Gestione rabbia nella relazione

Gentili medici Vorrei esporvi un problema del quale sto soffrendo, il mio compagnodi 54 anni con il quale sto insieme da 3 anni, vive ancora con la mamma perché non ha mai avuto la possibilità di rendersi autonomo essendo stato più volte disoccupato e precario lavorativamente.
Io sono stabile e vorrei che anche lui lo fosse perchè In questi anni abbiamo parlato di convivenza, ma mai messo in pratica questo progetto.
Da sola non me la sentirei di fare questo passo sapendo che lui non lavora e non è sicuro in quell'ambito.
Ma adesso stavamo arrivando a pensarci seriamente anche perchè lavora continuativamente da 2 anni.
Però tutto è stato interrotto... fin dall'inizio ha lamentato mobbing da parte dei superiori, non si è mai trovato bene e adesso dopo due anni ha deciso di mettersi in malattia in quanto non riesce più ad andare al lavoro, con l'obiettivo di farsi licenziare in modo da poter poi riuscire a prendere almeno la disoccupazione.
Nonostante da un punto di vista io capisca il suo malessere nell'ambito lavorativo e il suo desiderio di riscatto e di far valere i suoi diritti, provo molta rabbia per questa sua decisione perché vedo interrotti i progetti della nostra vita.
Inoltre essendo in malattia per diverso tempo e non sappiamo fino a quando vedo anche vincolata la mia vita ai suoi orari e l'impossibilità di fare anche piccoli progetti come ad esempio nei fine settimana.
Ne hoparlato con lui, ma non capisce il mio stato d'animo, anzi mir rimprovera che in questo momento difficile dovrei satrgli vicino anzichè attaccarlo e farlo sentire in colpa.
Quando io gli dico che o sto subendo la suascelta e mi fa star male il fatto che non vedo futuro, lui mi dice che non ho fiducia in lui, che sno egoista, attaccata alla busta paga Potete aiutarmi a capire se sono io che sbaglio E se c'è un modo per riuscire ad accettare questa sua scelta senza essere sempre così arrabbiata Grazi
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> se c'è un modo per riuscire ad accettare questa sua scelta senza essere sempre così arrabbiata

Non lo troverei giusto, verso di lei.

La rabbia che sente mi sembra giustificata, perché al lavoro non ci si comporta in modo passivo-aggressivo, "cercando di farsi licenziare" e accampando accuse di presunto mobbing. Se un posto di lavoro non ci piace, si prende la scatola di cartone, ci si mettono dentro le proprie cose e ci se ne va. È l'unica cosa sensata da fare.

Del resto è comprensibile che se a 54 anni ancora vive con la mamma, possa mancare della forza di carattere necessaria per rendersi autonomo. E a questo punto è lei che deve decidere se vuole continuare a stare con una persona con queste caratteristiche, pensando al futuro e a ciò che può aspettarsi.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2013 al 2022
Ex utente
Gentile dottor Santonocito Grazie della celere risposta.
le sue parole mi fanno riflettere, da un punto di vista penso anche io che lui abbia dimostrato in certe situazioni una carattere poco forte che lo ha portato a essere poco autonomo e a non essere ancora riuscito a staccarsi dalla casa materna, però allo stesso tempo do anche la responsabilità alla difficoltà in questo periodo storico di trovare un lavoro stabile e che permetta di andare a vivere da soli . Conosco infatti molti 45 o 50 enni che vivono ancora nella casa materna, laureati e lavorano, ma non sono andati via perchè un mutuo per l acquisto per la casa non lo danno se non sei a t indeterminato e gli affitti costano moltissimo. io stessa sono andata via di casa a 39 anni e sono sempre stata studiosa, mi sono laureata in regola, brava a scuola, ma non avevo la piena autonomia, perchè nell mondo del lavoro è difficle trovare la stabilità
In questo periodo infatti ci sono molti cinquantenni che perdono il lavoro e difficilmente lo ritrovano, pertanto penso sia comprensibile da parte sua sperare di poter avere almeno un indennità di disoccupazione che lo possa aiutare nel frattempo che cerca un altro lavoro (cosa abbastanza complicata, vista l’età). Inoltre mi sento spesso combattuta fra queste due posizioni: e lui che è immaturo, non sa prendersi le sue responsabilità e comunque imporsi nel mondo del lavoro, oppure veramente in quella azienda gli facevano mobbing ? Io più volte gli ho consigliato di pensarci molto bene prima di fare questa scelta ma al solo pensiero di dover tornare in quella azienda a lui vengono gli attacchi di panico
Come posso sapere se mi racconta frottole oppure se veramente in quella azienda si vive molto male? Mi ha detto che da quella azienda scappano via tutti dopo 1 anno, nessuno resiste di piu perché i superiori sono veramente perfidi e anche i suoi colleghi stanno cercando di andarsene Lui sta cercando in tutti i modi di trovare una soluzione e andarsene da un altra parte,ma non è facile di questi tempi trovare un alternativa. Sono molto combattuta. Grazie se vorra rispondermi
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Se sei arrivato a 54 anni e ancora non sei autonomo, mi sembra poco realistico accampare le difficoltà dell'attuale congiuntura. Avresti dovuto pensarci un po' prima.

>>> penso sia comprensibile da parte sua sperare di poter avere almeno un indennità di disoccupazione che lo possa aiutare nel frattempo

La vita non è facile per nessuno. E lui attualmente non è disoccupato: un lavoro ce l'ha. Ma invece che continuare a darsi da fare per trovarne un altro più soddisfacente o remunerativo, preferisce farsi licenziare e mantenere dallo Stato. A me, in tutta onestà, mi pare un comportamento poco onorevole. Sempre se non ho capito male.

Ma potrebbe anche essere che lui, per costituzione, non sia attrezzato per farsi strada. E che quindi il sussidio statale potrebbe essere visto come una specie di pensione d'invalidità.

Perciò la scelta ritorna sempre a lei, a seconda di cosa si aspetta dalla vita e dal suo futuro.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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dopo
Attivo dal 2013 al 2022
Ex utente
Si capisco il suo discorso, non è contento nemmeno lui di questo, ovviamente preferirebbe trovare un altra occupazione. E sicuramente nel suo passato ha fatto errori di valutazione, ha lavorato, ma poi perso diversi lavori per diversi motivi e ora è in questa situazione. La cosa piu difficile per me a questo punto superare un eventuale senso di colpa nel caso in cui il mobbing sia reale. Grazie del suo punto di vista,