Pollachiuria, disuria e microematuria

Salve,
Sono una studentessa di Medicina e Chirurgia al IV anno, quindi faccio questa richiesta essendo consapevole (almeno in parte) della materia.
Chiedo un consulto circa mio nonno, di 75 anni, sotto terapia da 5 anni circa per un'iperplasia prostatica benigna.
Da luglio 2011 ha iniziato a riferire una pollachiuria, con disuria anche notturna, e moltissimo bruciore. Dopo questi primi sintomi il medico curante ha prescritto il classico Furadantin, che però, pur alleviando i sintomi, non ha risolto il problema. Allo svolgersi dell'esame urine i valori erano tutti normali, e l'urinocoltura negativa (effettuata però DOPO terapia con Furadantin). A intervalli di qualche giorno comunque il problema si ripresentava, fino ad arrivare a inizio Settembre in cui il problema è peggiorato, ai sintomi si è aggiunta una consistente incontinenza e la presenza di urine torbide (probabile microematuria).
Ci siamo a questo punto rivolti a uno specialista che ha effettuato esplorazione rettale della prostata (prostata in buone condizioni)ed ecografia vescicale con esito assolutamente normale, ha eliminato l'usuale terapia per l'iperplasia prostatica e inserito terapia con chinoloni sospettando infezione urinaria. Ha comunque prescritto una citologia urinaria, i cui risultati erano "globuli rossi, leucociti, cellule delle basse vie, elementi cellulari atipici" e un'ulteriore urinocoltura la cui risposta era negativa. La risposta dell'urologo è stata che a fronte di esami normali (anche se non mi spiego quegli elementi cellulari atipici, anche se non era specificata l'atipia) evidentemente mio nonno soffriva di infezione ricorrente scatenata anche dal freddo (visto che abbiamo notato che la cosa si acuiva qualora mio nonno uscisse a fare passeggiate).
In realtà dopo circa un mese di terapia chinolonica il problema non è cessato, anzi dopo circa un mese durante una minzione mio nonno ha notato un grosso coagulo di sangue nelle urine, con notevole suo spavento. Dopo quest'episodio però i sintomi si sono alleviati e passati del tutto. E' da qualche settimana però che, a fronte di qualche sua uscita pomeridiana, gli episodi sono tornati nella loro forma iniziale (bruciore, pollachiuria, urgenza nell'urinare) ma con una durata estremamente inferiore (circa 1-2 giorni ogni settimana).
La mia domanda è...si può dare piena fiducia alla diagnosi specialistica e non approfondire magari con una cistoscopia? Non sarebbe il caso di fare ulteriori esami per escludere tumore vescicali? Sono possibili delle cistiti così prolungate e può davvero il freddo riscatenarle in questo modo? E in questo caso cosa si può fare visto che è un problema che condiziona anche la vita quotidiana?
Grazie infinitamente.
[#1]
Dr. Michelangelo Sorrentino Urologo, Andrologo 297 6
Cara quasi collega,
io direi che dovrebbe riprendere la sua terapia per l'ipertrofia prostatica e poi rivolgersi ad un urologo (al precedente o ad uno nuovo. In astratto s può prendere in considerazione di fare esami per immagini (UROTC) oppure una cistoscopia con eventualmente una biopsia, ma tutto è condizionato dalla visita del paziente.
Tienici aggiornati se ti fa piacere

cordialmente

Michelangelo Sorrentino

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