere con voi questi momenti difficili, e ringraziarvi ancora per le risposte pregresse.
Vi saluto con grande stima.
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Dr.ssa Fulvia Tramontano Psicologo, Psicoterapeuta 61 3 1
Rispondo alle tue accorate notizie purtroppo tristi, ne sei ancora piuttosto sconvolto come è comprensibile, ora devi pensare a non restare da solo col tuo dolore. E' necessario per la tua vita e per il tuo bene che tu permetta alla tua vita di illuminarsi, i dolori ci sono ma dobbiamo farci aiutare a capire come si superano, un modo c'è sempre. Ci dici che alcuni comportamenti relativi all'oralità (cibo e alcool) stanno sfuggendoti di mano, come tentativo consolatorio che invece ti danneggerà, nel tempo.
Pazienza se non sei andato alla cerimonia di funerale, la signora che ti è cara è nel tuo cuore, prova ad ascoltare dal tuo interno cosa ti direbbe, secondo me ti consiglierebbe di andare quanto prima da uno psicologo, aspettare ancora peggiora il tuo stato. Ci possono essere molte splendide giornate per te, nel vicino futuro, attento a non lasciare scorrere via le opportunità.
Cordialità

Dr.ssa Fulvia Tramontano