Carcinoma uroteliale papillare non invasivo di basso grado Ta G2

Egregi Dottori,
mio padre ha 53 anni, un passato da fumatore (ha smesso 15 anni fa circa), è leggermente iperteso, lavora in una fabbrica metalmeccanica (fino a qualche anno fa con i macchinari, ora in ufficio), segue una dieta equilibrata e una regolare attività sportiva (corsa 3 volte/settimana di 60 minuti o più; una maratona e due mezze-maratone nell'ultimo anno).

Note anamnestiche:
- buona salute, non assume farmaci
- occasionale riscontro di microematuria , mai ematuria macroscopica. PSA 0,45 ng/ml
- citologia urinaria con atipie 3/3 (luglio 2015)
- l' ecografia rileva reni n.n., neoformazioni vescicali multiple fra 1 e 2 cm E.O.: prostata x 1,8 NDP.
- intervento chirurgico: "TURB di multiple recidive neoplasie vescicali superficiali ubiquitarie di primo riscontro" (Agosto 2015)
- esito esame istologico : "numerosi frammenti grigio-rosei, in parte di aspetto papillare (A1-2: t.i.; FL RL). Lembi di mucosa vescicale con carcinoma uroteliale papillare non invasivo di basso grado. Non si osservano segni di infiltrazione della tonaca propria. Tonaca muscolare presente senza infiltrazione.
Stadiazione: pTa pNX G2"
- Terapia: instillazioni endovescicali con Mitomicina C una alla settimana per 8 settimane a partire da 20 giorni dopo l'operazione TURB.

Volevo sapere cortesemente:
1. Probabilità di recidiva e di progressione con la terapia attuale.
2. La terapia adiuvante con Mitomicina C è la migliore per questo caso? Esistono terapie alternative? (su internet ho letto di Synergo e dell' immunoterapia BCG)
3. Esistono delle terapie farmaco mirate verso questo tipo di neoplasia? Sarebbe indicata un' analisi delle mutazioni del DNA a carico delle cellule neoplastiche?

In attesa di una Vostra risposta, vi ringrazio molto per la Vostra disponibilità.
Cordiali Saluti
Lorenzo
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Se non vengono trattate in altro modo, queste neoformazioni hanno una frequenza media di recidiva del 70% circa, ma proiettata su tempi anche molto lunghi. Ovviamente è cruciale valutare come la situazione evolga nei primi 12-24 mesi. La mitomicina influisce positivamente, anche se la sua efficacia è del tutto imprevedibile, le localizzazioni multiple hanno comunque una frequenza di recidiva maggiore rispetto alla lesione unica a parità di grado, come è abbastanza naturale attendersi. Per questo tipo di lesioni la profilassi con mitomicina è oggi di gran lunga la più comunemente adottata. Al momento non vi sono altri tipi di approccio terapeutico codificato, quelli cui lei fa riferimento sono da considerare ancora studi sperimentali. La cosa più importante in questi casi è rispettare rigidamente un programma di controlli radiologici ed endoscopici alternati, ogni 3 mesi circa per 5 anni circa.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it