Artrite psoriasica, terapia consigliata che non funziona
Gentili dottori,
a mia madre, già affetta da psoriasi, nel marzo 2015 fu diagnosticata l'artropatia psoriasica e lo specialista le prescrisse salsozypirin 500 mg da assumere due volte al giorno e fans tipo Arcoxia al bisogno. Alla visita successiva, lo specialista ha ritenuto di raddoppiare la dose giornaliera, passando così da 2 compresse giornaliere a 4.
Quasi con cadenza quotidiana, causa dolori, assume Tachipirina 1000 mg (ormai non fa più nessun effetto), tachidol o appunto l'Arcoxia.
Ora, dopo più di un anno dall'inizio della terapia, mia madre non sta meglio, ha sempre le dita delle mani gonfie con mobilità di alcune di esse molto ridotta, gonfiore molto evidente nel collo dei piedi, rigidità articolare, e si sente sempre molto stanca, tanto che a volte passa delle giornate intere a letto, alcune giornate si sente come se avesse 40 di febbre. Insomma una quotidianità sempre più difficile da affrontare, soprattutto per chi come lei ha un lavoro piuttosto duro. Faccio presente che mi madre ha 54 anni, è in sovrappeso ed è ipertesa da 20 anni.
Qualche giorno fa lo specialista le ha cambiato cura e le ha aggiunto il Reumaflex fiale 10 mg, da iniettare sottocute 1 volta a settimana e il giorno dopo assumere 1 compressa di folina per limitare gli effetti collaterali.
Questa terapia va associata sempre alla terapia di salazopyrin, quest'ultima però riducendo le dosi giornaliere a due capsule da 500 mg al giorno.
Tra circa un mese lo specialista ci ha consigliato di tornare da lui con alcuni esami specifici per il fegato e per capire il primo mese di cura quali esiti avrà dato.
Vorrei capire da voi se il percorso terapeutico che ci è stato consigliato è condivisibile anche da qualche altro esperto e se è pensabile che questo cambio di terapia possa dare qualche effetto positivo nel medio/lungo periodo. E se forse non è il caso di prendere in seria considerazione i farmaci biologici.
Grazie
a mia madre, già affetta da psoriasi, nel marzo 2015 fu diagnosticata l'artropatia psoriasica e lo specialista le prescrisse salsozypirin 500 mg da assumere due volte al giorno e fans tipo Arcoxia al bisogno. Alla visita successiva, lo specialista ha ritenuto di raddoppiare la dose giornaliera, passando così da 2 compresse giornaliere a 4.
Quasi con cadenza quotidiana, causa dolori, assume Tachipirina 1000 mg (ormai non fa più nessun effetto), tachidol o appunto l'Arcoxia.
Ora, dopo più di un anno dall'inizio della terapia, mia madre non sta meglio, ha sempre le dita delle mani gonfie con mobilità di alcune di esse molto ridotta, gonfiore molto evidente nel collo dei piedi, rigidità articolare, e si sente sempre molto stanca, tanto che a volte passa delle giornate intere a letto, alcune giornate si sente come se avesse 40 di febbre. Insomma una quotidianità sempre più difficile da affrontare, soprattutto per chi come lei ha un lavoro piuttosto duro. Faccio presente che mi madre ha 54 anni, è in sovrappeso ed è ipertesa da 20 anni.
Qualche giorno fa lo specialista le ha cambiato cura e le ha aggiunto il Reumaflex fiale 10 mg, da iniettare sottocute 1 volta a settimana e il giorno dopo assumere 1 compressa di folina per limitare gli effetti collaterali.
Questa terapia va associata sempre alla terapia di salazopyrin, quest'ultima però riducendo le dosi giornaliere a due capsule da 500 mg al giorno.
Tra circa un mese lo specialista ci ha consigliato di tornare da lui con alcuni esami specifici per il fegato e per capire il primo mese di cura quali esiti avrà dato.
Vorrei capire da voi se il percorso terapeutico che ci è stato consigliato è condivisibile anche da qualche altro esperto e se è pensabile che questo cambio di terapia possa dare qualche effetto positivo nel medio/lungo periodo. E se forse non è il caso di prendere in seria considerazione i farmaci biologici.
Grazie
[#1]
L'iter e le medicine utilizzate sono corrette, magari si potevano utilizzare anche dosaggi più alti (ad esempio methotrexate 15mg, se non controindicato),
Vista però la giovane età e il quadro infiammatorio, credo che potrebbe essere utile pensare ai faramci biologici, faramci di ultima generazione estremamente efficaci nel controllare sia l'artrite sia la psoriasi.
Cordialmente,
Vista però la giovane età e il quadro infiammatorio, credo che potrebbe essere utile pensare ai faramci biologici, faramci di ultima generazione estremamente efficaci nel controllare sia l'artrite sia la psoriasi.
Cordialmente,
Dr. Giacomo Maria Guidelli
[#2]
Utente
Gentile Dottore, da quello che ho potuto constatare è che lo specialista che segue mia madre consiglia i biologici solo quando tutte le altre terapie falliscono e nel caso di mia madre tutto fa pensare che la strada da intraprendere sia proprio quella. Non conosco bene i possibili effetti collaterali dei biologici, ma conosco bene invece quelli del methotrexate e per un soggetto come mia madre con un fegato leggermente ingrossato ed una situazione gastroenterica non ottimale da anni, non vorrei che fossero più i danni che i benefici.
Inizierà domani con la prima iniezione di methotrexate e nel frattempo continuerà ad assumere salsozypirin, poi a fine mese eseguirà gli esami indicati dallo specialista. Speriamo bene, perchè è davvero triste vedere la propria madre stare così ogni santissimo giorno ed essere impotenti davanti a tutto ciò.
La ringrazio per l'attenzione
Inizierà domani con la prima iniezione di methotrexate e nel frattempo continuerà ad assumere salsozypirin, poi a fine mese eseguirà gli esami indicati dallo specialista. Speriamo bene, perchè è davvero triste vedere la propria madre stare così ogni santissimo giorno ed essere impotenti davanti a tutto ciò.
La ringrazio per l'attenzione
[#3]
Non posso giudicare il caso specifico, ma posso limitarmi a dire che dalla loro introduzione (fine anni 90), i biologici hanno rivoluzionato la cura di tali patologie, senza evidenza di effetti collaterali diversi e peggiori rispetto a farmaci storici come methotrexate o salazopirina
[#4]
Utente
Buongiorno, vado ad aggiornare la situazione clinica di mia madre.
Da giugno 2016, come citato nei post precedenti, a mia madre è stata modificata la cura. Lo specialista le ha prescritto Reumaflex fiale 10mg da associare con salazopyrin, quest'ultima però riducendo le dosi giornaliere a due capsule da 500 mg al giorno.
A distanza di mesi devo dire che mia madre sta molto meglio, mani e piedi si sono sgonfiati del tutto e solo sporadicamente gli arti sono leggermente gonfi. Ha più vitalità, più forza e soprattutto meno dolori. Prima assumeva Fans praticamente tutti i giorni, ora le assunzioni si sono ridotte ad una a settimana.
Quindi bene, non benissimo però. Mia madre da qualche tempo accusa una forte caduta di capelli, la quale sembra non voglia attenuarsi. Lo specialista ci ha indicato un dermatologo, ma la mia domanda è: che cura potrebbe dare a mia madre uno specialista in dermatologia se la causa principale della caduta è il reumaflex? Non vedo quali soluzioni possano esserci, se non magari vederci prescrivere delle fialette che servono a poco o a niente. Inoltre chiedo a voi un parere circa la terapia data a mia madre, il fatto che lo specialista abbia optato per mantenere, seppur riducendola, la cura con salazopyrin, cosa vuol dire? Lo chiedo in quanto mia madre, quando ha iniziato la cura con salazopyrin, non ottenne nessun effetto positivo. Da qui nascono i miei dubbi. Ha senso mantenerla?
Da giugno 2016, come citato nei post precedenti, a mia madre è stata modificata la cura. Lo specialista le ha prescritto Reumaflex fiale 10mg da associare con salazopyrin, quest'ultima però riducendo le dosi giornaliere a due capsule da 500 mg al giorno.
A distanza di mesi devo dire che mia madre sta molto meglio, mani e piedi si sono sgonfiati del tutto e solo sporadicamente gli arti sono leggermente gonfi. Ha più vitalità, più forza e soprattutto meno dolori. Prima assumeva Fans praticamente tutti i giorni, ora le assunzioni si sono ridotte ad una a settimana.
Quindi bene, non benissimo però. Mia madre da qualche tempo accusa una forte caduta di capelli, la quale sembra non voglia attenuarsi. Lo specialista ci ha indicato un dermatologo, ma la mia domanda è: che cura potrebbe dare a mia madre uno specialista in dermatologia se la causa principale della caduta è il reumaflex? Non vedo quali soluzioni possano esserci, se non magari vederci prescrivere delle fialette che servono a poco o a niente. Inoltre chiedo a voi un parere circa la terapia data a mia madre, il fatto che lo specialista abbia optato per mantenere, seppur riducendola, la cura con salazopyrin, cosa vuol dire? Lo chiedo in quanto mia madre, quando ha iniziato la cura con salazopyrin, non ottenne nessun effetto positivo. Da qui nascono i miei dubbi. Ha senso mantenerla?
[#6]
Utente
Buonasera Dottore, grazie per la risposta. Mi pare di capire che anche lei ritiene non del tutto necessaria la visita dermatologica e che il tutto debba essere risolto nell'ambito reumatologico.
Purtroppo in questi casi ci si trova in difficoltà, in quanto la terapia sta funzionando ma l'effetto collaterale della perdita dei capelli per una donna è devastante, soprattutto per il morale. Cercheremo di parlare nuovamente con il reumatologo nella speranza che non ci rimbalzi nuovamente dal dermatologo.
Cordialità
Purtroppo in questi casi ci si trova in difficoltà, in quanto la terapia sta funzionando ma l'effetto collaterale della perdita dei capelli per una donna è devastante, soprattutto per il morale. Cercheremo di parlare nuovamente con il reumatologo nella speranza che non ci rimbalzi nuovamente dal dermatologo.
Cordialità
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 11.3k visite dal 06/06/2016.
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