Problema fidanzato musulmano

Salve, spero che qualcuno mi darà un consiglio.

Sono fidanzata da 6 mesi, ci siamo innamorati.
Lui ha 23 anni e io 26 e mezzo.
È stato difficile dall’inizio, son la sua prima relazione e molto spesso ho subito gli sbagli e i colpi bassi di quanto qualcuno è alle prime esperienze, io ho avuto già 4 relazioni serie.
Lui è musulmano, marocchino, sta qua da quando ha 6 anni.
I genitori sono molto praticanti, la madre odia le italiane, dice cose brutte su di loro, e non appena lui le ha detto che è uscito con un amica, io.
Definita amica.
Lei è impazzita.
Sono triste perché non ha il coraggio di fare nulla.
Non lo incoraggio più ormai, perché sono delusa, è da mesi che mi promette di dire la sua, vivono in Italia.
Ed è giusto che lui abbia una donna italiana.
Dice di amarmi, mi promette che glielo dirà tra un paio di giorni, ma ormai sono mesi così.
I miei conoscenti, amici, parenti mi dicono tutti di aspettare i suoi tempi, ma io ho paura di affezionarmi sempre di più e mi fa stare troppo male questa situazione.
Non posso nemmeno andare sotto casa sua, non può mettere una foto con me.
Sono nascosta, il mio viso, la mia esistenza.
Completamente.
Non mi difende mai con lei, lei è razzista e non ha mai provato a dire la sua, non chiedo di farli cambiare idea, ma almeno di avere fegato di spiegare la sua posizione.
Lui non ha paura che lei lo manda via di casa, ne che gli alza le mani, ma lei è una classica persona che fa scene teatrali di fingere infatti, buttarsi per terra e fare quelle cose che fanno paura.
Ormai sono arrivata al punto che io mi sento in colpa di mettere pressione, ma non ho 20 anni e ho paura per il mio futuro.
Lui se non fosse per i miei scleri’ TEMPO FA non le avrebbe nemmeno detto che ha UN AMICA italiana.
Mi sento uno schifo, sento solo che sono impulsiva e devo aspettare, ma allo stesso tempo so che per me è giusto essere accettata e amata e non avere un atteggiamento di razzismo completo nei miei confronti perché non ho la pelle e la religione loro.
Nei miei valori c’è stato sempre il non permettersi di mancare a questi, e vorrei che anche l’amore mio facesse altrettanto, anche se difficile.
Almeno una briciola.
Sono davvero disperata, sono arrivata a lasciarlo e ora mi sento solamente una bambina capricciosa, come se ciò che è un mio diritto non fosse importante.
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

Paese che vai consuetudini che trovi.
Il fatto che lui viva in Italia dall'infanzia non significa molto; è cresciuto nella propria famiglia d'origine, ad essa deve rendere conto.

Culture differenti, regole differenti,
riguardo alle relazioni uomo-donna, alla coppia, alle regole religioso-morali (ad es. riguardanti la sessualità prematrimoniale).

"... vivono in Italia. Ed è giusto che lui abbia una donna italiana", Lei dice.
In realtà è bene che lui abbia la donna che ama, italiana o musulmana che sia. Ma solo se riuscirà a fare i conti con altre regole, con i propri genitori, con il proprio coraggio.

Faccia il possibile per avere un atteggiamento realistico a fronte della situazione descritta.
A 26 anni si riesce a considerare che l'amore non è l'unico fattore di riuscita di una relazione.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille della risposta. Ma purtroppo, non ho ben capito l’ultima frase.
In ogni caso, credo che forse sia troppo piccolo per affrontare alcune dinamiche.
Solo che mi sembra assurdo che la madre faccia razzismo contro le donne di qua e lui rimanga in silenzio. Per quanto riguarda la correzione con la donna che ama’ le do pienamente ragione. Le chiedo solo di spiegarmi meglio l’ultima..
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente, ci chiede chiarimenti su questa mia frase: "A 26 anni si riesce a considerare che l'amore non è l'unico fattore di riuscita di una relazione."

Come Lei stessa nota nell'ultima replica, per rendere concreto il sentimento dell'amore occorrono alcune capacità,
tra le quali la capacità di prendere le distanze dalle regole e consuetudini della propria famiglia d'origine.

Non so se la madre sia razzista; magari semplicemente non condivide le modalità di vita della nazione in cui attualmente vive, i valori e le consuetudini italiane; e di conseguenza cerca di preservarne il figlio. E questo è un suo diritto educativo.

Eventualmente è il figlio che, attraverso un percorso personale, individua una propria strada di autonomia di pensiero, economica, affettiva, ecc.
Chissà però se lui è pronto, se lo desidera, se si impegna concretamente per farlo.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/