Elaborazione di un lutto e conflitto paterno

Gentilissimi,
un anno fa ho perso mia madre, un emoraggia cerebrale intracranica l'ha portata via in 14 giorni nel giorno del mio trentesimo compleanno, in procinto di laurea.

Con mia mamma avevo un forte legame, forse, grazie alla presenza negativa di un padre di cui mai ho sentito la paternità.
La situazione la vivo in maniera complessa.
Mio padre, è stato sempre un uomo dominante su mia mamma e sui figli, un passato di abuso d'alcol, un uomo che non ha mai voluto lavorare e quei pochi lavori avuti spesso si licenziava.
Un padre dove ha avuto altri figli prima di mia mamma ma mai accuditi.
Non ho mai avuto un bel rapporto con lui e varie sue diagnosi passate riportano diciture del tipo PSICOSI-DISTURBO SCHIZOAFFETTIVO -DEPRESSIONE MAGGIORE-.
Mia mamma era una persona fragile, ma una vera mamma che cercava in tutti i modi di colmare le carenze paterne, a volte troppo apprensiva, ma l'amavo tanto, ed io mi sentivo forte per lei.
Purtroppo soffriva per le continue collere che gli dava mio padre e per la lontananza di mio fratello, un figlio che ha riversato la rabbia e l'odio del padre verso il componente più fragile, probabilmente mio fratello soffriva la dominanza di un padre, da una parte, e le eccessive manifestazioni affettive di mia madre che, quest'ultimo ha rinnegato la famiglia al punto da non venir nemmeno al funerale.
E'vero, era una donna materna, una donna che forse non ha mai detto di no a noi figli ma, nel suo piccolo, forse sbagliando, cercava di dare tanto amore, non si nasce genitori e non la colpevolizzo di certo.
Solo che, andata via mia mamma, la mia vita è cambiata, andai via di casa sin da subito, odiavo la presenza di questo padre cosi tranquillo dopo la morte della moglie, il suo atteggiamento, le sue parole, il continuo pensare subito ai soldi, sino ad oggi, ove non mi chiama mai nemmeno per sapere come sto, un padre assente sin da piccola fino alla morte di mia mamma.
Il problema è, che la mia mente cerca di preder forza per quel che riguarda il lutto, anche se ancora mi ritrovo a salutarla in casa appena la penso, (Ciao mamma) , ho la sua urnetta, le accendo le candeline tutte le sere, è solo un modo per sentirla vicino, il problema è che non riesco a superare mio padre, di mio fratello non m'importa, non lo vivo da troppi anni, ma mio padre, il suo miglioramento dopo la morte di mia mamma, la sua non sofferenza, il ricordo di frasi gridate: IO RISULTO INVALIDO RAGION PER CUI SE DIVORZIAMO MI DEVI DARE TUTTO, TANTO TU MORIRAI PRIMA DI ME, è cosi fù...ed io, ho un amarezza e una rabbia, più lo vedo tranquillo e felice più mi rendo conto che ha ottenuto quello che voleva tanto più mi sento male.
A volte mi spavento di diventare come lui, vorrei completamente rimuoverlo dalla mia mente, odio il pensiero che soffro solo io per la mancanza di mamma, a volte odio il pensiero che la vita continua ad andare avanti per tutti, compreso la mia ma lei... continua a non esserci.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> il problema è che non riesco a superare mio padre

Mi perdoni, ma il problema sembra essere la sua maturità che tarda ad arrivare.

È normale sentirsi male per aver perso la propria mamma. Quello che non è normale è non riuscire a immaginare, alla sua età, una vita senza sentirsi condizionata dai suoi genitori, nel bene e nel male.

Lei è sola a parte la sua famiglia di origine? Non è fidanzata o sposata, non ha figli?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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dopo
Utente
Utente
Forse sarà pure un problema di maturità o forse semplicemente conflitti emotivi con mio padre fin dalla tenera infanzia che non riesco a superare non saprei,ad ogni modo sono fidanzata e per quel che concerne la parentela sono sola ,avevo solo mia mamma. Sono consapevole che mio padre condiziona il mio status emotivo ed è per questo che ho scritto che poi sia legata alla maturità potrebbe essere ,non so .
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Una delle fasi di vita che ogni persona deve attraversare, in un modo o nell'altro, è disfarsi dell'influenza che i genitori hanno avuto su di lei e imparare a vivere come individuo autonomo.

Di solito ciò avviene dopo l'adolescenza, ma in alcuni casi, rapporti particolarmente contorti rendono difficile lo svincolo. Però prima o poi va fatto. Altrimenti il rischio è ritrovarsi da grandi a soffrire per le stesse cose per le quali si soffriva da piccoli.

Se questo fosse davvero il suo problema, ciò che le occorrerebbe sarebbe un percorso terapeutico vero e proprio, che dovrebbe cercare rivolgendosi direttamente a uno specialista. Purtroppo è molto difficile aiutare le persone a superare i problemi di una vita attraverso un semplice consulto scritto.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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