Problemi a comunicare con mio padre

Salve, recentemente sto avendo problemi a parlare con mio padre.
Vivo con i miei genitori.
Ma partiamo dall'inizio.
Recentemente mio padre ha avuto un incidente stradale non molto grave.
Non può lavorare questo momento quindi sta a casa da Dicembre.
Ma da quel episodio non riesco proprio ad avere una conversazione concreta con mio padre.
Lui cerca di parlarmi e scherza pure ma io non riesco a fare altro che annuire e sorridere con una risata falsa.
Il problema è che dopo mi sento uno schifo.
Oggi per esempio mi stava parlando e io me ne sono andato senza rivolgergli parola, gli ho solo fatto un saluto con la mano e non sono riuscito a dormire tutta la notte.
Ma la cosa che mi dà più fastidio è che non riesco a stargli vicino dopo che ha conflitti con mia madre.
Loro due hanno quasi tutti i giorni litigi per le cose più piccole e mio padre non risponde mai e se ne sta sempre zitto.
Mi sento ancora più uno schifo perché non riesco a stargli vicino e magari confortalo.
Anzi non riesco neanche a guardalo negli occhi mentre parliamo.
Questo è tutto.
Grazie per il vostro tempo e se possibile datemi un consiglio.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Gentile utente,
noi non sappiamo nulla di lei (lavoro, studio, relazioni) e non possiamo sapere dalle sue poche righe se c'è una ragione clinica già nota alla base di questo suo comportamento, che sembra configurarsi come una compulsione.
Lei scrive: "la cosa che mi dà più fastidio è che non riesco a stargli vicino dopo che ha conflitti con mia madre"; "Mi sento ancora più uno schifo perché non riesco a stargli vicino e magari confortalo"; "Anzi non riesco neanche a guardalo negli occhi mentre parliamo".
Come vede, l'elemento ricorrente in queste frasi è "non riesco": c'è una spinta interiore verso un atteggiamento evitante, di fuga, che a quanto pare è più forte della sua volontà.
Ha provato a contrastarla? Ha già avuto qualche diagnosi che rimandi a disturbi di questo genere?
Se invece il disturbo è insorto da poco, può cercare di individuare il fattore scatenante del suo comportamento analizzando queste frasi: "Oggi per esempio mi stava parlando e io me ne sono andato senza rivolgergli parola, gli ho solo fatto un saluto con la mano e non sono riuscito a dormire tutta la notte".
Cosa l'ha spinta ad agire in questo modo? Che sensazione provava quando si è allontanato? Quali idee le attraversavano la mente? Si fermi a rifletterci.
Altra frase da considerare: "Loro due hanno quasi tutti i giorni litigi per le cose più piccole e mio padre non risponde mai e se ne sta sempre zitto".
Che tipo di litigio c'è tra due persone, se una delle due "non risponde mai"?
Questo comportamento passivo/oppositivo di suo padre sembra quello stesso di lei che ci scrive nel confronti di lui. In pratica, lei ignora suo padre, come suo padre ignora sua madre, praticando un rifiuto silenzioso dell'altro.
Provi a valutare se riesce con la buona volontà a contrastare questa tendenza, poi scriva quali elementi sente opporsi ad un comportamento diverso (quali idee - emozioni - ricordi).
Se questo disturbo si prolunga, e prevarica la sua volontà, si rivolga al medico di famiglia e si faccia prescrivere le visita opportuna.
Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com