Ricostruzione vescica

Mio padre ha 86 anni, cardiopatico (due infarti e portatore di pacemaker).
Due mesi fa è stato operato per un carcinoma a cellule uroteliali di alto grado alla vescica di tipo pT2b, infiltrante la lamina propria e la tonaca muscolare profonda.
Gli è stata fatta una TURB, ma ora a distanza di due mesi, dopo alcuni episodi di sanguinamento nelle urine è stato ricoverato nuovamente all'ospedale. Il parere del chirurgo e dell'oncologo è che debba essere sottoposto ad un intervento per rimuovere totalmente la vescica con derivazione esterna dell'uretere. Considerate le condizioni complessive del paziente ci è stato detto che non è possibile ricostruire la vescica. Volevo sapere un vostro parere a riguardo.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 18
Gentile Signore,
all'età di suo padre la decisione di eseguire un intervento demolitivo che imponga la derivazione delle urine deve essere di per sé già ponderata con molta attenzione. Innetà avanzata buona parte dei tumori evolvono molto lentamente. Purtroppo il tumore della vescica porta con sé il problema del sanguinamento, ed è questo che a medio e lungo termine può causare serie complicazioni, sia dal punto di vista meramente "idraulico" che per le conseguenze sulle condizioni generali (anemia). Diciamo che se le condizioni generali lo consentono, a fronte di un intervento certamente piuttosto pesante, asportando la vescica si evita tutto ciò si concretizzi, garantendo tutto sommato una qualità di vita più accettabile. L'età influisce molto sulla scelta del tipo di derivazione delle urine da realizzare dopo aver asportato la vescica. In generale, la ricostruzione con un tratto di intestino (neo-vescica ortotopica) è certamente la soluzione più affascinante, purtroppo nella maggior parte dei casi la continenza delle urine non è perfetta, cosa che può essere superata solo con la attiva collaborazione della persona operata. Ovviamente in età avanzata questa non può essere garantita, in particolare riferendosi al futuro, pertanto il vantaggio di poter urinare per la naturale, senza sistemi di raccolta esterni, potrebbe tramutarsi da un vantaggio ad un grave cruccio, sia per la persona stessa che per chi la debba eventualmente assistere. Per questo motivo, sempre con molta ponderatezza, si sceglie perlopiù di eseguire una derivazione esterna, nella quale è necessario allestire un sistema di raccolta (placca e sacchetto). Questa comporta comunque tutto sommato un impegno assistenziale relativamente facile e riproducibile, approfittando dell'elevata qualità dei moderni sistemi di raccolta. Queste sono comunque considerazioni di carattere generale, che andranno ovviamente adattate con attenzione al caso specifico. Non abbiamo dubbi che i nostri Colleghi lo faranno con la indispensabile professionalità.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it