Soffro molto per la sua mancanza

Cari dottori sono un ragazzo di 20 anni, ho incontrato questa ragazza e ci siamo frequentati per 3 mesi, con lei eravamo una bella coppia, eravamo felici e la mia vita era piena di gioia con lei, facevano progetti insieme e gioivamo a vicenda per i nostri successi e ci supportavamo nelle difficoltà.
Era una persona che volevo al mio fianco, e sentivo di amarla, avevamo una chimica tale che spesso ci rubavamo le parole e idee a vicenda.


Il problema è che poi i miei genitori lo hanno scoperto, ed essendo una ragazza straniera mi hanno proibito di frequentarla.

Mi hanno privato di qualsiasi dispositivo elettronico per evitare che la contattassi, specialmente vivendo lontana.
Hanno anche letto le mie conversazioni private con lei, minacciandomi se la avessi continuata a frequentare.


È stato uno dei momenti più brutti della mia vita, e ho provato un dolore immenso, sia perché mi sono sentito privato della mia dignità, della mia privacy, della mia indipendenza e specialmente mi sono sentito privato di lei.


Oramai è passato più di un mese, io penso al fatto che possa sposarsi con un altro, che non la potrò più vedere.
Anche se ho fatto pace con i miei genitori, è rimasto il segno per il dolore provato e mi sono ripromesso che non gli permetterò mai più di intromettersi nella mia vita privata.


Mi parlano di frequentare altre ragazze, di fidanzarsi, ma il solo pensiero mi fà arrabbiare e mi fa ribrezzo.

Io esco con gli amici, studio, lavoro, realizzo i miei progetti e cerco di costruirmi il mio futuro.


Ma nulla di tutto questa me la fà togliere dalla testa, sò che anche se facessi il lavoro dei miei sogni, se diventassi milionario o mi lauressi con il massimo dei voti, nulla di tutto ciò mi darebbe mai la piena gioia se non lo condivido con lei.


Ogni sacrificio che intraprendo oggi è al solo fine di diventare indipendente dalla mia famiglia e poterla finalmente riavere.
Ogni giorno penso a lei, a volte piango e questo oltre ad un immenso senso di vuoto e frustrazione, mi da la motivazione per lavorare più duro.
Ma il pensiero che nel mentre io possa perderla per sempre mi soffoca e la mia ansia/stress per il futuro aumenta.


È una situazione frustrante perché mi sento imprigionato tra la necessità di finire l'università e quella dell'indipendenza immediata per far finire il mio dolore.
Oltre a provare un senso di risentimento nei confronti della mia famiglia e urgenza di andare via il prima possibile.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Ti dico solo una cosa: a 20 anni ho lasciato tutto e me ne sono andato in Brasile, proprio perché tenevo a una ragazza che avevo conosciuto pochi mesi prima.

Perciò quando dici:

>>> mi sono sentito privato della mia dignità, della mia privacy, della mia indipendenza

probabilmente queste cose, soprattutto l'indipendenza, non le avevi neanche prima. Perché a 20 anni sei maggiorenne e quindi nessuno può dirti ciò che devi fare o non fare della tua vita, né tanto meno toglierti il cellulare.

Perciò parti da queste considerazioni e rifletti su quando e quanto velocemente intendi iniziare a emanciparti dalla condizione di bambino sotto tutela ed entrare nel mondo degli adulti.

Se da solo non riesci, puoi rivolgerti a un terapeuta, anche privatamente e anche alla Asl, se ti mancano i mezzi.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com