Vaginoplastica e prostata

Pur avendo lavorato per più di 40 anni in un centro in cui si eseguono riassegnazioni di genere, non abbiamo mai avuto notizia di tumori della prostata in transessuali femmine. È certamente un argomento interessante, ma senz’altro l’esiguità della casistica impedisce ancora di avere un’idea precisa sulla realtà del rischio e la opportunità di provvedimenti precisi in questa popolazione. Ci permettiamo di esprimere alcune considerazioni:
1) La gran parte dei tumori della prostata è sensibile alla castrazione, ovvero alla deprivazione degli ormoni maschili.
2) La gran parte dei tumori della prostata esordisce ed evolve in modo completamente asintomatico;
3) Anche se abbastanza rari, esistono casi di familiarità del tumore della prostata, con evidenti cause genetiche individuabili.
Possiamo quindi concludere che sia necessario che le donne transessuali - ricordino - comunque di avere la prostata e prestino attenzione ad individuare eventuali situazioni di familiarità del tumore e comunque a partire dai 50 anni circa eseguano periodicamente il dosaggio del PSA, nell’attesa che venga individuato un marcatore migliore.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/