Uretrite non gonococcia

Salve a tutti grazie per il prezioso servizio offerto! Circa una decina di giorni fa sono andato dall'urologo per una visita di controllo (ho 50 anni) ma anche perchè notavo un lieve bruciore durante la minzione (soprattutto al primo getto) e un'aumentata frequenza delle stesse. Il medico non ha riscontrato dall'esplorazione rettale nessuna infiammazione prostatica e dimensioni della prostata nella norma. Ha sospettato una uretrite o cistite e mi ha consigliato ciproxin 500. Nel frattempo però la sintomatologia si è fatta più definita: durante il giorno ho secrezioni uretrali trasparenti e filamentose (simili a liquido preorgasmico) visibili anche con un lieve massaggio uretrale, doloretti al pene con senso di bruciore alla punta. Il sintomo è davvero fastidioso!!! Ho preso per tre giorni (ultimo giorno ieri) una compressa al giorno di ciproxin 500. Essendo in questi giorni impossibilitato per inderogabili esigenze di lavoro a recarmi nuovamente dallo specialista o sottopormi ad analisi di laboratorio chiedo se mi conviene continuare ancora con questo antibiotico (ad oggi non riscontro sostanziali miglioramenti) o avendo assunto tre pasticche in tre giorni non mi convenga prendere una compressa di azitromicina da 1 grammo per fronteggiare eventuale infezioni da Clamidia. Sono preoccupato dal fatto che avendo avuto all'età di 20 anni una parotite con orchite monolaterale possano verificarsi complicazioni dell'uretrite a carico dei testicoli anche perchè avverto lieve bruciore e a volte arrossamento alle sacche scrotali. Infine vorrei chiedere se c'è una correlazione tra la mia patologia e il fatto che mia moglie spesso soffra di candida. E' opportuno che anche lei si sottoponga ad accertamenti mirati e/o faccia analoga terapia antibiotica avendo rapporti non protetti? Ringrazio anticipatamente per eventuali riscontri alla presente.
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Andrologo, Urologo, Chirurgo generale attivo dal 2016 al 2018
Andrologo, Urologo, Chirurgo generale
I suoi problemi nulla hanno a che vedere con la candidiasi ricorrente di sua moglie che ha origini proprie (squilibri endocrini, carenza di lattobacilli vaginali, stress, squilibri nutrizionali, ecc.) di cui si deve occupare il ginecologo.
Il suo quadro merita maggiore attenzione con l'esecuzione da parte dell'andrologo dei dovuti esami atti a valutare lo stato pelvico-prostatico (non basta l'esplorazione digitale) che da quanto descrive sembra essere interessato da una discreta congestione infiammatoria.
Assumere in questa situazione antibiotici senza la guida della coltura del secreto prostatico ed eventualmente del tampone uretrale non ha senso e rischia solo di generare resistenze farmacologiche. Peraltro, come spesso accade, il problema non sono i batteri ma la debolezza per ragioni diverse da individuare dell'area pelvico-prostatica.