Mi sento privato di tutto

Salve

Mi scuso se invece di rivolgermi ai competenti che mi seguono scrivo qui, ma mi trovo a disagio con loro.

Vedevo una psicologa privata che a malincuore ho smesso di vedere perché tra il costo e il sempre minor benessere che generava non ho ritenuto essere una spesa necessaria.

Vado a un CSM per alcune fluttuazioni dell'umore subcliniche, ma ultimamente mi sento trascurato (vengo periodicamente informato che la visita salterà al prossimo mese, da novembre o settembre, nonostante questo porterà probabilmente a farmi perdere più denaro a scuolaguida dato che per l'aver provato basse dosi di aripiprazolo non si possono compiere valutazioni sulle mie capacità senza psichiatra), oltre ad aver avuto qualche episodio di prevaricazione da parte del personale (in assenza di obbligazione ai farmaci, ritenuti non necessari per il momento e io non distinto da una persona "sana" da una diagnosi, di fatto assente e avendo sempre dimostrato un comportamento compassato e tranquillo).


La mia perplessità è la seguente:
Non ho amicizie, interessi o obiettivi, non riesco ad averne.

Tempo fa ero scontento della situazione, ora ho accettato il "deserto" senza risorse e orientamento che sento essere la mia vita.

O almeno ho adattato le mie aspettative di conseguenza.

Potrei dire di essere sempre annoiato, ma più tosto non riesco a immaginare neanche ipoteticamente qualcosa che mi faccia felice o almeno mi diverta.

Non ho legami con nessuno, neanche la famiglia e dopo una delusione (di un anno fa) mi sono chiuso in piano emotivo.


Non riesco neanche a parlare "realmente" con qualcuno, dico solo cose superficiali e se mi dovessi concentrare a dire qualcosa che mi rappresenti mi fermo.

Non perché ho un freno, ma perché ho un vuoto, come se non ci fosse neanche un motivo per cui dovrei avere un rapporto con qualcuno o anche un dialogo profondo con la psicologa e come se avvertissi sempre che non c'è nulla di più di ciò che è fisico di cui diver parlare.

Mi sento un vegetale, nessuna azione che faccio la faccio "perché sono io", più tosto per memoria muscolare o qualcosa di comunque appreso.

In un certo senso vedo questa come la mia morte ma non riesco ad averne un allarme emotivo.

A causa del tempo non ho più un confine tra cosa sono io (che per me potrebbe anche essere diventato 100% quello che faccio, la mia vita interiore è muta) e cosa invece è una condizione di cui dovrei preoccuparmi.

A volte penso che un legame potrebbe farmi bene, ma ho sempre l'idea che svilupparlo implichi qualcosa che andrà probabilmente storto (non sono mai stato apprezzato nei rapporti).



Grazie dell'attenzione
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Se soffri di fluttuazioni dell'umore tutto sommato subcliniche, potresti aver bisogno di una psicoterapia, che ti insegni a superare le tue difficoltà storiche:

>>> Non ho amicizie, interessi o obiettivi, non riesco ad averne.

In altre parole potresti aver bisogno soprattutto di imparare a funzionare meglio in mezzo agli altri. Potresti essere giù con l'umore e in uno stato rinunciatario per scoraggiamento, per non essere riuscito a risolvere questi problemi.

Dovresti perciò trovare un professionista adatto allo scopo. Se con la prima psicologa non ti sei trovato bene, potresti provare a fare un primo colloquio con un altro. Tieni presente che oggi con le sedute in videochiamata puoi raggiungere psicoterapeuti in ogni parte del paese, e poi quindi preventivamente fare ricerche sui loro siti per capire come lavorano.

Inoltre, con il bonus psicologo che è stato confermato e portato a 1.500 euro puoi ricevere fino a 50 euro di sgravio su ogni seduta, facendone domanda al sito Inps.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com