Relazione complicata con il mio miglior amico

Buongiorno e buon anno!
La mia situazione è questa, sono un giovane di 24 anni, ai tempi della scuola media ho conosciuto questo ragazzo che è poi diventato il mio miglior amico di sempre in quanto si è creato un legame talmente profondo da far ingelosire anche altre persone che frequentavano la nostra compagnia.

Questo mio amico ha però sempre avuto un lato caratteriale che non mi piaceva, io non ho mai preteso che cambiasse seppur mi sarebbe piaciuto per avere una vita più movimentata insieme, in quanto lui sembra una persona che come si dice: "fa scendete le braccia a terra", in quanto per andare in città o ad una festa o in discoteca bisogna pregarlo.

Così a 19 anni gli dissi che lui per me era un grande amico ma che non mi trovavo più bene con lui in quanto avevamo esigenze diverse, io volevo uscire per conoscere ragazze, andare a feste o eventi, lui è sempre stato il tipo mai aperto a queste cose, così io mi sono allontanato da lui ed ho frequentato nuove persone dove seppur ci divertivamo, non c'era quel feeling che avevo con lui.

Così a distanza di anni ci siamo riavvicinati, complice anche il tradimento di questi ragazzi che avevo conosciuto e che a distanza di tempo ho capito che non erano veri amici.

Ammetto che non mi sono comportato da vero amico nei confronti di lui, ma è stato tutto dettato dall'impulsività di uscire dal guscio del mio paese per poter appunto conoscere ragazze o comunque nuove persone.

Ad oggi mi sento in difetto in quanto, quando sono con lui passo ore ed ore a parlare in modo spensierato, ma lo facciamo solo nella macchina o al massimo isolati in un parcheggio, nulla di più, ed io avendo solo lui come amico sono dispiaciuto da questa situazione.

La cosa più logica e razionale sarebbe continuare a frequentarlo come amico, ma avere altri amici che cercano ciò che voglio io, e questo lo pensa anche lui, ma io questi nuovi amici proprio non li riesco a trovare in quanto ormai alla mia età quasi tutti hanno una vita formata, hanno una ragazza e non sono disposti a conoscere ulteriori persone, quindi anche quando esco raramente con altri due vecchi amici, andiamo a cenare in un ristorante vuoto e torniamo a casa direttamente, ma io in questo modo come faccio a relazionarmi a qualcuna?
A trovare la persona della mia vita?

Si dice che tutto debba avvenire in modo spontaneo, ma se non riesco a mettermi nelle giuste condizioni a causa di queste sfortune io come faccio?

Abitassi a Roma, Milano o Napoli sarebbe tutto più semplice, ma dove abito io è tutto limitato in tutto
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Dr. Simone Turati Psicoterapeuta, Psicologo 8 3
Buongiorno,

proverò a rispondere anche grazie alla mia esperienza clinica, ma la problematica riguarda più un aspetto socio-esistenziale che psicologico/psicopatologico (per fortuna).

Il modo migliore e più naturale per ampliare la propria rete sociale è attraverso le attività che svogliamo.
Nella maggior parte dei casi, infatti, le relazioni derivano da esperienze condivise (es. famiglia, scuola, lavoro) che ognuno di noi sperimenta. A un certo punto della vita, questi "passaggi" possono risultare meno dinamici e più statici, a seconda del percorso intrapreso.

L'unico modo per uscire dall'isolamento è quello di mettersi costantemente in gioco a livello relazionale, aumentando le situazioni in cui interagiamo con gli altri, con attività che tendenzialmente ci motivano.

Generalmente queste attività riguardano degli interessi personali, ognuno quindi deve trovare i propri anche in riferimento al contesto che li circonda.
Nulla vieta, tuttavia, di spostarsi per cercare altro.

Di seguito farò alcuni esempi, anche banali, di attività o situazioni che sono risultati utili a molti dei miei pazienti per uscire dall'isolamento e attivare/riattivare una rete sociale:
- Corsi di vario genere (ballo, yoga, scrittura, fotografia, cucina, corsi di formazione, ecc.)
- Sport, ovviamente, meglio se di squadra o di gruppo (esistono anche app per organizzare partite)
- Volontariato (centri per disabili, centri per anziani, mensa dei poveri, gruppi ecologisti, canili/gattili, ecc.)
- Università, in particolare fuori sede/Erasmus
- Viaggi anche organizzati (oggi esistono molte realtà valide)
- Gruppi religiosi
- Videogiochi online (coltivando le relazioni anche nella vita reale)
- Attività politica sul territorio
- App o siti di incontri (facendo attenzione a chi ci si trova di fronte)

L'importante è non demordere e continuare a mettersi in gioco in contesti sociali, a volte non è facile, ma quando si trova il canale giusto la vita cambia.

Restando a disposizione, un caro saluto.

Dott. Simone Turati
Psicologo, Neuropsicologo e Psicoterapeuta

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, ho trovato molto interessante la sua risposta con risposte molto concrete, la mia situazione socia-esistenziale come ha evidenziato lei è il vero problema, in quanto ho 24 anni ed attualmente non studio e non lavoro, di passioni probabilmente ne ho ma sono totalmente spente, come ad esempio lo sport.

Specifico che dopo le superiori ho frequentato l'università dove però mi sono reso conto solo dopo anni che non era il mio percorso, per questo mi ritrovo totalmente spiazzato e solo, senza amicizie e senza lavoro, insomma l'incubo di qualsiasi persona.

A me sembra sinceramente che dalle mie parti sia tutto "morto", un paesino di 3.000 abitanti non offre nulla ed il problema è che più ne parlo e più mi fa male.
Ci sarebbe veramente tanto da dire ma il disagio c'è ed è evidente.
Servirebbe qualche piattaforma per noi persone che attualmente non hanno una vita sociale, in modo che possiamo incontrarci.