Forte ansia o doc?

Buonasera, vi scrivo in merito a quanto sto avvertendo in questo periodo.


E vorrei, descrivervi la mia situazione, sperando in un vostro aiuto (Consigli in merito)

Sono un ragazzo molto sicuro di me, sia nei miei confronti che verso gli altri.
Ho fiducia nelle mie capacità, nel mio carattere.


Ma c'è una cosa che mi destabilizza e che non riesco ad inquadrare e credo sia causa della mia forte ansia.


Ultimamente sono molto in fissa con le malattie cardiache, ma non per il la malattia in sé, ma per la repentina casualità con cui si manifesta.


L'idea di non poter lottare e di non poter fare nulla a riguardo, mi destabilizza.


Il più, si aggiunge che, ho la paura di morire, senza lasciare nulla alle mie spalle.
Ho trovato l'amore della mia vita e la paura di poterla abbandonare, di non poter condividere una vita con lei, mi fa paura.


Penso che, la mia ansia, la mia paura, sia dettata da un senso di "incompleto" ma non riesco ancora bene ad inquadrare la mia situazione, così da potermi ben definire e trovare una soluzione.


Svolgo ogni giorno esercizi di respirazione diaframmatica, comportamentali e altre tecniche strategiche consigliatomi da un terapeuta (ma senza risultato) al momento mi aiuta, in alcuni periodi (1-2 mesi, sto senza problemi, vivo tranquillamente, come se non avessi mai vissuti tali problemi, ma poi d'un tratto quando sono felice e spensierato, inizio a pensare)

E volevo sapere secondo voi, quale fosse il mio problema, a cosa posso attribuire ciò, e come posso migliorare me stesso.
Sono molto motivato a migliorarmi, perché ho paura di non riuscire a vivere.


Ovviamente, con il rispetto, sono contro a medicinali ansiolitici, antidepressivi ecc... per una serie di motivi.


Inoltre vi vorrei ringraziare, sia per il disturbo recato, a leggere un papiello simile, sia per un eventuale risposta.
Nel caso contrario, nessun problema.
Grazie ancora!
[#1]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 185
Gentile utente,
sembra che dei numerosi quesiti da lei rivolti a Medicitalia solo quest'ultimo sia finalmente indirizzato alla sede giusta, quella degli psicologi.
In effetti la sua percezione della realtà come minacciosa, la sua paura delle malattie -in particolare quella cardiaca-, la sua irriducibile convinzione che questa malattia si manifesti sempre "con repentina casualità" e con esiti letali, sono da ascrivere ad un'alterazione mentale ben nota agli specialisti, senz'altro affrontabile con una serie di cure anche combinate: psicoterapia + farmaci.
Questo presuppone però un vero desiderio di cambiare, che diviene fiducia nei curanti e impegno nel seguire le cure con essi concordate.
Alcune dichiarazioni della sua lettera sembrano indicare un atteggiamento opposto da parte sua. In particolare, parla di un terapeuta che le avrebbe consigliato delle tecniche "senza risultato", e non ci dice se è ancora seguito da questo professionista, che ha di certo, se è regolarmente iscritto all'albo, ben altro che un solo strumento d'intervento. Inoltre scrive: "Ovviamente, con il rispetto, sono contro a medicinali ansiolitici, antidepressivi ecc... per una serie di motivi".
L'unica cosa ovvia, caro utente, è che questa resistenza alle cure è proprio quella di chi non vuole in nessun modo cambiare e preferisce tenersi ben stretta la sua malattia, elucubrando strane teorie e definendosi, contro ogni evidenza, "un ragazzo molto sicuro di me, sia nei miei confronti che verso gli altri" dotato di "fiducia nelle mie capacità, nel mio carattere".
Tenga conto che se ha incontrato l'amore della sua vita e non vuole perderlo, deve temere meno un'improbabile malattia fulminante e molto di più il rischio di essere lasciato perché affetto da mutilanti paure ed esasperanti difficoltà a vivere sereno.
Rifletta su questo e si faccia davvero curare.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno, vi ringrazio per la risposta esaustiva.

Rispondendo in ordine, non sono più seguito dal mio vecchio terapeuta.

Per quanto riguarda i medicinali, più che altro, ho letto dei loro innumerevoli problemi, che possono portare a lungo andare tramite gli effetti collaterali.

Nei riguardi della relazione, la mia ragazza mi appoggia e soprattutto mi sprona. C'è da dire che, numerose problematiche le affronto da solo e la mia ragazza ne è all'oscuro, così per non darle il peso di affrontare continuamente queste cose con me. Nella relazione non ci sono mai stati problemi, nonostante le mie ansie, le mie paure, ho sempre affrontato tutto interiormente. Esempio, quando uscivamo ed ero ansioso, sotto tono o ho avuto degli attacchi di panico, sono rimasto impassibile di fronte a quello che potesse essere il problema, per poi passare una serata come le altre.

La ringrazio ancora per l'aiuto rivolto e soprattutto per la sua cordialità
[#3]
dopo
Utente
Utente
Scusate, ma ho inoltrato, tralasciando delle cose.

Ormai sono abituato a questi periodi, nel senso che, dopo un X di tempo, ritorno (non so per quale ragione) a svolgere una vita normale (seppur con ansie, ma senza fissarmi)

Es. Qualche mese fa, ero a tagliare la legna e mi sono imbattuto in un pipistrello che su era agghigliato alla maglia. Tutt ora ho una forte paura (credo data dall'incontro) ma in un periodo si è tramutato nel controllare ogni volta una stanza buia in cui
entravo, sotto al letto e via dicendo, per paura di poter contrarre la rabbia.

Invece ora, sono più libero, più tranquillo, ma capita che, quando sono più insicuro, di controllare nuovamente. So che sono tratti di doc, ma so anche che il mio evento è stato al quanto traumatico e ricercare su internet non mi è stato d'aiuto.
[#4]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 185
Gentile utente,
la sindrome che presenta è sempre la stessa.
Tra l'altro non è possibile che durante gli attacchi di panico sia "rimasto impassibile" (evidentemente non erano attacchi di panico) e invece l'incontro con un pipistrello l'abbia spaventata al punto da "controllare ogni volta una stanza buia in cui entravo, sotto al letto e via dicendo, per paura di poter contrarre la rabbia".
Non è il caso di rinunciare alla psicoterapia e nemmeno ai medicinali con la motivazione: "ho letto dei loro innumerevoli problemi, che possono portare a lungo andare tramite gli effetti collaterali".
Pensa che i medici studino su Internet?
Legga piuttosto, anche su queste pagine, i molti casi di DOC non curati che hanno danneggiato l'esistenza di chi ne è portatore, e pensi al suo bene.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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