Diario alimentare e bulimia

Gentili medici,
scrivo in questa sezione perchè credo sia la più attinente al mio problema.
Da circa 5 6 anni (ho 22 anni), durante i periodi di forte stress, mi è capitato di avere alcuni episodi riconducibili al disturbo della bulimia: abbuffate seguite da vomito "autoindotto" (tra virgolette perchè, dato il mio reflusso gastroesofageo congenito, il cibo mi risale in gola da solo più o meno). Il problema si ripresentava a periodi (naturalmente quelli più stressanti per me, diciamo ogni 6 mesi - 1 anno), e raramente si protraeva per più di una settimana (anche se nelle fasi più acute di sofferenza psichica vomitavo 3 volte al giorno). Grazie a Dio è da circa 8 mesi che non registro alcuno sgarro: alimentazione controllata, esercizio fisico e vita sana sono diventati una realtà per me. Credo di essere riuscita a trovare un equilibrio con la mia psiche tormentata: adesso avverto la relatività di problemi che prima mi sembravano insormontabili, inoltre mi rapporto in modo più sereno col mio prossimo, senza pretendere troppo da me stessa o dagli altri. Per paura di perdere questo "eden" da poco conquistato però, nonchè per ovviare ad alcuni problemi di salute (ipercolesterolemia), controllo con molta attenzione la mia alimentazione: tengo un diario alimentare su cui scrivo tutto quello che ingerisco, peso e calorie relative. Sono seguita da una dietologa, dunque mi attengo scrupolosamente alle sue direttive senza fare di testa mia, e questo mi da molta sicurezza. La gente tuttavia avverte questo mio atteggiamento come "strano", perciò la mia domanda è questa: posso credere fino in fondo alla mia guarigione oppure la mia è solo una "tregua" momentanea dal male, che per ora esorcizzo con il caro diarietto alimentare?Io mi sento bene, la sola idea di rispofondare in quell'incubo mi disgusta, ma, sapete com'è, ho paura.
Spero possiate darmi una risposta in tal merito.
Grazie dell'attenzione.

PS: sono stata da psicologi e psichiatri ai quali ho sempre raccontato TUTTO. Loro mi hanno consigliato di uscire al più presto da una situazione familiare terribile su cui non mi dilungo, ma non hanno dedotto dai miei comportamenti che io sia malata di DCA.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> PS: sono stata da psicologi e psichiatri ai quali ho sempre raccontato TUTTO. Loro mi hanno consigliato di uscire al più presto da una situazione familiare terribile su cui non mi dilungo, ma non hanno dedotto dai miei comportamenti che io sia malata di DCA.
>>>

Gentile ragazza, i disturbi alimentari sono spesso legati a problemi nella sfera affettiva e relazionale, per cui è possibile che gli altri colleghi da cui è stata, pur raccontando loro tutto quanto, abbiano scelto di mettere in primo piano questi aspetti. Sto solo ipotizzando, dato che non conosco né lei né loro.

Invece lei, mi corregga se sbaglio, appare piuttosto ossessionata dal controllo del cibo e tende a dare importanza più a questo che al resto. E riguardo alla sua domanda credo che una possibile chiave di lettura stia appunto in queste preoccupazioni un po' ossessive di poter ricadere nei vecchi comportamenti disfunzionali.

Quindi, più che di rischio ricaduta, forse sono questi pensieri che ora necessitano di essere trattati.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio di cuore per la tempestività e la gentilezza della risposta.

Sì in effetti ha ragione dottore. Il fatto è che sono abituata a convogliare sul cibo gran parte delle mie "aspettative ed emozioni", mi spiego meglio: nella mia famiglia la "festa" (ovvero il momento gioioso, breve intermezzo tra una bufera e un'altra) coincideva con la pietanza gustosa della domenica, quello era l'unico momento di pace e gioia della nostra esistenza come "famiglia". Inoltre da ragazzina sono stata lievemente obesa: ecco che il cibo diventava un rifugio dove sfogare la tristezza (sa, i ragazzi sanno come far sentire disgustosa una giovane donna che ancora non ha sfoderato gli artigli... ma adesso sono molto cambiata), ma anche il nemico, causa di quello stato che veniva deriso dagli altri. Questo rapporto ambivalente mi ha condizionato a lungo, e forse mi condiziona tuttora, tuttavia prima mi sembrava impossibile abituarmi a questa nuova dieta (cibi semplici e senza fronzoli, così lontani dalla cucina di mia madre), ma adesso dopo mille sacrifici ce l'ho fatta, questo però a costo di un ferreo controllo. Adesso vedo il cibo come qualcosa che deve far sopravvivere, non come un piacere quasi fine a se stesso, ma ammetto che a volte sono un pò troppo rigida e la sola idea di sgarrare mi terrorizza (anche se il piacere per la buona tavola rimane: non posso rinunciare a pane, pizza gelati e dolcetti!). La mia situazione è difficile, spero di non peccare di presunzione a continuare da sola, una cosa è certa: nel caso in cui crollassi di nuovo andrò in un centro per la cura del DCA.
Volevo soltanto avere un parere da persone qualificate quali Voi siete circa la mia condizione attuale, e soprattutto capire se la strategia del diario alimentare è utile o dannosa.
Capisco quanto sia difficile dare a distanza delle risposte in proposito, e infatti la ringrazio ancora per le sue parole dott Santonocito.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Diciamo che se l'ipotesi della tendenza all'ossessività fosse corretta, tenere il diario adesso potrebbe contribuire ad accentuarla. Però da qui non posso suggerirle né di continuare né di smettere, come ha ben compreso.

>>> spero di non peccare di presunzione a continuare da sola
>>>

Questo dipende in gran parte da quanto disagio sta sentendo: se per ora riesce a reggere bene anche da sola, può farlo, solo lei è in grado di dirlo. Ma se decidesse di cercare aiuto sarei più propenso a indirizzarla verso uno psicologo/psicoterapeuta che la sappia seguire anche su altri fronti, che verso un centro DCA. Anche se l'esperienza che avuto con i colleghi passati non l'ha lasciata pienamente soddisfatta - mi pare di capire - non è detto che non esistano professionisti in grado d'aiutarla.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Bene allora! Mi fido di lei.
In effetti è meno drammatica di quanto possa apparire la mia situazione, anche se non va presa sottogamba. Nel caso sentissi il bisogno di un sostegno ulteriore mi rivolgerò a qualche psicologo, magari proprio a lei dato che esercita in Toscana!

Grazie ancora e cordiali saluti ^-^
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
da qui è difficle diagnosticare la presenza o meno di un DCA, anche se diversi sintomi ricondurrebbero a tale quadro, non ultima la paura di poter perdere di nuovo il controllo.

Certo, in questo momento Lei ha trovato un certo equilibrio, anche se sotto sotto (mi corregga se sbaglio) teme che tutto possa crollare da un momento all'altro; da qui forse l'idea di scrivere a noi.

Detto questo mi sembra comunque ottima la sua impostazione: "se dovessi avvertire un cedimento mi farei vedere da uno specialista".

A questo proposito io consiglio sempre, in caso di sospetto DCA, di rivolgersi ad un Centro specializzato in tale trattamento e non accontentarsi del singolo professionista. Sarà eventualmente il Centro, dopo la diagnosi, ad indirizzarla ad un terapeuta preparato a trattare questo tipo di patologie.

In ogni caso, comunque, le suggerisco una valutazione psichiatrica onde inquadrare correttamente il problema.

Ma se per ora non ne sente il bisogno, non vada da nessuno, e provi a camminare con le sue gambe, vedrà che ne trarrà grande giovamento.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottor Bulla,
la ringrazio vivamente per la risposta.
Gli psicologi di questo sito sono davvero premurosi e cortesi con gli utenti.

Per quanto riguarda il Suo intervento dottore: la paura di perdere il controllo credo sia solo un eccesso di zelo da parte mia adesso come adesso. Da sempre ho una scarsa autostima, quindi mi pare strano di esser riuscita più o meno da sola a trovare un equilibrio (tra le altre cosa questa è la prima estate in cui sono riuscita a dormire da sola in casa per più settimane senza aver paura: per me è un traguardo inaudito! Gli anni scorsi aspettavo l'alba e poi mi coricavo...), e do per scontato che tutto tornerà come prima. Tuttavia continuerò a "stare in ascolto", e se dovessi captare che qualcosa si sta incrinando non esiterò a chiedere aiuto.
Ora devo trovare la forza di correggere alcune relazioni che mi danno grattacapi, o almeno ridimensionare i loro effetti deleteri su di me. Ci sto lavorando da un pò, e magari una volta fatto questo le mie lievi paranoie sull'alimentazione si attenueranno sempre di più (dannata ipercolesterolemia... proprio adesso dovevi arrivare -.-').

Ringrazio nuovamente per l'attenzione dimostratami
Marialuisa
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Marialuisa,
sono certo che il Suo entusiasmo sarà di notevole aiuto anche in futuro.

Tanti auguri
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