Post intervento prostatico

Ad un mese da intervento prostatico di TURP, quando credevo che le cose andassero per il verso giusto, uno stato di malessere ed un conseguente controllo, mi hanno fatto scoprire che c'era stato un inconveniente nell'intervento. Mi era stata lesa l'uretra con conseguente stenosi ostruttiva. Da allora sto facendo autodilatazione uretrale consigliata dal dottore che mi ha operato dicendo che le cose potrebbero sistemarsi. Io ho iniziato ad informarmi ed a capire che il problema è complesso e potrebbe essere di difficile risoluzione con conseguenze e sintomi peggiori del pre intervento. Sono caduto in depressione e, nei momenti di malessere (premetto che abito in una grande città da solo) ho voluto che mi raggiungesse: mia sorella che alla mia cura si concede con il contagocce essendo una persona molto problematica e scostante nei miei confronti (a volte gradi di distacco e cattiveria inumani) e mia madre una persona molto accudente, ma 83enne e piena di acciacchi (ora è da me), io contrariamente a prima non riesco a stare più da solo. A tutti, visto che quello che mi è capitato non è mortale, sembra non gliene freghi nulla. Io mi sento tradito dal mio urologo, sebbene mi dica di "stare sereno", mi colpevolizzo sul fatto che potevo scegliere migliore clinica e forse medico (che subito mi ha ispirato fiducia), mi vedo senza vie d'uscita e molto peggio di prima (assicuro che i disturbi urinarie sono devastanti anche psicologicamente), mi chiedo perché mi sia capitato questo: per imperizia, poteva evitarsi, ecc e non lo accetto. Non so affrontare il nuovo stato delle cose, se non ci fosse stato questo errore ora sarei stato tranquillamente al lavoro o a farmi una meritata vacanza dopo l'intervento. Mi verrebbe da cambiare urologo, ma in questo momento non so che fare, se continuare a dargli fiducia. Sono in tilt, pieno di paura e di rabbia.
Che comportamento potrei adottare? È soprattutto come venire fuori da uno stato di depressione e di ossessione su cosa potrebbe comportare questo errore.
Grazie, saluti.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

il Suo urologo Le ha fornito chiaramente tutte le spiegazioni relative al Suo caso? Per quanto tempo durerà questa situazione? Come è possibile trattare la problematica?
Chiedere un secondo parere ad un altro urologo non mi sembra una cattiva idea, ma vorrei capire meglio la situazione: le complicanze possono farci perdere la fiducia, scoraggiarci, ecc... la sintomatologia può essere tenuta sotto controllo con farmaci?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Il mio urologo secondo me minimizza dicendomi di stare tranquillo e di fare un ciclo di 15 giorni di autodilatazione a casa con catetere (è anche vero che è stato lui a fare il danno). Per questo tipo di lesioni all'uretra (fortunatamente in percentuali abbastanza basse in interventi endoscopici), da innumerevoli fonti, ho appreso che il decorso è subdolo e di non facile risoluzione, nemmeno con interventi (che recidivano continuamente). La prima fase è appunto quella di autodilatazione, ma in grande misura può non avere effetti (per i maggiori esperti quasi nulli). Pertanto io mi trovo con una disostruzione fatta con un intervento e probabilmente all'inizio di una patologia ostruttiva provocata dallo stesse intervento.
L'urologo ha riscontrato l'ostruzione e l'ha giustificata dicendo che probabilmente è stato il catetere. Questa situazione potrebbero essere un calvario per tutta la vita in quanto non è facile eliminare (anche con intervento) le stenosi. Io vado in tilt in quanto è stato un errore di altri ed inoltre, mi sto facendo l'idea che la situazione non ha facile soluzione. Mi chiedo se sarebbe successo se mi fossi rivolto altrove. Premetto che l'urologo e anche il figlio di una consigliera di circoscrizione dove lavoro come impiegato e che lo stesso conosce anche alcuni miei parenti, per cui mi fiadavo più che di altri, magari luminari, ma più staccati. Apparentemente sembra che segua il mio caso, ma ormai fatto il danno non può farne emergere tutta la gravità. Io sono anche ossessionato dal fatto di ricadere in questo circuito di visite ed interventi per stenosi e non avere la certezza che con queste sole autodilatazioni il problema si risolva definitivamente (ne avessi la certezza, la mia depressione ed ossessione sparirebbero all'istante) e questo nessuno può dirmelo se non il tempo.
Ad oggi, a due mesi dall'intervento, avrei dovuto riprendere la mia vita con un problema in meno...ora sono in fase depressiva, a casa dal lavoro con mia madre che è venuta da me è con la paura di dover stare solo quando se ne andrà.
Grazie e saluti
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
La problematica è duplice:

1- Lei ha fatto un intervento su un organo simbolico e per di più ha avuto delle complicanze

2- la sindrome depressiva in cui verte andrebbe curata da uno psicologo o con terapia combinata, cioè con l'ausilio di una possibile terapia farmacologica.

Desidera che sposti la sua richiesta di consulenza nella sessione di urologia del sito?
Così potrebbe ricevere un secondo parere.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Ho già chiesto alcuni pareri di carattere tecnico ai colleghi urologi, ma se ritiene potrebbe inserire anche questa richiesta. Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Penso sia utile sentire ancora un parere autorevole, spesso placa l'ansia.