Ascesso prostatico?

Gentili Dottori,
a fronte di un fortissimo e persistente dolore e tensione perineale/uretrale che si irradia per riflesso anche al pene verso la punta ho eseguito circa 20 giorni fa un’ecografia sovrapubica che ha dato il seguente risultato:

La vescica appare distesa, a pareti regolari e senza formazioni vegetanti endolume.
La prostata, di forma conservata, presenta dimensioni nei limiti (28x25x37 mm) ed ecostruttura disomogenea, con visibilità, al lobo medio, di un’immagine anecogena a contorni ondulati, riferibile a fenomeni colliquativi su base flogistica, di circa 19x15 mm di dimensioni.

All’esame digito-rettale la prostata appare regolare, soffice e non dolente.

Il medico mi ha prescritto una terapia di Ciproxin 500 per 14 giorni + Mictasone supposte e le cose sono migliorate leggermente ma da un po’ giorni, dopo un’apparente diminuzione dei sintomi, la situazione è tornata come prima, se non peggio!
Ho eseguito quindi un’ecografia transrettale pochi giorni fa che ha dato il seguente esito:

Prostata in sede di volume regolare.
La ghiandola centrale presenta aspetto bilobato; la sua ecostruttura appare sostanzialmente omogena, con edema del parenchima periuretrale.
La ghiandola perferica presenta ecostruttura sostanzialmente omogenea, senza chiare formazioni espansive nodulari in atto.
Normale morfologia delle vescichette seminali.
Biometria prostatica: 38x16x26

Considerate il fatto che sono 10 mesi che verso in queste condizioni e gradualmente le cose sono peggiorate, ho fatto le cure antibiotiche e antinfiammatorie le più disparate nonostante i numerosi esami di laboratorio (urinocolture,spermiocolture,tamponi uretrali, anche con metodica DNA-PCR) dessero sempre esito negativo.

Il dolore che provo è davvero forte e non riesco più a sopportarlo per tutto il santo giorno perciò vorrei capire a questo punto se le due ecografie, anche se eseguite in tempi e luoghi diversi, sono compatibili tra di loro e se corrispondono al quadro di una prostatite o di qualcos’altro come un ascesso prostatico.
L’urologo non gli ha dato peso ma io sono invece molto preoccupato, ho letto che gli ascessi prostatici possono simulare sintomi simili alle prostatiti e possono esserne una conseguenza nelle fasi acute e non sempre si manifestano con febbre alta.
In che direzione bisogna muoversi per dirimere il dubbio, devo sottopormi ad un'uretrocistoscopia? Inoltre l'edema, se di edema di tratta, si riassorbe da solo o deve essere trattato farmacologicamente/chirurgicamente? Come devo fare per uscire da questa situazione che inesorabilmente continua a procurarmi delle sofferenze atroci?

Per favore aiutatemi!!!

Ringrazio infinitamente tutti per l'attenzione e per l’aiuto che potrete fornirmi.

Cordiali saluti.
[#1]
Dr. Giuseppe Quarto Urologo, Andrologo 7k 172 12
caro signore,
prima di tutto bisogna dire che per curare bene la prostatite è necessario non solo la terapia per la fase acuta, ma va curata anche una la causa che l'ha scatenata.
per quanto rigurada la zona sospetta andrebbe valutata, guardando le immagini se è una cisti come pensa il collega o un ascesso (difficile)
cordiali saluti
dott.giuseppe quarto
www.prevenzioneprostata

Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Egregio Dott. Quarto,
è evidente che è attivo una stimolo flogistico continuo(10 mesi) altrimenti non sarei ridotto nello stato in cui mi trovo dovendo sopportare tra l'altro dolori che non riesco a placare nemmeno con i farmaci, quello che non è assolutamente chiaro è la causa che ha scateneto tutto ciò e che nessun medico riesce a determinare.

Dopo aver fatto tutte le indagini del caso e non trovando risposta i suoi colleghi si limitano a prescrivere la solita cura di antibiotici a largo spettro e antiinfimmatori, talvolta anche prodotti fitoterapici.
Risultato: ZERO ASSOLUTO.

Ma se la clinica e gli esami di laboratorio fino ad oggi sono stati sempre negativi e le uniche ecografie che evidenziano qualcosa sono proprio queste ultime due che ho riportato, siamo sicuri che si tratti realmente di prostatite? E' possibile mai che la prostata non si sia mai gonfiata o risultata dolente al tatto nonostante i dolori smisurati che provo? Bah!
Sono davvero perplesso soprattutto quando gli specialisti che dovrebbero illuminarmi non sanno cosa dirmi (e mi riferisco ai medici a cui mi sono rivolto).

Cordialità.
[#3]
Dr. Giuseppe Quarto Urologo, Andrologo 7k 172 12
caro signore,
sono in accordo con lei sul discorso che la prostata non può essere infiammata senza una causa, ovviamente mi è difficile dare una valuatazione completa via telematica
cordiali saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Sono felice di leggere che su questo punto siamo in accordo e sarei ancor più felice se il rapporto medico-paziente giovasse di una maggiore complicità per la risoluzione comune del problema, visto che sempre più spesso l'atteggiamento di alcuni medici nei confronti dei "casi difficili" è quello di trattare il paziente come un malato immaginario oppure di dare tutta la colpa all'ansia.
Peccato anche che nell'ambiente medico regna sovrano un approccio di tipo prostatocentrico e non vengono invece considerate le cause neuromuscolari ed immunologiche che possono instaurarsi in seguito ad un'infiammazione continua e prolungata nel tempo della ghiandola.
Mi riferisco in particolare a quella categoria (III) di prostatiti appartenenti alla CPPS (Chronic Pelvic Pain Syndrome), agli spasmi del pavimento pelvico e della conseguente sintomatologia dolorosa cronica perineale e/o sovrapubica che non sono più riferibili ad un'infezione e che creano un vero e prorio circolo vizioso: infiammazione -> contrazione neuromuscolare -> infiammazione.
In America ci sono studi ben precisi su tale patologia non solo a cura della NIH ma anche da parte dei medici Stanford e Wise che hanno messo appunto il noto Protoccolo Stanford che tra l'altro consiste nell'individuazione di trigger point (punti di contrattura) all'interno del pavimento pelvico ed il loro "sbloccaggio" attraverso precise manovre fisioterapiche e di streatching.
In Italia al momento è pura fantascienza e nessuno è in grado di dare al paziente la giusta assistenza in quanto richiede un approccio multidisciplinare che con la specialistica fa a cazzotti.
Si preferisce dunque liquidare l'assistito con una frase del tipo "purtroppo dovrà conviverci", l'unica arma a nostra disposizione, e mi riferisco a noi malati, è l'inforazione.

Cordialità.
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