Disagio di fronte ad una nuova situazione

Buongiorno.
Da poco, a quasi 25 anni, mi sono ritrovata ad uscire per volontà mia da una relazione di 6 anni che non mi appagava più.
Negli ultimi 2 anni, in particolare, ho iniziato a frequentare di nascosto un’altra persona fino a che, dato che le cose iniziavano a farsi più serie, ho deciso di troncare con il mio ragazzo.
Ora di circa due settimane sono libera di frequentare il nuovo ragazzo, ma pare che questa nuova situazione di libertà crei in lui un disagio, nel senso che quando è con me non riesce ad essere davvero se stesso, sembra che non sappia di cosa parlare o comunque tra noi non si crea la stessa chimica che c’era quando eravamo costretti a vederci di nascosto.
Potrebbe dipendere dal fatto che non siamo abituati a poterci vedere così liberamente?
Dal cambio di contesto?
Dal fatto che si senta insicuro per qualche motivo?

Entrambi vogliamo proseguire coi piedi di piombo, senza crearci troppe aspettative, ma vorrei un Vostro parere su questo drastico cambio di atteggiamento.
Grazie.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 187
Gentile utente,
lei ha vissuto per un tempo abbastanza lungo un adulterio: segretezza, menzogne, brivido dell'illecito, incontri focalizzati sull'attività sessuale, esclusione di una vera conoscenza reciproca in vista di un progetto di coppia.
Dopo aver consolidato questo genere di rapporto per due anni, ha voluto ribaltarlo in un rapporto di coppia regolare.
La decisione è stata presa da entrambi? Cosa vi ha fatto credere di poter mutare così nettamente un rapporto che era nato su basi diverse?
Una collega sessuologa, Valeria Randone, ha scritto un libro dal titolo molto espressivo: "Anima in affitto. E se la vera punizione fosse sposare l'amante?"
In effetti i ruoli che si assumono nelle due relazioni, le attività, le aspettative, l'impegno, sono così diversi che non possono fondersi di colpo, specialmente se uno dei due, o tutti e due, non hanno mai progettato la relazione in questa nuova modalità.
Lasciare il partner e "sposare" (anche in senso metaforico) l'amante spesso si risolve in una doppia perdita. E' questo che lei sta sperimentando: nel nuovo contesto voi siete altre due persone, perché avete assunto ruoli diversi.
Lei descrive i fatti con lucidità. A questo punto lui: "sembra che non sappia di cosa parlare".
E' cambiato l'argomento, lo scopo delle vostre conversazioni, oltre che il tempo disponibile.
Aggiunge: "tra noi non si crea la stessa chimica che c’era quando eravamo costretti a vederci di nascosto".
C'è un gusto dell'adulterio che è un fondamentale afrodisiaco, e per i meno fortunati è l'unico.
Lei stessa fa poi la diagnosi: "Potrebbe dipendere dal fatto che non siamo abituati a poterci vedere così liberamente? Dal cambio di contesto? Dal fatto che si senta insicuro per qualche motivo?"
Il non essere abituati a vedersi liberamente non è certo un ostacolo per le coppie nascenti, che desiderano la reciproca compagnia. Ma voi non siete una coppia nascente; siete una coppia di amanti che ha cambiato contesto. Di qui l'insicurezza del suo partner e forse anche la sua, costretti come siete a mutare ruolo, attività, aspettative.
Un dato dovrebbe aiutarla a riflettere con ancora più chiarezza: in due anni di adulterio, il suo attuale partner/ex amante ha insistito sempre perché lei lasciasse il suo ragazzo?
Restiamo in attesa.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ringrazio per il pronto riscontro. In effetti sono stata un po’ approssimativa nella descrizione. La relazione con il nuovo ragazzo non è nata basandosi sul sesso, tutt’altro. Quello è stato solo il punto culminante, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e mi ha spinto a lasciare il mio ex. Le intenzioni di entrambi sono sempre state serie e tutto ciò che è successo in 2 anni è stato totalmente inaspettato quanto desiderato. Ora che saremmo pronti a condividere tanto altro, la situazione sembra essere cambiata
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 187
Gentile utente,
innanzitutto quando siamo la metà di una coppia, parlando col "noi" dobbiamo chiederci se i ricordi, le intenzioni, i progetti, i sentimenti dell'altra metà sono i medesimi.
Nella prima email lei ha scritto che i vari disagi sono proprio del suo partner.
Adesso scrive: "tutto ciò che è successo in 2 anni è stato totalmente inaspettato quanto desiderato".
Due anni sono un periodo molto lungo perché il legame sia di quelli che nascono da innamoramento. Quale uomo innamorato tollererebbe di aspettare la sua donna così a lungo, dividendola con un altro? E quale donna innamorata sarebbe capace di restare con un altro, soprattutto quando si tratta di un fidanzato, non di un marito?
Inoltre lei scrive che il sesso "è stato solo il punto culminante, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e mi ha spinto a lasciare il mio ex".
Sta dicendo che per due anni vi siete solo desiderati e avete fatto l'amore solo al termine di questo periodo, per cui subito dopo lei si è risolta a lasciare il suo ragazzo?
Questo non l'avevo capito, forse tratta in inganno dalle parole: "ho iniziato a frequentare di nascosto un’altra persona"; e da queste: "tra noi non si crea la stessa chimica che c’era quando eravamo costretti a vederci di nascosto".
Se le cose stanno così, come mai sentiva il bisogno di nascondere una frequentazione "innocente"?
Sarebbe fondamentale chiarire col suo partner, ma anche con sé stessa, quale storia avete vissuto e quali progetti avete davvero condiviso.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Nel corso di questi due anni ho tenuto nascosta questa frequentazione al mio ragazzo perché è stato un interesse reciproco travolgente, inaspettato e sbocciato in modo naturale per entrambi. Si è creata spontaneamente una sintonia che nessuno dei due aveva mai vissuto prima, ce lo siamo ripetuti continuamente e lui mi ha esplicitamente detto di essersi innamorato. Sono stati due anni per niente semplici, fatti di alti e bassi, in cui ho cercato invano di soffocare questa infatuazione per il bene del mio partner, pur non desiderando altro dentro di me. Ho anche tentato di allontanare il nuovo ragazzo da me per il suo bene , perché per quanto provassi anch’io le stesse cose desideravo che potesse essere felice anche senza di me che non trovavo il coraggio di chiudere la mia relazione di tanti anni. Lui ha anche provato a frequentare per un periodo un’altra persona, ma si è rivelato solo un tentativo fallito di dimenticarmi. Verso la fine dei due anni c’è stato un ulteriore avvicinamento che ci ha portati a fare l’amore, un ricordo che entrambi, ci siamo detti, porteremo sempre nel cuore, e che allo stesso tempo mi ha portata a trovare il coraggio di troncare con il mio partner. Ora che davvero sembrano non esserci più vincoli, che lui mi dichiara che non c’è niente di me che non gli piaccia, ci troviamo spiazzati (più lui che io) a poter avere tutto il tempo che vorremmo da trascorrere insieme, a poter condividere ciò che desideriamo.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 187
Gentile utente,
tutta la letteratura romantica parla dei sogni, dei desideri, degli amori segreti, spesso non espressi neanche al loro destinatario, di persone che proprio perché non concretizzavano la loro relazione potevano vivere nella più pura contemplazione ideale dell'altro.
Ma appunto la "contemplazione ideale" pretende che nulla della realtà venga ad interromperla: progetti, responsabilità, routine, la cosiddetta "prosa" del quotidiano, così diversa dalla poesia.
Voi avete voluto trasportare il sogno nella realtà. Era davvero questo che desideravate, tutti e due?
Non capita anche a lei, a volte, quando è sola, di rimpiangere il tempo in cui l'attuale partner era un sogno segreto e struggente?
Questo tempo dell'amore soltanto sognato, perennemente rimpianto, è espresso mirabilmente dai poeti. Pensi a Jaufré Rudel, che si innamora di Melisenda avendola solo sentita raccontare, parte verso la lontana Tripoli per incontrarla, e muore al suo primo bacio. Pensi a Francesco Gaeta, che descrivendo un mese di giugno illuminato da un amore sorgivo e mai sbocciato lo ricorda con le parole: "Se a noi sembrò la porta di un avvenir che s'apre / solo esso fu l'amore, poiché il suo sogno fu".
Lei nella prima email dice che vi state dando tempo. E' giusto così. La persona concreta con cui vivere è altra cosa da quella da sognare, perciò non si meravigli dell'attuale difficoltà, non anticipi conclusioni ancora incerte.
Valutate con calma, tutti e due, quello che volete davvero.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ringrazio davvero molto per le due delucidazioni, sicuramente contribuiranno a dare ordine ai miei pensieri e desideri.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 187
Gentile utente,
per completezza d'informazione devo segnalarle che sono possibili altre interpretazioni del disagio del suo partner, oltre i due casi-limite che ho prospettato.
Per esempio molti amano solo il periodo del corteggiamento, specie se la persona desiderata è impegnata con altri; una sorta di caccia che termina con la conquista, e non comporta alcun interesse per una relazione stabile.
Altri ancora sono "crocerossine": amano raccogliere i lamenti di chi piange perché il partner se ne è andato o si mostra carente, ma non sanno uscire da questa attitudine consolatoria per accogliere l'altro quando ritorna sicuro di sé e pronto a vivere una relazione felice.
Altri ancora amano il flash dell'innamoramento, ma non la costruzione e l'impegno dell'amore.
Queste possibilità, e molte altre, dovrete esplorare prima di tutto tra di voi.
Tenga conto che la sola "affinità", o la "chimica", o comunque si voglia chiamare l'incontro con chi ci appare un'anima gemella, risente del contesto in cui l'incontro si attua, della disposizione psicologica dei due (talvolta di uno solo dei due) e soprattutto del "contratto implicito" che i due stabiliscono, o che uno solo dei due propone, senza accorgersi di questa unilateralità.
Proprio questo "contratto" nel creare una relazione deve essere il più possibile esplicitato.
Per lo più due persone si mettono insieme senza sapere che desiderano cose diverse; e a volte uno dei due non è realmente disponibile ad una relazione.
Ci tenga al corrente, se le fa piacere.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Buongiorno Dottoressa, a distanza di quasi un mese dalla pubblicazione della mia domanda ci tenevo a fare un po’ il punto della situazione in questo momento.
Le cose sono molto migliorate, sembra come se quel momento di incertezza, insicurezza, timori fosse stato per l’appunto solo un momento, un singolo episodio.
Addirittura sembra quasi essersi ribaltata la situazione: lui mi ha confessato che teme che dal mio punto di vista non ci sia volontà ad impegnarsi in una relazione seria, dice che a volte gli sembra che io desideri stare bene in quel momento e non costruire qualcosa per il futuro, non so se mi spiego. Teme che ora che ho concluso una relazione durata molti anni voglia solo un po’ divertirmi. Non è affatto così e mi dispiace molto se qualche mia parola o gesto gli ha fatto pensare questo. Sto cercando di dimostrarglielo in ogni modo.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 187
Grazie per averci voluto aggiornare, gentile utente.
Mi sembra assennata la riflessione del suo attuale partner: dopo anni di un impegno a tratti gravoso finiti nel nulla, forse un periodo di riflessione solitaria può apparire desiderabile.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com