Perché ho così difficoltà a trovare la mia strada?

Buonasera,
sono Valeria e ho 25 anni.
Ho una vita normale direi, ho degli amici, una bella famiglia, un lavoro (che non mi piace per nulla)... Scrivo perché sono pervasa da un profondo senso di insoddisfazione... so che dovrei cambiare lavoro perché quello attuale non mi piace ma allo stesso tempo non so cosa fare della mia vita, sono confusa al massimo e non riesco a capire che cosa fare, valuto diverse alternative come andare all'estero, fare un'esperienza di volontariato...ma alla fine nessuna delle alternative suscita in me entusiasmo.
L'unica cosa che so è che così non sono felice.
Qualcuno può darmi un consiglio?
Come posso avere chiari i miei obbiettivi in mezzo a tutta questa confusione?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 186
"Come posso avere chiari i miei obbiettivi in mezzo a tutta questa confusione?"

Gentile utente, ma tutta questa confusione dov'è?
Ha elencato solo due possibilità: "andare all'estero, fare un'esperienza di volontariato".
Tenti tutte e due le cose, a partire dalla meno lontana dalla sua condizione attuale.
Scriva alla rinfusa un elenco di cose possibili e attuabili e vada verificandone la fattibilità.
Scriva anche tutte le cose che la disturbano nel lavoro che svolge.
Un anno all'estero, se non l'ha mai fatto, viene consigliato frequentemente per avere a disposizione una seconda lingua, oltre che esperienze di lavoro diverse.
Nel campo del volontariato a cosa pensava?
Che studi ha fatto?
Non ci si può aspettare sempre un entusiasmo frenetico nell'intraprendere una professione. I tempi attuali permettono di saggiarne più d'una: ne approfitti.
Se invece il suo problema è il tono dell'umore perennemente basso, o un blocco a cercare il nuovo, esistono apposta gli psicologi per aiutarla a capire e a superare questo.
Coraggio!

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 186
Gentile utente,
aggiungo che le potrebbe essere utile leggere il consulto al link https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/954675-dopo-il-fallimento-universitario-mi-sento-smarrito.html
Il collega che risponde, in quel caso sottolinea che la disciplina vince sulla motivazione.
Basta pensare alla preparazione dura degli atleti: crede che siano sempre entusiasti di alzarsi la mattina presto e cominciare i loro faticosi esercizi rinunciando ai cibi preferiti, alle uscite con gli amici e a tutti i divertimenti?
E tutto questo senza alcuna certezza di diventare famosi, e nemmeno di vincere le gare.
Occorre riflettere.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com