La terapia indicatami dal radioterapia

A seguito della biopsia prostatica (: “ A F ( : A periferia sx, F Apice ds ) adk scarsamente differenziato della prostata ( grado 7° : 4 + 3 sec Gleason). La neoplasia interessa il 50% del campione (: n. 14 prelievi” ) il radioterapista mi ha prescritto la tac addome-pelvi. Il risultato è¨ il seguente : Al lobo caudato si osserva ipodensità del diametro di circa 2 cm.. Tale immagine nelle scansioni eseguite tardivamente si omogeneizza con il restante parenchima e anzi tende ad essere lievemente iperdensa deponendo quindi in prima istanza per comportamento vascolare a tipo angiomatoso. Necessario follow-up anche in relazione al quesito diagnostico. Non evidenti alterazioni focali a milza, reni, surreni e pancreas. Non adenopatie lombo-aortiche: Normale concentrazione ed eliminazione del mdc iodato lungo le vie urinarie. Vescica moderatamente distesa a pareti apparentemente regolari. Prostata di Volumetria nei limiti. Il k si è per caso diffuso anche al fegato? E’ valida la terapia indicatami dal radioterapia : ormonoterapia, casodex 150 mg e 40 sedute di R.T conformazionale? O devo ricorrere anche alla chemio? Il PSA è 1,85 con 3 giorni di assunzione del casodex e al momento della “scoperta” era 0,95 ma con assunzione di finasteride e la scintigrafia ossea è negativa. Servono ulteriori accertamenti?. La RM : sono claustrofobo.Ho 68 anni. In ansiosa attesa di risposte ringrazio e porgo distinti saluti.
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Dr. Mauro Seveso Urologo 1.2k 60 25
Gentile Signore, il quadro depone per una neoplasia prostatica localizzata con grado di malignità intermedio. In considerazione dell'età e della assenza di metastasi le scelte terapeutiche sono la radioterapia o l'intervento chirurgico di prostatectomia radicale. Sarebbe pertanto opportuno che uno specialista urologo di sua fiducia le spieghasse nei dettagli quali sono i benefici, i rischi e gli effetti collaterali di entrambe le soluzioni .
Per quanto rigurda la lesione del fegato, dalla descrizione del referto non risulta essere una lesione metastatica ma un angioma da monitorare nel tempo.
Cordiali saluti,

Dott. Mauro Seveso
Responsabile Unità Operativa di Urologia
Istituto Clinico Città Studi , Milano

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Dr. Gabriele Antonini Urologo, Andrologo, Chirurgo plastico 291 15 23
Alla sua giovane età l'indicazione assoluta è quella dell'intervento chirurgico.
Saluti

Dr. Gabriele Antonini
Urologo Andrologo
www.antoniniurology.com
www.protesipeniene.it

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dopo
Attivo dal 2007 al 2009
Ex utente
Ringrazio i gentili medici per le loro sollecite risposte. Vorrei aggiungere il referto dell'ecoaddome per un quadro forse più completo. FEGATI : Volume normale.Ecostruttura omogenea.Margini regolari.Vie biliari non dilatate.Vene sovraepatiche di calibro e flusso nella norma. In corrispondenza del I segmento, formazione anecogena, con rinforzo posteriore di parete, di 16,6 mm, riferibile a cisti biliare. (Tralascio Colecisti, Pancreas, Milza, Reni e Aorta addominale che sono tutti nella norma). CONCLUSIONI: Cisti biliare. Controllo ecografico a digiuno tra 2 mesi.A me il referto della TAC addome-pelvi e quello dell'ecoaddome sembrano in contrasto.Voi che ne pensate? Confermate il vostro parere? Inoltre, vi prego di dirmi, se il k è nella capsula cosa ne pensate del trattamento HIFU e della Brachiterapia. In attesa vi ringrazio ancora e vi saluto distintamente.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Caro signore, per i pazienti con aspettativa di vita > 10 anni con neoplasia prostatica a rischio intermedio, come il suo caso,
le opzioni di trattamento attivo - la prostatectomia e la RT radicale sono ritenute preferenziali. Quindi è corretta l'indicazione datale. Concordo inoltre con la prescrizione adiuvante
del casodex 150mg in base al gleason con 4come componente più rappresentata del Gleason.
Alla TC c'è solo un verosimile angioma epatico, starei tranquillo, difficilmente il tumore prostatico metastatizza al fegato.

In relazione all'HIFU le dico che è una metodica nuova, non invasiva, ma non scevra di effetti collaterali e sicuramente meno collaudata dell'efficace radioterapia.
Sulla brachiterapia le dico che è una radioterapia minimamente invasiva, prescrivibile solo in alcune circostanze quali dimensioni della prostata <50cce uroflussimetria entro determinati limiti. Inoltre risulta più indicata, amio avviso, per le situazioni di rischio basso, piuttosto che intermedio.
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dopo
Attivo dal 2007 al 2009
Ex utente
Ringrazio di vero cuore i gentili medici per il loro prezioso servizio. Chiedo scusa ma mi resta un piccolo dubbio sulle condizioni del mio fegato a causa, a mio modestissmo parere, della discordanza dei referti della TC addome-pelvi e dell'ecoaddome.Convenite con me o sono io troppo ansioso? Grazie ancora.
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dopo
Attivo dal 2007 al 2009
Ex utente
Sono costretto a ritornare sull'argomento avendo ricevuto in data odierna il referto della RM della pelvi che trascrivo:
Esame eseguito prima e dopo iniezione di mdc.
In corrispondenza della porzione periferica della prostata, a dx in sede posterolaterale è evidente lesione ipointensa del diametro massimo di circa 13 mm da riferire a focolaio neoplastico;
tale lesione posteriormente raggiunge capsula prostatica che a tal livello appare focalmente interrotta.
Altro focolaio neoplastico è evidente in sede sottocapsulare a sx ( diametro 5 mm circa).
Si segnala inoltre disomogeneità di segnale nella zona periferica sx
adiacente al lobo medio estesa per circa 5 mm. sul cui significato non è possibile esprimersi con certezza.
Regolari le vescichette seminali.
No evidenti adenopatie pelviche.
Ciò premesso prego vivamente i sigg. medici di dirmi con parole semplici a che stadio trovasi il mio K ( T3...) e se è da modificare
il trattamento in corso (: OT e poi radioterapia) o bisogna ricorrere alla chemio o fare altro.
In attesa delle vostre gradite risposte ringrazio e porgo distinti saluti.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
La chemioterapia non è indicata nel trattamento della prostata, se non in casi metastatici non ormono-responsivi.
Il programma, a mio avviso, rimane invariato, poichè la terapia ormonale già in corso può proteggerla da eventuali fughe di cellule tumorali lontano dal sito prostatico(sebbene non ci siano linfonodi ingrossati o sospetti alla RMN). Inoltre la radioterapia prevede l'irradiazione della zona periprostatica. Utile sarebbe inoltre l'irradiazione profilattica dei linfoodi pelvici.
La chirurgia in questa fase avrebbe il rischio consistente di lasciarle lo stesso un residuo o margini positivi o evidenziare l'extracapsularità, elementi tali da necessitare lo stesso una terapia radiante dopo.
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