Alternare alfa litici
Ho cominciato a fare come dice lui ma il problema è che non esce neanche una goccia di liquido seminale durante l atto sessuale quindi avevo pensato di alternare la silodosina con lo xatral almeno una volta o al massimo due a settimana, voi che ne pensate?
Si può fare?
È accertato che tollero bene entrambi i due medicinali però l alfusozina a differenza della silodosina non mi blocca l eiaculazione.
Grazie a chi mi risponderà
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
PS
Non noto comunque grosse differenze nei sintomi urinari assumendo silodosina forse è una questione di tempo. Sto inoltre assumendo dutasteride da maggio prima a giorni alterni poi da tre mesi tutti i giorni purtroppo i sintomi nonostante la prostata risulta più piccola sono peggiorati sono sei mesi che non bevo una goccia di alcol e neanche caffè, vorrei ricoverarmi in una struttura per fare tutti gli esami necessari potrebbe essere la vescica compromessa ma non riesco. Può indicarmi lei un centro convezionato dove possa ricoverarmi ed essere sottoposto a tutti gli esami necessari? Gli urologi cui mi sono rivolto mi rimandano sempre prescrivondo nuovi farmaci o nuovi esami inoltre vorrei evitare la turp e fare un intervento meno invasivo
Vorremmo però chiarirle fin d’ora che il compromesso tra risolvere i disturbi ostruttivi e mantenere l’eiaculazione è molto làbile, Spesso il desiderio di mantenere l’eiaculazione porta ad interventi (con qualsiasi tecnica) caratterizzati da risultati insoddisfacenti o recidive precoci. Per onestà, noi non abbiamo mai promesso ad alcun paziente il mantenimento inalterato dell'eiaculazione dopo un intervento disostruttivo.
Per motivi di correttezza noi non possiamo dare consigli su singoli specialisti e centri di cura con riferimento ad una caso specifico.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
la terapia con alfalitici ( es alfuzosina, silodosina, tamsulosina fra i piu' usati) e' la piu' utilizzata in un paziente con iperplasia prostatica e sintomi delle basse vie urinarie. Il loro effetto e' generalmente rapido in qualche giorno con possibile vantaggio sia sui sintomi che sulla qualita' dello svuotamento vescicale.
Difficilmente un alfalitico da' risultati migliori rispetto ad un altro e quindi ad insuccesso di un alfalitico ha poco senso provare con un secondo prodotto. In genere la differenza fra i vari alfalitici e' piu' sugli effetti collaterali: alfuzosina e' associata a maggiore ipotensione arteriosa e rischio di vertigini, cefalea, tachicardia ma raramente provoca perdita dell'eiaculazione; tamsulosina e silodosina creano quasi sempre forte riduzione o perdita dell'eiaculazione ma sono meno ipotensivi sulla pressione arteriosa.
Se il paziente presenta dei sintomi urinari importanti nonostante la terapia con alfalitici, ancor piu' se associata a dutasteride, in presenza di una prostata di dimensioni aumentate all'ecografia e ad un flusso ridotto all'uroflussometria, dovrebbe passare alla terapia chirurgica miniinvasiva e non cambiare alfalitico.
Ancora piu' sconsigliabile e' alternare diversi alfalitici.
La terapia disostruttiva endoscopica della prostata sicuramente puo' determinare la perdita dell'ostruzione, una vescica che non lavora piu' sotto sforzo e quindi che non continua a danneggiare il suo muscolo detrusore fino alla necessita' di uncatetere vescicale. non necessariamente determina il miglioramento significativo sui sintomi, soprattutto se si e' aspettato molto prima di procedere all'intervento. Dopo anni il sintomo diviene un problema autonomo della vescica e quindi permane anche a risoluzione dell'ostruzione prostatica.
Per questo, a fallimento della terapia medica non e' consigliabile procrastinare troppo l'intervento.
brevemente , relativamente all'inetervetno, attenzione sempre a procedure troppo miniinvasive per mantenere l'eiaculazione. La non asportazione del tessuto iperplastico con la tradizionale TURP o con laser a holmium o tullio ( da considerare sempre le procedure che possono dare i risultati migliori e piu' stabili anche se comportano la perdita dell'eiaculazione) , puo' dare dei risultati non validi o anche non duraturi che costringono a reinterventi sempre meno efficaci.
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
Professore Prima Fascia Urologia
Coordinatore Gruppo Multidisciplinare Tumore Genitourinari
Chirurgia Robotica
Universita' Sapienza di Roma
https://alessandro.sciarra
Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it
c'e' il rischio che anche dopo intervento rimangano i sintomi urinari con aumento della frequenza minzionale. Ma se non procede ad intervento nonostante la presenza di una ostruzioen vescicale e continua con la terapia medica, a questo problema si unira' uno scompenso funzionale della vescica sempre piu' grave fino alla ritenzione con cateterismo vescicale.
L'intervento si propone quando nonostante la terapia medica la vescica lavora sotto sforzo ( uroflussometria con indici ridotti e residuo postminzionale rilevante). la funzione dell'intervento non e' principalmente quella di risolvere i sintomi, ma, se eseguito in tempo, di evitare un catetere a permanenza per uno scompenso irreversibile della funzione del muscolo vescicale.
Il paziente giustamente percepisce i sintomi, ma deve comprendere che c'e' anche una prospettiva peggiore causata dall'ipertrofia prostatica: quella di uno svuotamento solo guidato dal catetere vescicale. Per evitare questo puo' essere necessario andare incontro ad un intervento disostruttivo, con rimozione di tessuto adenomatoso prostatico ( TURP, TULEP, HOLEP) prima che la vescica si scompensi irreversibilmente.
Un cordiale saluto
Prof Alessandro Sciarra
Professore Prima Fascia Urologia
Coordinatore Gruppo Multidisciplinare Tumore Prostatico PDTA
Chirurgia Robotica
Universita' Sapienza di Roma
https://alessandro.sciarra
Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it
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